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Intervista a John Loftus sul legame tra Vaticano e Nazifascismo

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6 Novembre 2005




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In questa intervista con l'eroico John Loftus, ritorniamo sui soggetti della Banca Vaticana e sul coinvolgimento del Vaticano con il fascismo. Dopo aver discusso di un vertice tra i membri della comunità di intelligence e i membri del grande pubblico per discutere sulla guerra al terrorismo, che John sta aiutando ad organizzare, il programma si concentra su Unholy Trinity, il libro di riferimento di John, e sull'azione legale che egli ha contribuito a presentare contro la Banca Vaticana per il saccheggio della ricchezza delle vittime dell'Olocausto, per aver aiutato la fuga dei criminali di guerra nazisti e per aver utilizzato il denaro rubato e i fuggiaschi al fine di condurre operazioni segrete durante la Guerra Fredda. In Unholy Trinity, John (e il suo coautore Mark Aarons) documentano una lunga storia di collusione tra il Vaticano e la Germania nazista, che risale al periodo immediatamente successivo alla prima guerra mondiale. Dopo aver investito milioni di dollari nell'industria tedesca (in seguito nazista), il Vaticano collaborò con gli interessi aziendali statunitensi al fine di salvaguardare il tesoro nazista, ravvivando la ricchezza fuori dall'Europa dopo la guerra. Questo capitale fu riciclato nuovamente in Germania negli anni cinquanta del novecento e fu utilizzato per finanziare il cosiddetto "miracolo economico tedesco", quel rilancio economico del paese. (Gli ascoltatori veterani riconosceranno questa posizione di concatenazione all'interno della costellazione del programma del volo dei capitali di Bormann.) Gran parte del programma si concentra sulle "Ratlines" vaticane, le reti di fuga che vennero istituite per aiutare i nazisti fuggitivi a sfuggire alla giustizia. Molti dei più noti criminali di guerra nazisti fuggirono con l'aiuto di questa rete, che fu operativa con la consapevolezza e la benedizione delle più alte cariche della Chiesa. I momenti salienti del programma includono: la decennale collaborazione tra il Vaticano e Sullivan & Cromwell, il potente studio legale di Wall Street, al fine di proteggere i suoi fondi comuni d'investimento nell'industria nazista; la storia degli investimenti delle società statunitensi nella Germania nazista; la partecipazione delle agenzie di intelligence Occidentali (incluso quelle Americane) nell'operazione delle Ratlines; il ruolo del dittatore argentino Juan Peron nell'esodo del capitale nazista e nella fuga dei criminali di guerra dall'Europa; il ruolo della World Commerce Corporation nel trasporto della ricchezza nazista fuori dall'Europa dopo la guerra; il rifugio di alcuni dei peggiori criminali nazisti nella residenza estiva del Papa a Castelgandolfo; il continuo insabbiamento, da parte del governo argentino, del complotto per aiutare i nazisti in fuga; il continuo insabbiamento, in Italia, da parte di elementi legati al Vaticano, della reale portata della complicità della Chiesa nella fuga dei nazisti; l'incanalamento del denaro del Vaticano verso Hitler nel 1919; il ruolo dei Papi Pio XII e Paolo VI nella cospirazione Vaticano/Nazista.


  1. La trasmissione inizia con la discussione da parte di John di un progetto in cui è coinvolto, chiamato "Intelligence Summit". Si tratta di un incontro previsto per il weekend del Presidents' Day nel 2006 a Washington DC. Riunendo insieme gli elementi della comunità di intelligence di molti paesi, l'incontro offre l'opportunità, per i membri della stampa e per il grande pubblico, di condividere le informazioni con questi professionisti dell'intelligence, e viceversa. L'unica condizione è che i partecipanti non facenti parte dell'intelligence non possono divulgare altrove le informazioni lì apprese.
    John Loftus
  2. Il centro focale del programma consiste nella discussione e nell'analisi del libro di John Unholy Trinity: The Vatican, The Nazis and the Swiss Banks (scritto insieme a Mark Aarons.) Prima di discutere il libro abbiamo rilevato il ripristino di una causa legale per la quale John fu il consulente per l'intelligence. Si noti che la causa fu ripristinata da una corte d'appello americana nello stesso momento in cui il Cardinale Ratzinger venne nominato Papa. “Lunedì una corte d'appello federale è entrata nella polemica sul rapporto della Chiesa cattolica con i regimi nazisti durante la seconda guerra mondiale, reintegrando una causa portata avanti dai sopravvissuti all'Olocausto contro la Banca Vaticana, per via del presunto profitto derivante dalle proprietà saccheggiate dal governo fantoccio ustascia in Croazia...” (“Court Revives Suit Against Vatican Bank” by Bob Egelko; San Francisco Chronicle; 4/19/2005; p. A6.)
  3. “...Gli ustascia presero il potere in Croazia dopo l'invasione tedesca del 1941 e stabilirono campi di sterminio in cui ben 700.000 persone furono uccise, per lo più serbe, secondo un rapporto del governo statunitense citato dal giudice. Una relazione separata del Dipartimento di Stato disse che gli ustascia, dopo la guerra, trovarono rifugio in un istituto pontificio a Roma, con un tesoro di oltre 80 milioni di dollari. L'istanza sostiene che gran parte del denaro venne rubato a serbi, ebrei, zingari, ucraini e altri sotto il dominio ustascia, e venne conservato nella Banca del Vaticano, dove fu utilizzato in parte per finanziare il trasferimento dei fuggiaschi nazisti. [il corsivo è di Mr. Emory’s.] I ricorrenti, che ricercano lo status di class-action a nome di tutti gli interessati, vogliono la restituzione di quello che hanno perso e di qualsiasi utile ottenuto dalla banca...”(Idem.)
  4. Dopo aver discusso la causa di John, il programma mette in evidenza Unholy Trinity. Ostacolato nel suo proposito di scrivere sulle connessioni Vaticano/Nazismo/Intelligence a causa della sua alta autorizzazione di sicurezza, John e i suoi collaboratori reclutarono un giovane dal retaggio croato, che parlava correttamente il serbo-croato. Spacciandosi per un giovane appassionato di ustascia, fu in grado di intervistare alcuni dei malvagi superstiti della collaborazione Vaticano/Croato/Nazista. Pensando che egli fosse un'anima gemella essi “vuotarono il sacco” ad un microfono collegato ad un registratore a nastro. Avendo violato in tal modo il velo di segretezza, John ricevette l'autorizzazione a procedere con la pubblicazione del libro.
  5. Successivamente la discussione si rivolge alla genesi della connessione Nazismo/Banca Vaticana, che è alla base della causa di Loftus. La storia inizia con il Webb/Pomerene act, una lacuna nella legislazione antitrust americana che legalizza la formazione di cartelli (monopoli internazionali). In possesso dell'enorme ricchezza del boom degli Stati Uniti che ebbe inizio con la prima guerra mondiale e proseguì negli anni '20, i “Baroni Briganti” dell'elite di potere americana erano liberi di creare una rete con i loro omologhi all'estero (soprattutto in Germania e Giappone), al fine di monopolizzare il commercio mondiale internazionale. “...Gli anni venti e trenta del novecento furono un periodo proficuo per gli investitori americani in Germania. La rottura dei cartelli americani alla fine del XIX secolo, seguita dalla legislazione 'antitrust' di Teddy Roosevelt negli anni dieci del novecento, indusse le prime multinazionali a cercare un clima più amichevole all'estero. La Germania non solo consentiva i cartelli e i monopoli verticali, ma li incoraggiava come mezzo per ricostruire la sua potenza industriale dopo la devastazione della Prima Guerra Mondiale e le riparazioni di guerra di Versailles.” (Unholy Trinity; p. 291.)
  6. “Inoltre, dalla fine degli anni venti del novecento l'economia tedesca, sebbene povera di contanti, era scientificamente avanzata. Mentre la Repubblica di Weimar cominciò a disintegrarsi sotto il peso del caos interno e dell'estrema avidità, gli scienziati tedeschi, sponsorizzati dalle aziende tedesche, guidarono il mondo nella ricerca nel campo della fisica, della chimica e della biologia. Il vantaggio intellettuale tedesco alla fine degli anni venti era stimato così tanto, che gli scienziati americani che volevano lasciare il segno avrebbero dovuto prendere la loro laurea in un'università tedesca.”(Idem.)
  7. “In effetti, la Germania aveva un virtuale monopolio di alta tecnologia sulle tecniche di produzione avanzate, rigidamente rafforzato attraverso un sistema di brevetti in tutto il mondo che gli dava un vantaggio decisivo. Se la Du Pont Corporation, per esempio, voleva una licenza per processi chimici, essa doveva trattare con Berlino."(Idem.)

  8. L'epicentro della connessione denaro Nazista/Vaticano/Baroni Briganti è Sullivan & Cromwell, il potente studio legale in scarpe bianche (sinonimo di WASP, ndr), i cui partner migliori erano Allen e John Foster Dulles. (Sotto il presidente Eisenhower, Allen Dulles diventò direttore della CIA, mentre John Foster divenne Segretario di Stato.) Allen Dulles gestiva gli investimenti della famiglia Bush nella Germania nazista. “I clienti americani di Sullivan & Cromwell, a loro volta, avevano qualcosa che i tedeschi volevano pesantemente: l'oro. In base al Trattato di Versailles, la Germania doveva pagare i propri risarcimenti agli alleati in lingotti d'oro. Nel 1924, Sullivan & Cromwell aprirono una breccia con l'ingegnoso piano Dawes. Nella sua forma più semplice, i clienti dei fratelli Dulles avrebbero prestato l'oro alla Germania, di modo che essa potesse rimborsare i propri risarcimenti a Francia e Gran Bretagna, le quali avrebbero in seguito riciclato l'oro americano per rimborsare i loro prestiti di guerra all'America. Fu un pazzo carosello, ma funzionò.” (Ibid.; pp. 291–292.)[nota di nwo-truthresearch: Allen Dulles era un Cavaliere di Malta papale]
    Allen Dulles
  9. L'attrazione per i clienti di Sullivan & Cromwell era che i tedeschi ripagavano con titoli delle aziende tedesche gli originali prestiti americani in oro. A differenza dell'iperinflazionato marchio tedesco, le azioni e le obbligazioni tedesche erano tutt'altro che inutili, perché erano sostenute dai brevetti stessi e dai segreti commerciali che l'industria americana cercava così disperatamente. Con il crollo del 1929 l'economia americana sprofondò nella Grande Depressione, ma nello stesso periodo i clienti di Sullivan & Cromwell versavano miliardi nell'economia tedesca. Ad esempio, la documentazione giuridica di John Foster Dulles dimostra che egli aveva gestito il trasferimento di 10 miliardi di dollari in oro in cambio di obbligazioni e investimenti tedeschi. Secondo alcune stime, il 70 per cento del denaro che andò a ricostruire l'economia tedesca dopo la Prima Guerra Mondiale, proveniva dagli investitori di Wall Street, la maggior parte dei quali chiese la consulenza legale di Sullivan & Cromwell...”(Idem.)
  10. “...Le corde segrete degli investimenti tedeschi erano tenute dagli avvocati americani seduti nei consigli di amministrazione delle banche e delle società tedesche. Allen Dulles, per esempio, si sedette nel consiglio della Schroder Bank, con uffici a Londra, New York e Berlino. Apparentemente di proprietà di una famiglia di banchieri tedeschi di primo piano, i controllori reali erano i clienti di Sullivan & Cromwell.”(Ibid.; p. 293.)
    Pio XII
  11. Successivamente, il programma mette in luce la genesi della connessione Vaticano/Nazismo del denaro, che divenne fondamentale per la realizzazione del giro di soldi Nazi/Americano. Monsignor Eugenio Pacelli (il futuro Papa Pio XII) fu il Nunzio Apostolico a Monaco di Baviera, in Germania. Egli diede i soldi del Vaticano a Hitler nel 1919 per combattere il comunismo in Germania. A seguito del Trattato Lateranense del 1929 tra il Vaticano e il governo fascista di Mussolini, la grande manna finanziaria concessa dal dittatore al Vaticano, fu investita nell'industria pesante tedesca. (Per ulteriori informazioni sul collegamento Nazi/Vaticano del denaro vedere RFA#‘s 17–21, disponibile su Spitfire.) “...I clienti di Sullivan & Cromwell non erano gli unici investitori stranieri in Germania, né erano gli unici a proteggere le loro scommesse facendo piccole donazioni al neonato partito nazista. A seguito dell'atto di transazione con Mussolini dei 26 milioni di dollari in contatati sopra le terre contese, il Vaticano investì quasi tutti i proventi nell'industria tedesca, ma almeno un piccolo investimento venne fatto pure verso i nazisti. Il seguente episodio è stato riferito da un testimone oculare, suor Pasqualina, una suora che era l'assistente personale (e ammiratrice devota) del Nunzio Apostolico a Monaco di Baviera, l'uomo che in seguito sarebbe diventato Papa Pio XII alla vigilia della Seconda Guerra Mondiale:”Hitler giunse una notte alla santa dimora del Monsignor Eugenio Pacelli (poi Pio XII). A quell'ora tutti gli altri in casa dormivano, tranne [Suor] Pasqualina...Hitler disse a Pacelli che era apparso per controllare la diffusione del comunismo ateo...E per lei quindi non fu una sorpresa, alla luce dell'odio di Pacelli verso i Rossi, vedere il prelato regalare a Hitler una grossa somma di denaro della Chiesa per facilitare l'insurrezione rivoluzionaria e aiutare il suo piccolo gruppetto combattente di anticomunisti...” (Ibid.; pp. 294–295.)

  12. Dopo la presa del potere, Hitler emanò delle leggi che rendevano più opachi i collegamenti degli industriali Occidentali col denaro nazista. Questa circostanza cementò la collaborazione tra i nazisti, il Vaticano e i finanzieri statunitensi, una connessione che si è dimostrata fondamentale per il riciclaggio della ricchezza nazista nel dopoguerra, nonché del suo riciclaggio all'indietro per guidare il 'miracolo economico' tedesco degli anni cinquanta. ”...Non è un caso che la Svizzera abbia approvato una legge nel 1934, rendendo un reato la divulgazione dei conti bancari svizzeri. Nello stesso anno Sullivan & Cromwell chiusero ufficialmente il loro ufficio a Berlino. Dal 1934 la Svizzera fu al centro delle operazioni dei fratelli Dulles. Con così tante delle proprie partecipazioni legate alla Germania nazista, il Vaticano non aveva altra scelta che adottare lo stesso corso.” (Ibid.; p. 295.)
  13. La realizzazione dell'asse finanziario Vaticano/Nazismo/Stati Uniti fu completato con l'implementazione dello IOR – la banca del Vaticano. “La Santa Sede mise a punto uno scudo speciale per contribuire a proteggersi dall'incombente conflitto internazionale, un proprio istituto finanziario, la Banca Vaticana. Questa era l'unica entità monetaria nel mondo che era completamente immune dai controlli esterni, protetta come era dalla sovranità del Vaticano e con la convenienza aggiuntiva dell'immunità diplomatica. Durante la guerra i fratelli Dulles e il Vaticano furono coinvolti in un rapporto simbiotico: gli investitori di Sullivan & Cromwell necessitavano della Banca Vaticana per riciclare i loro profitti sotto gli occhi attenti sia dei nazisti che dei loro governi, mentre il Vaticano aveva bisogno dei fratelli Dulles per tutelare i propri investimenti nella Germania di Hitler...”(Idem.)
  14. Il programma enuncia il modo in cui Allen Dulles, il Vaticano e il Terzo Reich aiutarono a riciclare la ricchezza nazista dall'Europa all'Argentina, e poi nuovamente in Germania. “...Pochi di coloro che hanno visto il film Evita riconoscerebbero che la famiglia Peron in Argentina lavorò direttamente con gli ustascia croati per istituire un canale della Banca del Vaticano. Come raccontato in precedenza in questo libro, lo stesso Ante Pavelic, il leader croato nazista, si trasferì a Buenos Aires e diventò un 'consigliere per la sicurezza' per i Peron. Riciclato attraverso la 'irrintracciabile' Banca Vaticana, il tesoro nazista venne trasferito dalla Svizzera al Sud America. Lì i fondi rubati furono investiti in un certo numero di imprese argentine che avevano come legale, naturalmente, Allen Dulles.” (Ibid.; p. 300.)
  15. Tra i mezzi di trasporto utilizzati per il trasferimento dei capitali nazisti assistito dal Vaticano ci fu la World Commerce Corporation. Avendo come protagonisti l'ex capo dell'OSS William Donovan e l'ex capo del servizi segreti britannici in Nord America William Stephenson, questa organizzazione incarnava la sintesi di affari e spionaggio. Per sapere di più sul WCC vedere, tra gli altri programmi, FTR#‘s 504, 508. “Come atto finale del riciclaggio di denaro, Dulles creò il World Commerce Corporation per rilanciare il commercio tra l'Argentina e la Germania Ovest. Nel suo consiglio c'erano persone del calibro di William Donovan dell'intelligence degli Stati Uniti, e William Stephenson dei servizi segreti britannici. Nel corso degli anni cinquanta, gran parte dei proventi rubati furono riciclati ritornando in Germania per la grande rinascita economica della Germania occidentale.”(Idem.) [nota di nwo-truthresearch: William Donovan era un Cavaliere di Malta papale; inoltreDonovan fu decorato nel 1944 da Papa Pio XII con la Gran Croce dell'Ordine di San Silvestro, il più antico e prestigioso ordine cavalleresco pontificio. Questo premio è stato dato solo ad un centinaio di altri uomini nella storia]
    William Donovan
  16. “Alla fine il denaro ritornò indietro verso le aziende tedesche originali e i loro investitori occidentali. Non sono i conti delle banche svizzere che dovremmo tracciare; è il possesso di azioni delle banche svizzere. Qui sta l'ultimo e forse il più brutto segreto della seconda guerra mondiale. E qui sta la maggiore colpevolezza del Vaticano nei rapporti con la Germania di Hitler: senza gli investimenti del Vaticano nel Terzo Reich non ci sarebbe stato alcun motivo di fornire i mezzi per esportare di contrabbando dalla Svizzera, attraverso la Banca del Vaticano, il bottino saccheggiato dai nazisti...”(Idem.)
  17. In seguito il programma si rivolge al tema delle “Ratlines”, lo sforzo nel traffico clandestino Vaticano nazista condotto con la collaborazione di elementi dell'intelligence occidentale (e statunitense). Alcuni dei più importanti nazisti fuggiti attraverso la rete del Vaticano inclusero Adolph Eichmann, il supervisore dello sterminio degli ebrei. Oltre allo stesso PioXII, supervisionarno la rete il cardinale Montini (poi Papa Paolo VI), il vescovo Alois Hudal e Padre Kunoslav Draganovic. Una delle principali figure naziste nella creazione delle ratlines fu Walter Rauff, che inventò le camere a gas mobili durante la guerra. Rauff, a sua volta, lavorò con l'ufficiale delle SS Friedrich Schwendt, che curò l'Operazione Bernhard e l'Operazione Weding (“Windows”), la falsificazione di banconote della sterlina inglese al fine di distruggere l'economia di guerra britannica e finanziare le Ratline. “...Dopo il crollo del regime di Mussolini nel settembre del 1943, Rauff fu inviato nel nord Italia, dove prestò servizio con le SS nelle regioni intorno a Genova, Torino e Milano. Ancora una volta il suo compito fu quello dello sterminio della popolazione ebraica. Fu durante questo periodo che Hudal prese contatto con questo famigerato assassino di massa. La genesi dell'amicizia tra Hudal e Rauff è un mistero. Alfred Jarschel, un ex leader della gioventù nazista, sostiene che Rauff incontrò Hudal per la prima volta nella primavera del 1943, quando il vice Führer Martin Bormann lo mandò a Roma per sei mesi senza alcuna apparente missione. Questo era il momento in cui il Reich aveva disperatamente bisogno di alti ufficiali dell'esperienza e del calibro di Rauff, perché il risultato della guerra era ancora in bilico. Jarschel crede 'che i primi contatti con il Vaticano furono stabiliti in quei mesi, che avrebbero portato infine alla creazione della rete di fuga di Hudal'”. (Ibid.; pp. 33–34.)
    Alois Hudal
  18. “Il tempo si stava avvicinando più rapidamente di quanto fosse stato necessario. All'inizio del 1944, quando gli Alleati sbarcarono in Sicilia, anche Hudal poteva vedere che il 'Reich Millenario' di Hitler era condannato. Fino a quando le armate naziste stavano vincendo egli guidava con orgoglio in giro per Roma con la bandiera di una 'Grande Germania' nella sua auto; ma quando, nel giugno del 1944, gli Alleati arrivarono nella capitale italiana, Hudal 'fu il primo a cambiarla; improvvisamente la sua bandiera divenne austriaca'”(Ibid.; p. 34.)
  19. “...Ci furono pure molti cambiamenti drammatici nel Vaticano, uno dei quali può aver giocato un ruolo cruciale nello sviluppo della rete di fuga di Hudal. Nel mese di agosto del 1944, morì il cardinale Maglione. Pio XII decise di non nominare un nuovo Segretario di Stato, assumendo la politica estera sotto la propria responsabilità. Da quel momento i monsignori Tardini a Montini lavorarono direttamente per il Papa. Ladislao Farago, nel suo libro controverso dal titolo Aftermath, sostenne che questa decisione 'permise l'accesso di Hudal nella scacchiera più alta della Santa Sede.' Farago sostiene che Hudal fosse arrivato ai ferri corti con Maglione, basandosi sui contatti poco frequenti con il Papa stesso per influenzare la politica vaticana. Ma adesso egli “acquisì un amico nella Segreteria di Stato.'” (Idem.)
  20. “La morte di Maglione lasciò improvvisamente Montini come responsabile della Pontificia Assistenza ai rifugiati, aprendo la porta ai piani di Hudal. Farago sostiene che fu Montini che permise ad Hudal l'accesso ai passaporti vaticani e ad altri documenti di identità e di viaggio, che egli quindi usò per aiutare i suoi amici nazisti. Allo stesso tempo, Hudal sviluppò presumibilmente buoni contatti con un altro importante ufficio del Vaticano sotto il controllo di Montini. Questo fu la Pontificia Commissione di Assistenza, che si occupava di lavoro con i rifugiati. Uno dei suoi ruoli più importanti era l'emissione di documenti di viaggio ai rifugiati legittimi. Infine, Farago sosteneva che Montini consentì l'accesso di Hudal alla Caritas Internazionale, un ente cattolico che pagava le spese per vivere e viaggiare ai veri rifugiati...Nei registri diplomatici americani ci sono alcune prove indiziarie per sostenere che Montini stava deliberatamente aiutando il traffico di nazisti di Hudal...”(Ibid.; pp. 34–35.)
  21. “...Infatti, tra gli agenti dei servizi segreti occidentali Draganovic era molto conosciuto come 'l'eminenza grigia dei Balcani.' Questa era una battuta permanente sia tra gli ufficiali americani che britannici, nei cui ambienti Draganovic si muoveva liberamente. Questo venne confermato anche da Simcic, che era certo che Draganovic avesse contatti diretti con l'intelligence britannica, americana e italiana. L'ex ufficiale britannico disse anche enfaticamente che 'in questo periodo si può quasi parlare di un interfacciamento tra le cariche di vertice dei servizi segreti occidentali e il Vaticano.'”(Ibid.; p. 114.)
  22. “Non è una coincidenza che il 'Signor Dulles' di Rauff divenne in seguito il direttore della Central Intelligence Agency, o che James Jesus Angleton divenne capo del controspionaggio della Cia. In tutta la sua carriera Angleton mantenne il controllo esclusivo della collaborazione dell'intelligence americana con il Vaticano. Qualunque siano le ragioni americane, è incontestabile che Rauff fu scarcerato e tornò al suo appartamento a Milano.”(Ibid.; p. 39.)
  23. “Secondo la pubblicazione francese Cercle Noir, Rauff prese contatto con l'arcivescovo Siri di Genova e andò subito a lavorare per il Vaticano nella creazione di un sistema di traffico clandestino di nazisti. Oltre ai suoi elevati livelli di contatti americani e vaticani, il contributo principale di Rauff al sistema di contrabbando di Hudal potrebbe essere stato finanziario. L'uomo che fu artefice del programma di camion mobile a gas adesso era diventato un riciclatore di denaro, con l'aiuto di Frederico Schwendt, ex collega di Rauff alle SS. Schwendt è considerato tra i più grandi falsari della storia, avendo egli falsificato milioni di banconote durante la guerra, come parte di un'operazione delle SS con nome in codice Wendig.”(Idem.)
    Giuseppe Siri
  24. “L'intenzione originale era di indebolire e forse distruggere le economie alleate, ma, mentre la guerra volgeva al termine, Schwendt riciclava il denaro contraffatto attraverso vari istituti di credito per la prima rete di fuga. Wiesenthal sostiene che Schwendt girò i proventi verso il suo vecchio compagno, Walter Rauff.”(Idem.)
  25. “Tuttavia Jarschel ha una versione leggermente diversa. Egli sostiene che Hudal contattò Rauff nel luglio del 1945, chiedendogli di venire a Roma per un incontro segreto. Questo si rivelò impossibile; quindi, al suo posto Hudal suggerì che Rauff viaggiasse a Genova per contattare il neo nominato e fortemente anticomunista arcivescovo Siri, un altro attore chiave nel funzionamento del traffico di nazisti. Rauff andò a Genova e venne ricevuto da uno dei segretari privati di Siri. Jarschel sostiene che gli fu data una somma considerevole di denaro e un passaporto della Croce Rossa con un visto valido per la Siria. Egli quindi tornò a Milano e istituì la rete di fuga.”(Idem.)
  26. “Forse la verità sta da qualche parte nel mezzo: Rauff probabilmente usò il denaro di Siri per aumentare i proventi dall'operazione di riciclo di denaro contraffatto. Jarschel e Cercle Noir concordano entrambi che, nel corso dei successivi quattro anni, alcuni dei criminali di guerra nazisti più ricercati passarono da Rauff a Milano, al vescovo Hudal all'Anima di Roma e successivamente all'arcivescovo Siri a Genova. Qui si imbarcavano nelle navi e partivano per una nuova vita in Sud America...”(Ibid.; pp. 39–40.)
  27. Uno dei più efferati nazisti che fuggirono con l'aiuto del Vaticano fu Ante Pavelic, capo del brutale governo croato ustascia nella seconda guerra mondiale. Prima di fuggire in Argentina (dove divenne un collaboratore di Juan Peron), Pavelic venne effettivamente messo al riparo a Castelgandolfo, la residenza estiva del papa. “...nel maggio 1946, l'intelligence americana scoprì da una fonte molto confidenziale, che il Poglavnik viveva 'vicino a Roma in un edificio che è sotto la giurisdizione del Vaticano.'Questo avvenne subito dopo che Pavelic era arrivato a Roma dall'Austria, ed è ormai noto che Poglavnik, come Ferenc Vajta, si rifugiò effettivamente a Castelgandolfo, dove si trovava la residenza estiva del papa. Sembra che molti nazisti gravitassero a Castelgandolfo, considerato che Pavelic era ospitato con un ex ministro del governo rumeno nazista. [il corsivo è di Mr. Emory’s.]” (Ibid.; p. 78.)
    Ante Pavelic
  28. Successivamente il programma espone la documentazione sulla veridicità delle accuse dei querelanti nella sopracitata causa contro la Banca Vaticana. Le “ratlines” vaticane, le reti di fuga naziste della Chiesa, furono presiedute dal vescovo Alois Hudal e da padre Draganovic (il “prete d'oro”). Draganovic contribuì ad animare il saccheggio ustascia della Jugoslavia. Nel periodo immediatamente successivo alla guerra, il bottino ustascia venne utilizzato, in parte, per finanziare una guerriglia contro il regime jugoslavo. Questi ustascia ricostituiti vennero definiti “Krizari” - crociati. La campagna dei Krizari venne amministrata dai servizi segreti britannici, che assistettero il Vaticano nell'esodo del bottino ustascia. Ancora una volta, il “Pavelic” a cui ci si riferisce nel brano seguente era Ante Pavelic, il Fuhrer del regime ustascia, che diventò, dopo la guerra, un consulente di fiducia del dittatore Juan Peron. “... Con l'aiuto dei sacerdoti cattolici, Pavelic aveva cominciato a trasferire grandi quantità di oro e valuta in Svizzera nei primi mesi del 1944. Parte del tesoro fu portato in Italia dal tenente colonnello britannico Jonson per finanziare le forze Krizari. Un'altra parte andò a Roma con Draganovic e finì anche per finanziare la rete terrorista.”(Ibid.; p. 132.)
  29. “Ma oltre 2400 chili d'oro e altri oggetti di valore rimasero ancora segretati a Berna. Questi dovevano essere usati per 'aiutare i profughi della religione cattolica', ma vennero in realtà destinati alle operazioni clandestine degli ustascia. Anche se gli Alleati avevano temporaneamente impedito loro di accedere a questi fondi, all'inizio del 1948 era giunto il momento di usare la Chiesa per recuperare il bottino.”(Idem.)
  30. “A Berna, gli ustascia amici di Rozman erano impegnati in una frode in grande stile, utilizzando il mercato nero per convertire l'oro in dollari, e più tardi, in scellini austriaci. 'L'aiuto ai profughi è contabilizzato al tasso ufficiale di cambio per i dollari', notarono gli ufficiali americani, aggiungendo che 'sono state effettuate pratiche scorrette' (ufficialmente il dollaro vale dieci scellini; al mercato nero nel vale da 100 a 150). Secondo informazioni attendibili:'Rozman sta andando a Berna per prendersi cura di queste finanze. Il denaro è in una banca svizzera, ed egli ha intenzione di inviare la maggior parte di esso verso l'Italia e da lì agli ustascia in Argentina.'”(Ibid.; pp. 132–133.)
  31. “Poco tempo dopo Rozman arrivò debitamente a Berna insieme al vescovo Ivan Saric, il 'boia' di Sarajevo. Entro la fine di maggio del 1948 Rozman aveva apparentemente portato a termine questa operazione di riciclaggio di denaro per gli ustascia, quindi egli visitò il Consolato degli Stati Uniti a Zurigo, dove gli venne dato un 'visto di immigrazione fuori quota come ministro di religione'. Egli viaggiò poi negli Stati Uniti e si stabilì a Cleveland, in Ohio. Il circolo era ormai quasi completato. Il 'tesoro' rubato di Pavelic venne rintracciato attraverso un attento monitoraggio dei movimenti e delle attività del vescovo a Lubiana...”(Ibid.; p. 133.)
  32. “William Gowen ed i suoi colleghi del CIC avevano iniziato a svelare il ruolo della Gran Bretagna nelle operazioni dei Krizari durante la loro caccia di Ante Pavelic nel 1947. Come già discusso, essi scoprirono presto che il Vaticano stava proteggendo Pavelic, con la connivenza del servizi segreti britannici (SIS). Nel corso della dimostrazione di ciò, Gowen confermò anche le affermazioni sensazionali fatte da Ferec Vajta. Si ricordi che il contatto ungherese nazista americano aveva detto che il SIS era dietro la rinascita militare e politica degli ustascia.”(Ibid.; p. 122.)
  33. “Gowen investigò le finanze dei Krizari e presto scoprì la sgradevole verità: il denaro proveniva in parte dal 'tesoro' che gli 'scagnozzi di Pavelic' avevano portato fuori dalla Croazia. Secondo Gowen, gli ustascia erano fuggiti con un gran numero di camion carichi di questo bottino rubato. Quando il SIS britannico arrestò Pavelic in Austria nel maggio del 1945, esso raccolse anche una parte del suo bottino. Gowen riteneva come 'vicina alla verità' la seguente versione di ciò che era realmente accaduto:'Il tenente colonnello britannico Jonson fu messo a capo di due (2) camion carichi di presunte proprietà della Chiesa cattolica nella zona britannica dell'Austria. Questi due (2) camion, accompagnati da un certo numero di sacerdoti e ufficiali inglesi, entrarono poi in Italia e andarono verso una destinazione sconosciuta.'”(Ibid.; p. 123.)
  34. “Il maggiore Stephen Clissold confermò che tali 'camion del tesoro' ustascia avevano infatti raggiunto l'Austria. Non sorprende che Clissold non abbia menzionato il ruolo britannico nello spostamento di essi in Italia, sostenendo invece che 'sono stati depositati in custodia ad un monastero'; ma Gowen era certo che gli inglesi stavano adesso usandoli per finanziare 'il movimento di resistenza croata in Yugoslavia. Le forze di resistenza...vanno sotto il nome di Krizari (Crociati)...Il contatto radio è mantenuto per mezzo di una radio da campo gestita da Vrancic, un ex ministro di Pavelic che si trova nella zona inglese dell'Austria. Si pensa che il servizio di corriere ustascia nelle zone austriache sia aiutato dalla Chiesa Cattolica Romana in Austria. Il cardinale Graz è conosciuto per essere in stretti rapporti con...il professore Draganovic, Krunoslav, un noto contatto di Pavelic a Roma.'”(Idem.)
  35. “Ancora un volta l'intelligence occidentale scoprì che padre Draganovic era al centro delle attività clandestine degli ustascia. Egli infatti era noto, nell'intelligence occidentale e nei circoli di emigrati, come 'il prete d'oro', perché controllava gran parte del tesoro rubato. Anche se il colonnello Jonson portò via due camion nel 1945, questo fu solo una piccola parte del bottino di Pavelic.”(Idem.)
  36. “Quattrocento chili d'oro, del valore di milioni di dollari, e una notevole quantità di valuta estera erano stati occultati a Wolfsberg, dove erano sotto il controllo dell'ex ministro ustascia Lovro Susic. Draganovic scoprì questo da alti funzionari ustascia durante la sua visita in Austria a metà del 1945. Essi erano apparentemente determinati a mantenere una certa indipendenza dagli inglesi, che temevano potessero impossessarsi dell'oro, così chiesero a Draganovic di portarlo in salvo. Il sacerdote era fin troppo disposto a fargli questa cortesia, visto che contattò Susic e con il suo accordo portarono quaranta chili di lingotti d'oro a Roma, nascosto in due casse da imballaggio. Non vi è alcun dubbio circa le strette connessioni di Draganovic con la gerarchia ustascia in questo schema di riciclaggio di denaro...”(Ibid.; pp. 123–124.)
  37. Un altro dei criminali di guerra croati che trasse beneficio delle Ratline fu Srecko Rover. Negli anni novanta Rover ritornò in Croazia per diventare un consulente per il "nuovo" governo croato nelle sue atrocità commesse contro i serbi e i musulmani bosniaci. (Per ulteriori informazioni sugli ustascia croati e la loro influenza sul "nuovo" governo croato, vedere, tra gli altri programmi, FTR#48.) Non è un caso che Srecko Rover, il luogotenente di Pavelic (il cui ruolo nelle brutali atrocità a Sarajevo e nel suo intorno, durante la seconda guerra mondiale e nelle reti terroristiche dell'intelligence britannica alla fine degli anni quaranta, è documentato al Capitolo 6 di questo libro) fornì una consulenza specialistica al governo di Tudjman su come condurre un buon massacro. Né è un caso che Rover e i suoi compagni ustascia, che furono trasportati clandestinamente dalle Ratline vaticane verso Argentina, America, Canada, Australia e Gran Bretagna, addestrarono una nuova generazione di criminali di guerra croati formati dall'Occidente, che lasciavano i loro paesi di adozione per macellare serbi e musulmani nelle guerre dei Balcani degli anni novanta.”(Ibid.; p. xvi.)
  38. In seguito il programma si è rivolto ad un invito che John Loftus aveva ricevuto per partecipare ad un evento in Argentina, presumibilmente per aiutare a far luce sui criminali di guerra nazisti e il loro esodo verso l'Argentina. Ciò avvenne nel periodo immediatamente successivo dell'impegno di Loftus nell'aiutare la scoperta e l'estradizione del criminale di guerra nazista Eric Priebke, l'autore del massacro delle Fosse Ardeatine a Roma durante la seconda guerra mondiale. Priebke fu tra i nazisti che beneficiarono delle Ratline. “...Improvvisamente, John Loftus, uno degli autori di questo libro, ricevette un invito da parte del governo Menem, per recarsi a Buenos Aires al fine di prendere parte ad un Seminario Internazionale sull'Antisemitismo. Non ci volle molto per scoprire il perché: il governo argentino voleva che lui parlasse dei nazisti in America, per sferrare un colpo lontano dai nazisti in Argentina. Il convegno si rivelò essere uno sforzo di pubbliche relazioni per sorvolare il lato oscuro di Juan ed Evita Peron nel fornire i visti argentini al Vaticano per trasportare clandestinamente i nazisti fuori dall'Europa, che documentiamo più avanti in questo libro. Diversi oratori ridussero al minimo la presenza dei nazisti in Argentina, prendevano le difese dei Peron, ed elogiavano il presidente Menem per la sua coraggiosa decisione di aprire i file di immigrazioni in Argentina per l'ispezione.” (Ibid.; p. xiii.)
    Eric Priebke
  39. Si noti che il governo di Menem continuò a mascherare la verità circa la misura del coinvolgimento nazista con l'Argentina. Si noti, inoltre, che Priebke continuò ad essere protetto da elementi potenti che non vogliono che venga a galla la verità sulle Ratline e sulla complicità di coloro che vi parteciparono. “...Come dimostrato da questo libro, Juan ed Evita Peron accolsero alcuni dei peggiori assassini di massa nazisti della seconda guerra mondiale, tra cui Ante Pavelic, il capo dello stato 'indipendente' della Croazia. Pavelic e quasi l'intero gabinetto del suo sanguinario governo ustascia, tramite il Vaticano erano emigrati a Buenos Aires, dove Peron rese prontamente Pavelic uno dei suoi maggiori 'consiglieri per la sicurezza'. Nemmeno i fatti accuratamente presentati smossero il governo Menem. Passarono mesi e sembrava che Priebke avesse subito poco più che una custodia 'protettiva' sotto l'occhio benevolo degli argentini. Alla fine, tuttavia, dovettero consegnare Priebke sulla scia di una campagna internazionale quasi senza precedenti.” (Ibid.; pp. Xiii-xiv.)
    Juan ed Evita Peron
  40. “Molte delle nostre fonti di intelligence ci avevano avvertito che Priebke era ancora protetto. Sa troppo delle ratline del Vaticano in Argentina affinché possa mai essergli concesso di affrontare un processo. Sorprendentemente, il tribunale italiano assolse Priebke per un cavillo. Il popolo di Roma oscurò le luci della città in segno di protesta. Il mattino successivo Priebke fu riarrestato. La Corte Suprema italiana aveva stabilito che egli doveva essere processato in un tribunale civile. Ma, per nostra sfortuna, Priebke ha ricevuto solo una condanna a cinque anni, più o meno l'equivalente a una settimana di carcere per ogni persona che aveva ucciso nelle Fosse Ardeatine.”(Ibid.; p. xiv.)
  41. Come avremmo scoperto, Pribke fu effettivamente protetto dalle forze caritatevoli. Priebke sapeva troppo delle ratline del Vaticano, e non passò nemmeno il suo tempo in prigione, ma visse comodamente per molti mesi sotto gli 'arresti domiciliari' in un convento cattolico. Nel marzo 1998, il tribunale militare italiano considerò ancora il suo caso, e questa volta decise di metterlo in prigione per tutta la vita. In questo periodo Priebke venne trasferito in un ospedale situato, ironia della sorte, nel quartiere ebraico di Roma. Mentre scriviamo, nell'aprile del 1998, sembra improbabile che Priebke trascorrerà più di un paio di giorni simbolici della sua 'condanna a vita' in una prigione.”(Idem.) [nota di nwo-truthresearch: infatti “causa della sua età avanzata, sia a Priebke che ad Hass fu concessa la detenzione domiciliare."[...]"Dal 2009, godendo ancora di ottima salute, gli è concesso uscire di casa 'per fare la spesa, andare a messa, in farmacia' ed affrontare 'indispensabili esigenze di vita'. La conferma è arrivata dal suo legale Paolo Giachini. Questa concessione è stata resa nota solo nel mese di ottobre 2010." fonte]
  42. Più avanti il programma commenta alcune delle informazioni circa la crociata per la libertà e la complicità dei funzionari di alto rango del GOP nel favorire la ricollocazione dei nazisti verso gli Stati Uniti. Per maggiori informazioni su ciò, si veda, tra gli altri programmi, FTR#465.
  43. Il programma ha esaminato inoltre la sponsorizzazione dei Fratelli Musulmani, i collaboratori arabi dei nazisti, da parte della Cia,. Il programma ha inoltre esaminato la connessione GOP/Fratelli Musulmani/Banca Al Taqwa.








leggi anche:
Operazione Odessa: la Fuga dei Nazisti con l'aiuto del Vaticano
Ratlines: I Criminali Nazisti Salvati dal Vaticano



I Cavalieri di San Giovanni “Non Cattolici” sotto l'Ombrello del Papato Romano

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Come molti di voi sapranno, il Protestantesimo nacque per opporsi al papato romano e alla sua corruzione; la Riforma, quindi, voleva essere qualcosa di radicalmente diverso e ristabilire il primato della Bibbia sopra il corrotto potere temporale dei papi.[stiamo parlando di fatti storici, indipendentemente dal fatto che si creda o no nella Bibbia].

Però, quando abbiamo a che fare con le stirpi nobiliari odierne, parlare di protestantesimo, o più in generale, di cristianesimo non cattolico, ha più un significato di facciata che di reale sostanza.

Il protestantesimo e il cristianesimo nobiliare che vediamo nell'epoca moderna appare essere tutt'altra cosa rispetto a quello del passato.

In Inghilterra abbiamo adesso il Venerabile ordine di San Giovanni, che è l'equivalente anglicano-protestante del cattolico Sovrano Militare Ordine di Malta; a capo del Venerabile ordine di San Giovanni vi è la Regina Elisabetta II del Regno Unito. Da wikipedialeggiamo:


“Il Molto venerabile ordine dell'ospedale di San Giovanni di Gerusalemme(Most Venerable Order of the Hospital of Saint John of Jerusalem), o semplicemente Ordine di San Giovanniè un ordine cavallerescoinglesefondato nel 1831 ed ancora oggi concesso nelle nazioni del Commonwealth. L'ordine conta circa 25.000 confratelli, 4.000 impiegati e 250.000 volontari, in gran parte di fede protestanteo anglicanaanche se sono ammessi nell'ordine gli aderenti al cristianesimoin generale.

Storia


Lo scioglimento del secolare ordine dei Cavalieri ospitalieri di San Giovanni, voluto da Napoleonedopo la conquista dell'isola di Malta, pose fine a una continuità d'intenti e di risorse che contava quasi ottocento anni di storia. A partire da quella data, i cavalieri si ritrovarono divisi in due ordini paralleli: il Sovrano militare ordine di Malta che, a dispetto del nome, ha il suo priorato generale a Romaed è legato al Soglio pontificio, e il Venerabile ordine ospedaliero di San Giovanni, legato alla Chiesa anglicana (e quindi al sovrano d'Inghilterra), che ha il suo priorato generale a Londra. Entrambi gli ordini conservano la loro funzione ospedaliera e possiedono cliniche, ospedali da campo e scuole di formazione medica in ogni parte del mondo.

Adesso arriviamo al punto fondamentale:

L'ordine venne ufficialmente riconosciuto nel 1888quando la regina Vittoria d'Inghilterraconcesse all'organizzazione la protezione reale, rinominandola "Gran priorato del venerabile ordine dell'ospedale di San Giovanni di Gerusalemme in Inghilterra". Nel 1926il nome divenne "Gran priorato nel reame britannico del venerabile ordine dell'ospedale di San Giovanni di Gerusalemme". Il nome venne nuovamente modificato nel 1936in "Gran priorato nel reame britannico del molto venerabile ordine dell'ospedale di San Giovanni di Gerusalemme". Esso nel 1961svolse un ruolo fondamentale nella fondazione dell'Alleanza degli ordini di San Giovanni di Gerusalemmee finalmente ottenne nel 1963un riconoscimento ufficiale da parte dell'ordine di Malta che lo riconobbe come ordine collaterale.



Quindi, dopo il suo ruolo nella fondazione dell'Alleanza degli ordini di San Giovanni di Gerusalemme, il Venerabile Ordine di San Giovanni non divenne altro che un Ordine sottomesso e collaterale allo SMOM di Roma. Ma cos'era avvenuto in quegli anni? Ce lo spiega bene Richard Bennett nel suo articolo Eletto Papa Francesco:il Mistero dell’Empietà continua:



Il Concilio Vaticano II (1962-1965) dichiara formalmente un cambiamento nella strategia del Papato promuovendo la riunificazione dei protestanti sotto il Cattolicesimo romano insieme all'incorporamento delle altre fedi sotto il suo controllo. Il Concilio, quindi, si muove da una posizione di "separazione dalle altre religioni" ad un ecumenismo che tutto vorrebbe abbracciare, non solo con le religioni del mondo, ma pure con i cristiani che un tempo erano chiamati eretici, vale a dire con quei cristiani che assumono la Bibbia soltanto come regola della loro fede e della loro condotta.”


Come sappiamo, nessun vero protestante si riunificherebbe mai al papato. Quello che invece è avvenuto è stata la riunificazione delle élite nobiliari “protestanti” corrotte sotto la bandiera del papato. Un fatto che è anche evidenziato da Craig Oxleydel sito The Unhived Mind:



"Oggi tutte le più potenti linee di sangue Reali, e i loro rappresentanti, fanno parte dei Cavalieri di Malta; personaggi quali l’Imperatore stesso, Re Juan Carlos di Spagna il Principe Vittorio Emanuele IV; abbiamo quindi le Dame di Malta, quali la Regina Beatrice ed Elisabetta Maria II. Sono tutti parte integrante di tale antica struttura di potere che gestisce il mondo per conto del Papato. Le sedicenti sezioni protestanti riconosciute rispetto ai Cavalieri di Malta Cattolici sono controllate dal Cardinale (Cattolico) e Gran Maestro Matthew Festing e soggette alla sua autorità, esercitata tramite l’Alleanza degli Ordini di S. Giovanni di Gerusalemme che ha sede a Ginevra, in Svizzera, il cantone controllato dalla Casa dei Savoia, il cui vertice è il Principe (Vittorio) Emanuele IV, che non è semplicemente un Cavaliere di Malta, è inoltre un Cavaliere dell’Ordine di Costantiniano (di San Giorgio) ed un Cavaliere dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme, appunto come Re Juan Carlos di Spagna."

La sottomissione al papato della Regina Elisabetta II, capo del Venerabile Ordine di San Giovanni, è anche evidenziata dalle seguenti foto:



Vi è anche un altro fatto che stringe assieme il Sovrano Militare Ordine di Malta romano al Venerabile Ordine di San Giovanni inglese; questo riguarda il nuovo Gran Maestro dello SMOM romano, il britannico Matthew Festing:



Nel giugno del 1998 [Matthew Festing] fu decorato come Ufficiale dell'Ordine dell'Impero Britannico dalla Regina Elisabetta, per il quale egli servì come tenente nella contea di Northumberland.”

[articolo del Times Online, ndr]






L'Alleanza degli Ordini di San Giovanni di Gerusalemme è una federazione di ordini religiosi Protestanti in Europa, che rivendicano la comune eredità della tradizione militare medievale dei Cavalieri Ospitalieri (l'Ordine dell'Ospedale di San Giovanni di Gerusalemme).

Costituitasi nel 1961 per incoraggiare una più stretta collaborazione tra i suoi ordini membri in materia di interesse comune, l'alleanza comprende:

  • Il Johanniterorden (Balley Brandenburg des Ritterlichen Ordens Sankt Johannis vom Spital zu Jerusalem o il "Baliaggio di Brandeburgo dell'Ordine di San Giovanni dell'Ospedale di Gerusalemme") con base in Germania.
  • Il Venerabile Ordine di San Giovanni, con base nel Regno Unito
  • Il Johanniter Orde, con base nei Paesi Bassi
  • Il Johanniterorden i Sverige, con base in Svezia

nonché le capitanerie non tedesche affiliate al Baliaggio di Brandeburgo

  • Il Johanniter Ridderskapet i Finland, con base in Finlandia
  • L'Association des Chevaliers de St. Jean, con base in Francia
  • Il Kommende der Johanniterritter in der Schweiz, con base in Svizzera
  • Il Johannita Rend Magyar Tagozata, con base in Ungheria

Sebbene John Brooke-Little affermi che l'unione degli ordini protestanti non avvenne per portare avanti l'ecumenismo ma primariamente per proteggersi contro gli altri ordini impostori di San Giovanni, la realtà dei fatti ci indica chiaro e tondo che questa unione è stata il prerequisito per la più grande unione sotto l'ombrello di Roma:

I membri Protestanti dell'Alleanza, insieme al Sovrano Militare Ordine di Malta cattolico romano (SMOM), formano gli “Ordini di San Giovanni Reciprocamente Riconosciuti.” Tutti affermano che lo SMOM è l'Ordine originale, con i membri dell'Alleanza protestante che derivano dalla stessa radice.[2][3]Nessuno di loro riconosce uno qualsiasi degli altri ordini di San Giovanni (che essi descrivono come 'sedicenti'), né le loro richieste di essere i successori dell'ordine medievale di San Giovanni, né il loro preteso diritto di utilizzare il nome e il simbolo di questo ordine”



Dal sito ufficiale dell'Alleanza degli Ordini di San Giovanni, leggiamo la dichiarazione congiunta datata 14 ottobre 1987:



Insieme al Sovrano Militare Ordine Ospedaliero di San Giovanni di Gerusalemme, di Rodi e di Malta, che è cattolico, i quattro Ordini non cattolici di San Giovanni offrono una risposta cristiana ai problemi di un mondo inquieto e materialista. Essi hanno una comune devozione ad una tradizione storica ed un'unica vocazione: la sovranità dei malati e dei poveri. Essi si sforzano di realizzare il loro obiettivo della reciproca collaborazione al pari delle loro stesse opere. Essi sono gli unici Ordini di San Giovanni che possono legittimamente usare quel nome. L'Ordine dell'Ospedale di San Giovanni di Gerusalemme ha avuto origine a Gerusalemme alla fine dell'XI secolo ed è stato riconosciuto come Ordine dal Papa Pasquale II nel 1113. Da quella data esso diventò un ordine religioso. I suoi membri presero i voti monastici e vissero secondo una regola religiosa. Nel corso della sua storia esso sviluppò una classe di cavalieri che non presero voti, mentre i cavalieri che appartenevano alla prima categoria continuarono ad essere religiosi professi.



L'Ordine, pertanto, combinava e combina tutt'ora in sé in modo unico la natura di un Ordine religioso con quella di un Ordine di Cavalleria. Nel primo caso le funzioni furono e sono tutt'ora soggette alle leggi della Chiesa. Il Sovrano Militare Ordine Ospedaliero di San Giovanni di Gerusalemme, di Rodi e di Malta (generalmente noto come Sovrano Militare Ordine di Malta) è questo Ordine. Esso è ampiamente riconosciuto come un soggetto sovrano di diritto pubblico internazionale. Ha cinque Gran Priorati, tre Sotto-Priorati e trentasette Associazioni Nazionali in tutta la cristianità cattolica. Dal 1834 la sua sede extraterritoriale è collocata all'interno di Roma. Il Gran Maestro è H.M.E.H. Fra' Angelo de Mojana di Cologna.

Quattro Ordini di San Giovanni di Gerusalemme non cattolici sono riconosciuti dalle loro autorità sovrane nei paesi in cui essi hanno la loro sede. Essi sono:

-Die Balley Brandenburg des Ritterlichen Ordens Sankt Johannis vom Spital zu Jerusalem (generalmente noto come Der Johanniterorden). Oltre alle diciassette Associazioni nella Repubblica federale di Germania, ci sono quella austriaca, quella finlandese, quella francese e quella svizzera (che sono riconosciute ufficialmente nei rispettivi paesi) e quella ungherese in esilio. La sua sede è a Bonn. Il suo capo, designato Der Herrenmeister, è H.R.H. Principe Wilhelm-Karl di Prussia.

-Johanniter Orde nei Paesi Bassi. Esso si formò come Ordine indipendente nel 1946. La sua sede è all'Aia. Il suo capo è H.R.H. Principe Bernardo d'Olanda. [nota di nwo-truthresearch:da notare che il Principe Bernardo d'Olanda fece parte, insieme alla Regina Beatrice, anche dell'Ordine di Malta Cattolico; egli fu insignito del Rango Gran Croce di Onore e Devozione dell'Associazione olandese dell'Ordine di Maltanel 1949;si veda il nostro articolo Il Vero Potere: Ancora prove della connessione tra Bilderberg e Cavalieri di Malta]



    -Johanniterorden i Sverige. E' stato costituito con regio decreto nel 1946. La sua sede è a Stoccolma e l'Alto Patrono è HM Re Carlo XVI Gustavo.
    -Il Gran Priorato del Venerabile Ordine dell'Ospedale di San Giovanni di Gerusalemme (generalmente noto come Ordine di San Giovanni). Ha sei Priorati, due Commende e quaranta Consigli di San Giovanni in tutto il mondo di lingua inglese. Ha sede a Londra. Il suo capo è HM Regina Elisabetta II.
    I quattro ordini non cattolici sono associati tra loro nell'Alleanza Internazionale degli Ordini di San Giovanni di Gerusalemme. Essi sono Ordini Cavallereschi, ma sono da distinguersi dalla maggior parte degli Ordini nazionali a causa della loro fede cristiana e delle loro tradizioni come confraternite religiose di laici cristiani.

In tutti questi Ordini sono favoriti quegli ideali dell'Ordine medievale che vengono applicati alle loro circostanze, essenzialmente la cura dei malati ed altri servizi per gli uomini.



14 Ottobre1987. Firmata da H.M.Em. H. Fra' Angelo di Mojana, Prince and Grand Master of the Sovereign, Military and Hospitaller Order of Saint John of Jerusalem, called of Rhodes and of Malta; H.R.H. Wilhelm-Karl, Prince of Prussia, Herrenmeister of the Johanniter Order; H.R.H. Prince Bernhard of the Netherlands, Landcommander, Johanniter Order in the Netherlands; Fredrik Lowenhielm, Johanniter Order in Sweden; Rt. Hon. the Earl Cathcart, Lord Prior, The Most Venerable Order of Saint John.



Sempre dal sito ufficiale dell'Alleanza degli Ordini di San Giovanni leggiamo la parte iniziale della loro dichiarazione congiunta del 22 Ottobre 2004:


“Il Sovrano Militare Ospedaliero Ordine di San Giovanni di Gerusalemme, di Rodi e di Malta, e i quattro ordini dell'Alleanza degli Ordini di San Giovanni di Gerusalemme - Die Balley Brandenburg des Ritterlichen Ordens Sankt Johannis vom Spital zu Jerusalem, il Molto Venerabile Ordine dell'Ospedale di San Giovanni di Gerusalemme, il Johanniter Orde nei Paesi Bassi e il Johanniterorden i Sverige – condividono un impegno verso la tradizione stabilita dall'Ordine dell'Ospedale di San Giovanni di Gerusalemme nel medioevo.

L'Ordine Medievale

L'Ospedale di San Giovanni di Gerusalemme fu un ordine della Chiesa Cattolica...



Cari lettori del blog, ancora una volta possiamo affermare che tutte le strade degli Ordini di San Giovanni portano a Roma.

Leggi anche:
Il Gotha? I Cavalieri di Malta, Il Distinto Ordine Cattolico Plurisecolare che Combina Carità e Politica di Destra

Polito, Chi sono i bamboccioni?

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Recentemente mi è capitato di leggere molte recensioni ed estratti di un libro di Antonio Polito, dal titolo "Contro i Papà".

Il "giornalista" in questo libro descrive una realtà italiana in cui i genitori avrebbero viziato i propri figli, facendoli vivere al di sopra delle loro possibilità, nella bambagia e non gli avrebbero invece infuso la vera educazione, fatta di ceffoni e calci nel sedere (metaforici e non), che, secondo lui, insegnerebbero a vivere e a temprare il carattere. Tutto ciò avrebbe portato alla crisi odierna (mica colpa della rapina delle banche e della classe dirigente Vaticano Gesuitica della quale egli è cantore! Figuriamoci!). Il "giornalista" Polito è un ex finto comunista, paraculato, fondatore del quotidiano Il Riformista, che adesso lecca il culo a Comunione e Liberazione (è lodato anche dal capo della setta CL Julián Carrón) e fa parte del circolo elitista Aspen Institute, composto da super ricchi appartenenti alla crème de la crèmedella classe dirigente VATICANO-PARASSITA, che condiziona la politica e l'economia di tutta l'Europa e non solo. Egli descrive una realtà che è tangibile, ma lo è soprattutto per la classe BAMBOCCIONA ALTO BORGHESE E PARASSITA IN CUI EGLI E LA CASTA VATICANO-PARASSITA ABITANO, fatta di auto blu, sovvenzioni statali, università pagata dal papi fino a 40 anni, esami passati senza studiare ma solo perché conosci il professore amico o parente, vacanze ai tropici pagate dal papi, lavoro sicuro, facile e ben pagato trovato tramite raccomandazione dal papi, ecc., ecc.; leggendo però le tesi di Polito, sembra che questo destino di bambagia sia comune a tutti; questo giornalista cane da guardia del potere dipinge un fantomatico paese del Bengodi che vive solo nella sua fantasia, mentre egli, furbescamente, non vuole accorgersi di stare descrivendo solo i vizi e le furberie della sua classe DECADENTE, che ha distrutto questo paese! Il bamboccione moralista finto cantore di meritocrazia Polito ha acceduto infatti anche a laute sovvenzioni con il suo giornale inutile Il Riformista: "Fin dalla fondazione il quotidiano è legato al mensile Le Ragioni del Socialismo, edito da Emanuele Macaluso, storico esponente della corrente migliorista del PCI. La rivista è organo ufficiale dell'omonima associazione politica, pertanto accede al fondo statale di sovvenzioni per l'editoria", quando ottimi giornalisti e blogger fanno un lavoro gratuito e senza ritorno economico, nella più totale miseria.
Su Il Riformista si legga anche:

Contributi illeciti a Libero e Il Riformista indagato il deputato Pdl Antonio Angelucci

Libero e Il Riformista beneficiarono di contributi pubblici illeciti. Maxi sequestro al deputato PDL Antonio Angelucci

 

Per non smentire la sua natura il nostro Polito è anche giornalista paraculo editorialista del Corriere della Sera che vive nella bambagia di sovvenzioni pubbliche a non finire, come descritto nel libro La Casta dei Giornali, scritto da Beppe Lopez:


 "Come avviene questo finanziamento? La parte più cospicua delle provvidenze sene va in "contributi indiretti": agevolazioni postali, telefoniche, elettriche, ecc. che premiano in particolare i grandi gruppi editoriali con molte testate, alte tirature e ampi organici. Così la Rcs-Corriere della sera è arrivata in un anno a prendere 23 milioni, la Mondadori 19 per le poste e 10 per la carta, Il Sole-24 Ore 19, la Repubblica-Espresso 16, l'Avvenire 10 milioni di euro. Il Foglio di Giuliano Ferrara si portava a casa 3,4 milioni come organo della "Convenzione per la giustizia". Libero e i suoi confratelli organi di movimento hanno continuato a prendere quattrini in quanto trasformatisi in "cooperativa" editoriale nella quale non era nemmeno richiesta una maggioranza di cooperatori giornalisti, requisito finalmente introdotto nel disegno di legge approvato nei giorni scorsi dal governo e che ora sarà discusso in Parlamento."

(Si legga anche qui).
Che il Corriere sia un'espressione del potere lo si desume leggendo il comunicato sindacale del Comitato di Redazione: in esso scopriamo che la Fiat è uno dei principali azionisti, mentre le principali banche creditrici sono "IntesaSanPaolo (che è anche azionista), Unicredit e Ubi [che] hanno accettato di rifinanziare il debito in cambio di condizioni capestro. Una su tutte: obbligo di vendere cespiti patrimoniali per restituire 250 milioni di euro entro il 2014." Pensate quindi che tra le pagine del Corriere leggerete che la crisi è colpa delle banche? Certo che no! Si devono trovare distrazioni, come quella di Polito. E se avete visitato il link riportato all'inizio, avrete sicuramente notato che al convegno organizzato da CL, insieme al nostro Polito e al capo della setta CL Julián Carrón, vi era anche il parassita Ferruccio de Bortoli, proprio il direttore del Bamboccione Corriere della Sera, cioè il giornalaccio che non ne vuole sapere di vivere senza i soldi dello Stato pantalone.
Questi paraculati come Polito sono i primi a fare la morale, ma sono i primi a vivere di parassitismo e raccomandazioni; come l'intera putrida classe dirigente di cui egli è cantore: dalla Fornero a Padoa Schioppa, da Ichino a Treu.
Anche qui abbiamo la solita morale Vaticano Parassita del predicare bene per poi razzolare male; perché questa putrida gente, finché non verrà presa a calci nel sedere da qualcuno, non abbandonerà certo i propri privilegi e quelli da lasciare in eredità ai propri figli bamboccioni.
Sicuramente poi ci saranno anche altri casi simili a quelli descritti da Polito, oltre a quelli rappresentati dai personaggi suoi amici, a partire dai rappresentanti di Comunione e Fatturazione. Però cerchiamo di capire il perché molto spesso anche i figli della classe operaia sono costretti a restare con i genitori anche in età avanzata; il perché deriva da un sistema di welfare che scarica tutto sulla famiglia e non consente ai figli di crearsi un'indipendenza prima di 30-40 anni; non perché costoro sarebbero troppo viziati o bamboccioni, ma semplicemente perché non hanno soldi abbastanza per permettersi un'indipendenza prima di quest'età. Tutto questo degenera sovente nel sistema familista amorale-mafioso-clientelare che è l'Italia. Però tutto parte da dati oggettivi: siccome le donne non hanno un servizio di welfare universalistico che accudisca i loro figli mentre esse lavorano, è normale che queste donne si appoggino ai genitori. Se un giovane non trova lavoro oppure quello che trova è solo precario e pagato due lire, se un appartamento in affitto costa di più del proprio misero stipendio, se non vi è un servizio di welfare universale, come in praticamente tutte le altre nazioni europee (anche nel Regno Unito "ultraliberista"), che fornisca un reddito minimo garantito e/o un contributo per l'affitto ai giovani o meno giovani che vogliono affrancarsi dalla propria famiglia, è normale che un figlio chieda aiuto ai genitori: SOPRATTUTTO SE I GENITORI PERCEPISCONO UNA PENSIONE CHE E' DI DIVERSE CENTINAIA DI EURO PIU' ALTA DEL PROPRIO INCERTO REDDITO DA LAVORO!!

E questo vorrebbe dire allevare i figli nella bambagia? E' puro spirito di sopravvivenza! I veri bamboccioni, se così vogliamo chiamarli, sono i nostri nonni e i nostri padri, che hanno vissuto di un lavoro fisso e ben pagato e si sono pagati la casa e la macchina con un BUONO E STABILE STIPENDIO, e sono andati in pensione a 45-50 anni; tutte cose che i giovani "viziati" della classe operaia odierna si sognano, tranne forse i figli bamboccioni della feccia bambocciona e moralista VATICANO PARASSITA che governa questo paese allo sfascio.
Polito parla poi di studenti che arrivano alla laurea a 40 anni, ma è ben attento dal dire che in Italia abbiamo la più bassa percentuale di laureati in tutta Europa, per il semplice fatto che molte famiglie non riescono a mantenere i propri figli all'università non essendoci un efficace diritto allo studio; siamo un paese del terzo mondo nel campo dell'istruzione; per non parlare anche del fatto che quei pochi che si laureano e sono figli di operai sono condannati alla disoccupazione e alla sotto occupazione eterna, e quindi alla povertà estrema, perché in Italia i laureati sono considerati peggio che dei lebbrosi o dei tossicomani e le professioni ad alto tasso di conoscenza stanno calando drammaticamente invece che aumentare, come avviene in tutti gli altri maggiori paesi europei; quei pochi che si laureano con merito sono gli stessi che poi scappano all'estero, uno spreco di intelligenza che indica come la classe dirigente italiana abbia scientemente voluto il declino intellettuale del nostro paese (e il parassita Polito infatti loda molto furbescamente i giovani intelligenti e meritevoli che scappano all'estero; tradotto, vuol dire: lasciteci mangiare questo paese in "Santa" pace e andate a cercare fortuna altrove, non rompete le palle in Italia); l'Italia dei nostri giorni si può descrivere in poche parole: PIZZA, MAFIA, VATICANO E MANDOLINO.
E ricordiamoci che viviamo in un paese con una tassazione altissima, una tassazione che invece di produrre come diretta conseguenza un welfare di tipo scandinavo, arricchisce le banche, la finanza e gli amici e i parenti di Polito, a partire dagli appalti milionari concessi dal potere catto-politico in favore delle aziende di Comunione e Liberazione, mentre ai giovani e ai disoccupati e a tutti i disperati non arrivano che le briciole, paternalisticamente, in vero stile catto conservatore, dall'alto in basso.

Le Proteste in Corso in tutta Italia

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Quest'oggi mi sono recato in piazza per vedere di persona cosa sia questo movimento del 9 dicembre; debbo dire con non riesco ancora a dare un giudizio perché la mia conoscenza è ancora superficiale; in piazza ho visto un po di tutto; dalla mamma esasperata perché non riesce a mantenere i figli, al pensionato che parlava delle vecchie lotte per conquistare i diritti; vi era il pescatore che si era rotto i coglioni e gli studenti che si chiedevano il perché la propria prof che guadagna 800 euro al mese non fosse venuta in piazza e li avesse anche redarguiti per la loro adesione alla manifestazione; ho sentito qualche discorso razzista contro gli immigrati e altri discorsi sulla sovranità monetaria e le banche in mano ai "massoni"; diversi hanno parlato della BCE, del signoraggio bancario e qualcuno ha parlato anche dell'8 per mille della Chiesa; debbo dire che i manifestanti lasciavano il microfono aperto agli interventi dei passanti, e questa è stata un'ottima cosa rispetto alle messe di Beppe Grillo dove parla solo lui e i suoi amici e parenti supporter del Vaticano;
Vedi anche qui.

Tra i manifestanti in piazza ho ascoltato frasi buoniste di chi vorrebbe cambiare il mondo in modo non violento, come avrebbero fatto i paraculi Gandhi, Mandela, ecc., insieme ad interventi di coloro che vorrebbero andare a Roma a strozzare i parlamentari, interventi però criticati da diversi organizzatori che vogliono una manifestazione pacifica.
Nessun discorso sulla geoingegneria però, e nemmeno un adeguato approfondimento del potere italiano ed europeo, che si manifesta per lo più tramite gli agenti del VATICANO PARASSITA, che agiscono dall'interno dei vari governi italioti (a destra e a sinistra), nei bracci mortali dell'Unione Europea, nelle banche, nei think tanks, nelle aziende e in tutti i luoghi di potere. Nessuna menzione degli ordini vaticani come COMUNIONE E LIBERAZIONE, OPUS DEI, CAVALIERI DI MALTA, GESUITI, FOCOLARINI, il vero potere che condiziona il nostro paese e il mondo intero.
Le ragioni della protesta sono sotto gli occhi di tutti; questa classe dirigente parassita, moralista e DELEGITTIMATA dalla Corte Costituzionale, che ha bocciato il cosiddetto Porcellum, ha portato il paese in mutande, facendo pagare la crisi creata a tavolino agli strati più bassi della popolazione. Il rischio però è che le proteste come questa prendano di mira il bersaglio sbagliato; già nel passato si erano accusati gli ebrei "padroni della finanza", una propaganda creata a tavolino dal potere millenario e parassita del VATICANO; su questo aspetto cadono a fagiolo le dichiarazioni naziste e antisemite del demente Andrea Zunino, uno dei cosiddetti "leader" del movimento (da notare che Zunino ha parlato esplicitamente di "banchieri ebrei" e quindi le sue parole non sono state certo travisate; queste accuse non si riferiscono ad un movimento politico, come può essere il sionismo sabbatiano frankista, ma ad un'intera razza). 



Se volete approfondire la propaganda Cattolico Nazista antisemita ancora attiva in tempi recenti all'interno della Chiesa Cattolica leggete il nostro postL'inganno di Don Villa e dei sedevacantisti.
Naturalmente non abbiamo tutte le certezze, ma le nostre ricerche hanno evidenziato che nei luoghi cardine del potere vi sono sempre agenti vaticani, agenti che predicano sempre bene e razzolano sempre male; ciò è un dato di fatto; non tenerne conto è un grave errore; è inutile quindi fare cadere un governo con a capo un fervente CATTOLICO PARASSITA, come Enrico Letta, e mettervene un'altro con a capo un altro CATTOLICO PARASSITA, COME IL "NUOVO" BAMBOCCIONE MATTEO RENZI, un cattolico amato dai ciellini.
 
 Secondo il nostro modesto parere chi protesta in piazza è necessario che individui i reali responsabili, e il VATICANO PARASSITA CON TUTTI I SUOI MARCI TENTACOLI IN TUTTE LE ISTITUZIONI MONDIALI, COME ABBIAMO AMPIAMENTE DOCUMENTATO NEL NOSTRO BLOG, E' IL PRINCIPALE RESPONSABILE DELLA CONDIZIONE ODIERNA DI PROGRESSIVO DEGRADO, CHE, SE NON FERMATA DALLA POPOLAZIONE, PRECIPITERA' L'ITALIA IN UN NUOVO MEDIOEVO CATTO AUTORITARIO. L'invito quindi è questo: noi di nwo-truthresearch siamo tendenzialmente pacifici, ma capiamo che quando ti rubano anche le mutande e stai morendo di fame è difficile capire le ragioni di coloro che hanno la pancia piena e ti invitano a restare calmo; quindi, se non ce la fate più andate a ROMA, ma dirigetevi nella SEDE DELLO IOR, NELLA BASILICA DI SAN PIETRO, IN PIAZZA DEL GESÙ', PERCHÉ' E' Lì LA SEDE DEL POTERE, NON IL PARLAMENTO.

p.s.
Si guardi anche questo video sulle infiltrazioni mafiose all'interno del movimento dei forconi; chi protesta perchè gli manca il pane è necessario che individui anche tutti questi criminali che, storicamente, sono sempre andati a braccetto con molti uomini del Vaticano.

Bagnasco: Razzolatore Babypensionato

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Cari disoccupati, precari, finte partite iva, cari cittadini che guadagnate 600 euro al mese e avete una laurea con lode; cari pescatori, agricoltori, muratori e badanti costretti a lavorare in nero 12 ore al giorno e che alla fine del mese non avete nemmeno i soldi per pagare le bollette;  insomma, cari milioni di disperati che non potete nè mettere su nè mantenere una famiglia normale, marito uomo, moglie donna e pargoli senza problemi sessuali, NON PERCHÉ SIETE ASSEDIATI DALLA LOBBY GAY, ma perché siete MORTI DI FAME, tanto per intenderci, ADESSO SAPETE DA CHI ANDARE A CHIEDERE I SOLDI CHE VI MANCANO; ve lo diciamo noi; dovete andarli a chiedere ad uno dei campioni del predicar bene e del razzolar male; costui è uno dei principali esponenti del VATICANO PARASSITA, L'AZIENDA PIÙ RICCA DEL MONDO, l'azienda che ha piene le sue fila di predicatori nullafacenti che si riempiono la bocca con frasi altisonanti sulla famiglia, ma che dissanguano le casse pubbliche di miliardi di euro che potrebbero essere invece impiegati per il sostegno alle famiglie in difficoltà; sapete chi è costui? Eccolo:
IL MORALISTA AFFAMATO DI SOLDI E POTERE E BABY PENSIONATO PARASSITA ANGELO BAGNASCO, ex arcivescovo ordinario militare; tutto Dio, Carri Armati e Famiglia, che con i suoi emolumenti milionari potrebbe sfamare e far vivere nel lusso un intero quartiere di famiglie svantaggiate come quello di Scampia! Ma non lo fa, perché a lui della famiglia non gliene frega un benemerito cazzo. A lui interessa solo il suo portafoglio e la gloria del POTERE VATICANO. Sì, proprio lui, il ricco e potente presidente della Conferenza Episcopale Italiana, le cui paternali quotidiane vengono riportate in ogni mezzo di comunicazione di massa asservito al potere come se fossero la parola di DIO, a conferma di quanto sia influente la sua persona; sì, proprio lui, l'ipocrita che ha il coraggio di farci a tutti la morale, dicendo che"Il nostro tempo si è lasciato sedurre dalla vanità, dalla cupidigia del denaro facile e del potere: potere e denaro vanno spesso insieme, e danno la sensazione di esistere, di essere importanti e forti, di contare nel mondo, di essere vivi"; come se queste cose fossero altro rispetto alla sua persona, alle mire della Chiesa Cattolica e a quelle dello IOR!

Mi raccomando cari sfigati, disperati, disoccupati, la prossima volta che andate a messa dategli i vostri ultimi centesimi, vedrete che per voi arriverà presto in cambio il paradiso, come preannunciato dalle scritture, e il cammino verso questo luogo idilliaco verrà in tutti i modi agevolato dal vostro "buon" pastore, il cui stipendio o la cui pensione verranno pagati con i soldi pubblici che lo stato ha tolto a voi per darli a lui, al "buon" pastore, che in cambio vi dispenserà il suo servizio dicendovi al massimo di andare a ritirare un pacco di pasta alla Caritas, un pacco di pasta che vi deve bastare per un mese; un pacco di pasta che non è nemmeno il suo, ma che l'Azienda più ricca del mondo ha ricevuto sotto forma di aiuti dall'UE, pagati di tasca nostra.

 












Chiesa

Bagnasco, pensione da generale

I cappellani militari costano allo stato oltre 15 milioni di euro l'anno. E tra loro abbondano i vescovi babypensionati con emolumenti d'oro. Tra cui anche l'attuale capo della Conferenza episcopale italiana

Bagnasco, pensione da generale

All'interno della cittadella militare della Cecchignola c'è un seminario. Vi nascono i futuri cappellani militari, preti che per l'esercito italiano sono anche ufficiali. Il seminario è cattolico, ma a pagare la formazione degli attuali otto seminaristi ci pensa lo stato italiano. Perché la «Scuola allievi cappellani militari» fa parte dell'ordinariato militare, una speciale diocesi che però è anche una struttura delle forze armate e i cui soli uffici centrali romani pesano per 2 milioni di euro sul bilancio del ministero della Difesa. Sembrano tanti, ma pensioni e stipendi di tutti i sacerdoti e, soprattutto dei vescovi che comandano, toccano la cifra di ben 15 milioni di euro all'anno. E abbondano i casi di babypensionamenti.

Tra questi babypensionati spunta il presidente della Conferenza Episcopale Italiana, Angelo Bagnasco, che dal 2003 al 2006 è stato anche arcivescovo ordinario militare, cioè reggente della diocesi, per legge equiparato ad un generale di corpo d'armata. Un ruolo del genere si aggira sui 190mila euro lordi di stipendio all'anno, quello che riceve l'ordinario attuale, monsignor Vincenzo Pelvi. Come pensione, si parla di oltre 4mila euro lordi al mese, ma Bagnasco prende di meno perché non è arrivato ai venti anni di servizio. Detto questo, raggiungendo nel 2006 i sessantatre anni d'età ha avuto diritto al vitalizio sostanzioso con soli tre anni di contributi, e come lui tre generali predecessori: i monsignori Gaetano Bonicelli (sette anni di contributi), Giovanni Marra (otto anni) e Giuseppe Mani (otto anni).

Il problema delle pensioni dei cappellani è un vero dilemma: interrogato da Maurizio Turco dei Radicali, il ministro della difesa Di Paola ha risposta che l'Inpdap non sa dire a quanto ammontino, ma ha stimato che la media degli assegni per i 160 religiosi, di cui 16 alti graduati, si aggiri sui 43 mila euro lordi annui. Sommandoli agli 8,6 milioni di euro che costano i 184 cappellani in attività, vescovi compresi, si arriva a 15 milioni. Un bel costo per «l'assistenza spirituale delle forze armate».

«Il governo parla di tagliare 30-40 mila posti tra militari e civili al ministero della Difesa, ma i cappellani dovevano scendere a 116 e invece superano ancora i 180». spiega Luca Comellini del partito per la tutela dei diritti dei militari, che con Turco ha sollevato il caso delle spese. C'è un sacerdote alla Croce Rossa e ce ne sono al fronte: «Per altro quando dicono messa la domenica ricevono l'indennità di lavoro festivo e se vanno in guerra quella di missione».

L'unico che nella storia ha sciolto i cappellani è stato Mussolini il giorno dopo la marcia su Roma dell'ottobre 1922. Temeva fossero infiltrati del Vaticano, ma negli anni '30 iniziò a riaprire le truppe alla presenza dei preti. Poi nessuno ci ha rimesso mano. Anzi, nel 1997 il governo di centrosinistra di Romano Prodi ha alzato i gradi e con loro lo stipendio dei religiosi: il vicario generale, secondo della gerarchia dell'ordinariato, passò da generale di brigata a generale di divisione, gli ispettori da tenenti colonnello a generali di brigata. Furono creati altri ruoli di rango elevato, così che se prima i sacerdoti erano tenenti, capitani o maggiori, adesso possono essere anche colonnelli e tenenti colonnello.

Un discorso a parte, anzi un articolo a parte, meriterebbe tutta la discussione interna alla Chiesa sul valore dei cappellani. Nel '65 un gruppo di loro scrisse di ritenere «un insulto alla Patria e ai suoi Caduti la cosiddetta «obiezione di coscienza», che, «estranea al comandamento cristiano dell'amore, è espressione di viltà». Ci pensò Don Lorenzo Milano a rispondere che «È troppo facile dimostrare che Gesù era contrario alla violenza e che per sé non accettò nemmeno la legittima difesa». Da anni, dai tempi di monsignor Tonino Bello, Pax Christi chiede di smilitarizzarli e di passare la cura delle anime dei soldati alle parrocchie in cui ha sede la caserma. Insomma, all'interno delle curie è un tema che fa discutere. Ma un altro si presenterà allo stato laico: stanno arrivando soldati di fede diversa, ma l'ordinariato è un ufficio puramente cattolico. Come farà a garantire l'«assistenza spirituale delle forze armate» che non credono in Cristo o almeno non nel papa? Sarà un altro bel dilemma.












 
 
link:  http://espresso.repubblica.it/attualita/cronaca/2012/04/27/news/bagnasco-pensione-da-generale-1.42647


Italia, un paese sul lastrico in mano al Vaticano che lascia i poveri a morire di fame

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L'Italia, il quartier generale della Chiesa Cattolica, è l'avanguardia del peggio che potrà capitare al resto d'Europa sempre più sotto il giogo della dittatura Vaticana. Italia, un paese fanalino di coda per meritocrazia, dove solo i raccomandati e i paraculati figli di papà trovano buoni lavori e vanno nei posti che contano.

 Italia, dove dominano"scadente capitale umano, aggravato da sistemi di selezione in cui il merito gioca un ruolo minore; un pulviscolo di organizzazioni dedite alla conquista e difesa delle rendite; una resistenza diffusa al cambiamento, alimentata da culture anti-industriali e contrarie alla crescita; burocrazia opprimente; istituzioni deboli e incapaci di decidere. Un ambiente in cui governi mirano al massimo a sopravvivere, ma non sono in grado di far nulla per arrestare l’impoverimento". (si veda L’Occidente tra disuguaglianza e declino da Repubblica Economia & Finanza)
Italia, dove più studi e meno ti pagano, e dove i tuoi studi fatti con merito e sacrificio, a differenza di tutti gli altri paesi civili, non ti danno alcuno sbocco concreto se non l'indigenza (si veda anche Sei più qualificato? Ti pago di meno. In Italia stipendi bassi per le professioni specializzate tratto da Il Sole 24 Ore).

 Italia, un paese dove prosperano solo le lobby e le corporazioni con i loro privilegi parassitari mentre il paese va a fondo; Italia, dove "I figli dei bancari ereditano il posto del padre", dove notai, petrolieri, banchieri, farmacisti, commercialisti, assicuratori sono tutti ben rappresentati in Parlamento. Italia, dove dagli anni Ottanta la disuguaglianza sociale è cresciuta del 33%. (si veda il libro Privilegium, l'Italia divorata dalle lobby, di Michele Ainis)

 Italia, dove la madre di tutte le lobby parassite si chiama VATICANO!! Italia, dove i cappellani militari succhiano allo stato 15 milioni di euro l'anno. Italia, dove, secondo le stime del'UAAR, la Chiesa Cattolica costa allo stato italiano (cioè a tutti gli sfigati lavoratori dipendenti che pagano le tasse) ben 6 MILIARDI E 500 MILIONI ALL'ANNO; oppure, se vogliamo tenerci più bassi, 3 MILIARDI DI EURO, secondo le stime di Massimo Teodori.

 Italia, dove "il parassitismo della Santa Sede ha origine nei Patti lateranensi firmati da Mussolini nel 1929, inseriti nella Costituzione del 1948 per volontà di Pio XII e Togliatti, e rinnovati nel 1984."
 Italia, dove quasi tutti i governi sono stati guidati da CATTOLICI FERVENTI (De Gasperi, Leone, Pella, Tambroni, Fanfani, Moro [oppositore e per questo eliminato], Colombo, Segni, Scelba, Zoli, Rumor, Forlani, Cossiga, Goria, De Mita, Andreotti, Berlusconi, Prodi, Ciampi, Monti, Letta), con veramente poche eccezioni.
Italia, dove tra i Governatori della Banca d'Italia abbiamo avuto CATTOLICI FERVENTI come Guido Carli, Carlo Azeglio Ciampi, Antonio Fazio e Mario Draghi: Italia, dove poi ci hanno detto che il complotto era degli ebrei nelle banche centrali e dei comunisti al governo! Italia, dove tutti questi potenti cattolici ferventi hanno portato il paese ad avere"il 50% della ricchezza nelle mani del 10% delle famiglie". Italia, che è "tra i paesi [dove si] registrano le maggiori disuguaglianze nella distribuzione dei redditi, seconda solo al Regno Unito nell'Unione europea" e dove "i ricchi sono sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri". Italia, dove se sei povero ti attacchi al tram di diventare anche solo un poco benestante, perché siamo al penultimo posto in classifica, seguiti dal Regno Unito, per quanto riguarda la mobilità sociale (si veda Intergenerational Income Mobility della Conference Board of Canada). [nota: il Regno Unito è un paese finto protestante-anglicano, perché i suoi Cavalieri di San Giovanni “Non Cattolici", con a capo la Regina Elisabetta II, sono sotto il controllo del Papato Romano].
 Italia, dove un italiano su tre arriva a fine mese solo con l'aiuto dei genitori.

Italia, un paese in cui  "le persone a cui manca il lavoro, totalmente o parzialmente, sono 7,3 milioni, due volte la cifra di sei anni fa. Anche i poveri sono raddoppiati a 4,8 milioni. Le famiglie hanno tagliato sette settimane di consumi, ossia 5.037 euro in media l’anno. Dall’inizio della crisi (fine 2007) si sono persi 1 milione e 810 mila Ula (Unità di lavoro equivalenti a tempo pieno)", come afferma Confindustria.

Italia, un paese in cui la giustizia funziona peggio di paesi come Sierra Leone, Malawi, Iraq e Bolivia (siamo al 155° posto in classifica su 185 paesi; si veda il rapporto Doing Business in Italy 2013 [qui e qui a pag.40] della Banca Mondiale). Italia, 69° posto su 175 nella classifica dei paesi corrotti (a pari merito con il Kuwait; al primo posto c'è il paese meno corrotto, che è la Danimarca; sopra di noi, e quindi meno corrotti, il Ghana, la Namibia, il Rwanda; si veda Transparency International). Italia, paese analfabeta del millennio, dove, secondo l'OCSE, su 24 paesi suoi aderenti siamo "ultimi per conoscenze di base, penultimi per capacità di calcoli"; dove"un italiano su cinque ha problemi di lettura, mentre in Giappone e Finlandia il rapporto scende a 1 su 20 e 1 su 10. Inoltre quasi un terzo della popolazione leggendo un libro o qualsiasi altro testo scritto riesce a interpretare soltanto informazioni semplici." Italia, dove "un italiano su due non legge neppure un libro all'anno".

"L'anno scorso soltanto il 46% degli italiani ha letto almeno un libro, tra questi il 51,9% sono donne e il 39,7% uomini; per tracciare un paragone è utile sapere che tali numeri lievitano fino all'82% nel caso della Germania, al 70% in Francia mentre, in Spagna, il 61,4% degli intervistati si concede la lettura di (almeno) un libro." Italiani, all'ultimo posto in Europa per numero di laureati; "gli italiani si nutrono sempre meno di cultura e sono ultimi in Unione europea per numero di laureati con il 20,3% di persone di 30-34 anni che hanno conseguito un titolo universitario a fronte del 34,6% della media Ue." E poi ci dicono che i laureati in Italia sono troppi e che costoro devono andare a raccogliere banane! Allora perchè in tutti i paesi europei sono molti di più e sono quasi tutti occupati con impieghi ben remunerati e relativi alle competenze acquisite? Perchè gli altri paesi hanno economie più avanzate della nostra, con industrie serie; non sono paesi che vogliono vivere di PIZZA, MAFIA, VATICANO E MANDOLINO! (Se volete un'esposizione dettagliata sul numero di laureati da terzo mondo che ha l'Italia e sul come questi laureati fatichino ad inserisi in un'economia italiana da terzo mondo in cui, al contrario del trend dell'Unione Europea, diminuiscono le professioni ad alta specializzazione, leggete il XV RAPPORTO ALMALAUREA SULLA CONDIZIONE OCCUPAZIONALE DEI LAUREATI, Sintesi di Andrea Cammelli)



Sopra potete vedere uno screenshot del Rapporto Almalaurea a pagina 5; guardate bene dove si posiziona l'Italia per quanto riguarda la percentuale di laureati sulla popolazione complessiva.


L'Italia è il paese dove, nella classifica delle migliori Università al mondo, il primo ateneo si posiziona al 188° posto, quello di Bologna.

Nel paese quartier generale del Vaticano questi non sono certo dati casuali; ci vogliono un paese di dementi, rincoglioniti e superstiziosi che pregano davanti alle Madonne che piangono!! L'Italia è il paese di IDIOCRACY, dove, in tempi di crisi, i propri miseri risparmi la gente li impiega per andare a vedere un film di Checco Zalone, il più visto di sempre nella storia del cinema italiano.

Il nostro è il paese dove le scorregge di Frank Matano totalizzano 8 MILIONI E 500 MILA VISITATORI su YouTube! 

Quale documentario di controinformazione può arrivare a tanto?
In questo paese di merda ridotto sul lastrico questi cattolici parassiti al governo non ti danno nemmeno un euro di sussidio se sei povero e disoccupato (tranne cassaintegrati e altri paraculati sindacali), e per non morire di fame ti devi obbligatoriamente rivolgere alla Caritas e alla Comunità di Sant'Egidio; questi parassiti e moralisti cattolici vogliono che i poveracci ritornino a Dio per mezzo della disperazione fabbricata a tavolino dalle loro riforme; e quale migliore strategia di aumentare i fedeli quella di proporre la Chiesa Cattolica al popolo ignorante e impoverito come la "salvatrice" che, tramite la carità stracciona della Caritas, ti fornisce, con le tasche degli altri, un pasto o un pacco di pasta?

 Riso, pasta e alimenti sono per lo più aiuti dell'UE o di altri donatori, o sono eccedenze alimentari, distribuite dalla manovalanza gratuita fornita dai fedeli. Oppure, se gli aiuti provengono dal Vaticano, questi originano da denaro che gli abbiamo regalato noi, con la dovuta cresta; ad esempio, dal sito ufficiale 8xmille(tenetelo a mente,è IL SITO UFFICIALE!) possiamo leggere la rendicontazione relativa all'anno 2012 (pag. 6).
Su un totale di 1148 milioni di euro, ben 479 milioni sono andati alle esigenze di culto della popolazione(per lo più propaganda e costruzione di nuove chiese); al sostentamento del clero parassita che non vuole cercarsi un lavoro sono andati 364 milioni di euro; al fondo di accantonamento sono andati 50 milioni di euro e agli interventi caritativi sono andati solo 255 milioni di euro su 1148. Quindi, se facciamo i calcoli, scopriamo che solo un misero 22,2 % è andato ad interventi di carità (125 milioni alle diocesi, 85 milioni ai paesi del terzo mondo e 45 milioni ad interventi di rilievo nazionale) e tutto il resto è parassitismo ecclesiastico. Inoltre, a causa di questa legge truffa, l'ammontare dell'8 per mille assegnato alla Chiesa Cattolica proviene per la maggior parte (si stima intorno al 60% dell'importo totale) dalle scelte non espresse. Ricordiamo anche, come detto all'inizio, che la stima del costo totale della Chiesa Cattolica a carico dei cittadini si aggira dai 3 ai 6,5 miliardi di euro l'anno. Immaginate se tutti questi soldi fossero messi a disposizione per intero alle fasce più deboli della popolazionee senza la mediazione paternalista e moralista del clero (per non parlare poi dei frequenti casi di abusi sessuali da parte degli uomini di chiesa nei confronti dei loro assistiti).
Sapendo ciò non sarete più sorpresi nell'apprendere che "tutti gli altri paesi dell’Europa a 28 (tranne Italia e Grecia) hanno adottato da tempo forme di reddito minimo garantito per consentire ai loro cittadini più deboli di vivere una vita dignitosa."
Senza aggiungere altro vi lascio alla lettura dell'articolo tratto da Il Fatto Quotidiano:


Reddito garantito: 1.300 euro al mese in Danimarca, 460 in Francia. La mappa

Mentre in Italia giacciono in Parlamento proposte di legge mai discusse, nel resto d'Europa sono in vigore forme di sostegno e sussidi non destinati solo ai disoccupati. Dal modello scandinavo all'esperimento francese, ecco come funzionano e quanto valgono. Ma il primato va all'Alaska (grazie al petrolio). In Brasile povertà dimezzata con il piano di Lula

di | 24ottobre 2013


L’ultima ad entrare nel club è stata l’Ungheria, nel 2009. Tutti gli altri paesi dell’Europa a 28 (tranne Italia e Grecia) hanno adottato da tempo forme di reddito minimo garantito per consentire ai loro cittadini più deboli di vivere una vita dignitosa, così come l’Europa chiede fin dal 1992. Strumento pensato per alleviare la condizione di insicurezza di chi vive al di sotto della soglia di povertà, in caso di perdita del lavoro il reddito minimo scatta quando è scaduta l’indennità di disoccupazione (che in Italia è l’ultima tutela disponibile) e il disoccupato non ha ancora trovato un nuovo impiego. Ma nell’Ue ne beneficia anche chi non riesce a riemergere dallo stato di bisogno nonostante abbia un lavoro. Negli ultimi anni la tendenza generalizzata, secondo il rapporto The role of minimum income for social inclusion in the European Union 2007-2010 stilato dal Direttorato generale per le politiche interne del Parlamento Ue, è stata quella di razionalizzare i vari sistemi, cercando di legare più che in passato il sostegno a misure per rafforzare il mercato del lavoro in modo da creare occupazione e ridurre il numero dei beneficiari. Ma il reddito minimo continua ad assolvere alla sua funzione: quella di ultimo baluardo garantito dagli Stati contro l’indigenza.
DANIMARCA - Il modello scandinavo. Informato ai principi dell’universalismo, il sistema danese è tra i più avanzati del continente ed è basato su un pilastro principale: il Kontanthjælp, l’assistenza sociale. Il sussidio è tra i più ricchi: la base per un singolo over 25 è di 1.325 euro (escluso l’aiuto per l’affitto, che viene elargito a parte), che arrivano a 1.760 per chi ha figli. I beneficiari che non hanno inabilità al lavoro sono obbligati a cercare attivamente un’occupazione e ad accettare offerte appropriate al loro curriculum, pena la sospensione del diritto. A differenza della maggior parte degli altri paesi, il sussidio è tassabile. E se ci si assenta dal lavoro senza giustificati motivi, viene ridotto in base alle ore di assenza. Fino al febbraio 2012, poi, esisteva lo Starthjælp, letteralmente “l’indennità di avviamento ad una vita autonoma”, il cui contributo minimo era di 853 euro: il beneficio è stato abolito in un tentativo di riorganizzazione e razionalizzazione del sistema.
GERMANIA – Il modello centroeuropeo. In Germania lo schema di reddito minimo è basato su 3 pilastri: l’Hilfe zum Lebensunterhalt, letteralmente un “aiuto per il sostentamento“, un assegno sociale per i pensionati in condizioni di bisogno (Grundsicherung im Alter) e un sostegno ai disoccupati con ridotte capacità lavorative (Erwerbsminderung). Dal 1° gennaio 2013 il contributo di primo livello (il più alto) è di 382 euro per un singolo senza reddito. Sussidi per l’affitto e il riscaldamento vengono elargiti a parte, come le indennità integrative per i disabili, i genitori soli e le donne in gravidanza. Lo Stato pensa anche alla prole: 289 euro per ogni figlio tra i 14 e i 18 anni, 255 euro tra i 6 e i 14 anni, 224 euro da 0 a 5 anni. La durata è illimitata, con accertamenti ogni 6 mesi sui requisiti dei beneficiari, a patto che chi è abile al lavoro segua programmi di reinserimento e accetti offerte congrue alla sua formazione. Ne hanno diritto i cittadini tedeschi, gli stranieri provenienti da paesi Ue che hanno firmato il Social Security agreement e i rifugiati politici.
REGNO UNITO – Il modello anglosassone. Oltremanica il reddito minimo è garantito da un complesso sistema di sussidi basati sulla “prova dei mezzi”, la misura del reddito dei richiedenti. L’Income Support è uno schema che fornisce aiuto a chi non ha un lavoro full time (16 ore o più a settimana per il richiedente, 24 per il partner) e vive al di sotto della soglia di povertà. Il sostegno ha durata illimitata finché sussistono le condizioni per averlo e varia in base ad età, struttura della famiglia, eventuali disabilità, risorse che i beneficiari hanno a disposizione: chi ha in banca più di 16mila sterline non può accedervi e depositi superiori alle 6mila riducono l’importo del sostegno. Le cifre: i single tra i 16 e i 24 anni percepiscono 56,80 pound a settimana, gli over 24 arrivano a 71,70 (per un totale di circa 300 sterline al mese, pari a 330 euro, contro le 370 del 2007). Un aiuto dello stesso importo garantisce la Jobseeker Allowance, riservata agli iscritti nelle liste di disoccupazione: “Per riceverlo il candidato deve recarsi ogni due settimane in un Jobcenter e dimostrare che sta attivamente cercando lavoro”. Lo Stato aiuta chi ha bisogno anche a pagare l’affitto e garantisce alle famiglie assegni per il mantenimento dei figli.
FRANCIA – Esperimento di reddito modulare. A due diversi tipi di sostegno rivolti ai disoccupati, si è aggiunto nel 1988 il Revenu Minimun d’Insertion, sostituito nel giugno 2009 dal Revenu de Solidarité Active. Ne ha diritto chi risiede nel paese da più di 5 anni, ha più di 25 anni, chi è più giovane ma ha un figlio a carico o 2 anni di lavoro sul curriculum. Un singolo percepisce 460 euro mensili (in aumento dai 441 del 2007), una coppia con 2 figli 966 euro. E il sussidio, che dura 3 mesi e può essere rinnovato, aumenta con l’aumentare della prole. Perché il sostegno non si trasformi in un disincentivo al lavoro, il beneficiario deve dimostrare di cercare attivamente un’occupazione, partecipare a programmi di formazione e l’importo del beneficio è modulare: man mano che cresce il reddito da lavoro, diminuisce il sussidio, ma in questo modo il reddito disponibile aumenta.
BUONE PRATICHE
Belgio. Quello belga è un sistema rigido, ma generoso: 725 euro il contributo mensile per un singolo. Con l’inizio della crisi Bruxelles ha, inoltre, aumentato le tutele, adottando nel luglio 2008 per gli anni 2009-2011 l’Anti-Poverty Plan, un’ulteriore serie di misure per garantire il diritto alla salute, al lavoro, alla casa, all’energia, ai servizi pubblici. Inoltre il Belgio è tra i paesi che, con Germania e Danimarca, consentono di rifiutare un lavoro perché non congruo al proprio livello professionale senza vedersi sospeso il sussidio (idea affine a quella proposta in Italia da M5S e Sel): un meccanismo studiato per contrastare quella fascia di lavori a bassa qualificazione che prolifera in conseguenza dell’obbligo di accettare un impiego per non perdere il sostegno.
Irlanda. Anche quello irlandese figura tra i sistemi più generosi: 849 euro il contributo massimo per un singolo. E grazie al Back to Work Allowance nell’isola un disoccupato che intraprende un’attività lavorativa continua ad usufruire dei sussidi per diversi mesi dopo l’avvio del lavoro. Anche se si riprendono gli studi si può richiedere un sostegno al reddito grazie al Back to study Allowance. 

Olanda.
 I Paesi Bassi, invece, oltre ad avere un sistema di manica larga con singoli (617 euro il contributo mensile massimo) e famiglie (1.234 euro, sia che si tratti di coppie sposate che di coppie di fatto, con figli e senza) hanno messo a punto il Wik, una misura specifica per gli artisti, studiata per garantire una base economica a chi si dedica alla creazione artistica.
RISULTATI. Secondo uno studio commissionato dalla Commissione Europea basato sui report nazionali dello Eu Network of National Independent Experts on Social Inclusion, sono rari i casi in cui il reddito minimo “riduce sensibilmente i livelli aggregati di povertà”: “i paesi che meglio riescono ad elevare le condizioni dei loro cittadini più deboli verso la soglia di povertà sono Irlanda, Svezia, Paesi Bassi e Danimarca”. Svolge, invece, un ruolo importante “nel ridurre l’intensità della povertà”. 
ESPERIMENTI NEL MONDO: IL REDDITO DI CITTADINANZA IN ALASKA E BRASILE. A differenza del reddito minimo, il reddito di cittadinanza, in inglese basic income, è una forma universalistica di sostegno del reddito garantita dallo Stato a tutti i cittadini maggiorenni a prescindere dai loro averi e dalla loro disponibilità a lavorare. Secondo la Global Basic Income Foundation, l’unico paese al mondo in cui esiste un reddito di cittadinanza è l’Alaska. Dal 1982 l’Alaska Permanent Fund, nel quale confluisce almeno il 25% dei proventi dei giacimenti di petrolio e gas dello Stato, garantisce un dividendo a tutti i cittadini residenti da almeno un anno. L’importo varia in base a proventi annui del settore minerario: nel 2011 è stato di 1.174 dollari, nel 2008 aveva toccato i 2.100. E si tratta di un sostegno individuale, quindi una famiglia composta da 5 persone riceverà 5 sussidi. Il Brasile, invece, si è dotato di un basic income, la Bolsa Familia, con la legge n. 10.835/2004 promulgata dal presidente Lula l’8 gennaio 2004. In base ai dati della Banca Mondiale, in questi anni la percentuale di persone che vivevano sotto la soglia della povertà (fissata nelle parti più ricche del mondo emergente a 4 dollari al giorno) è scesa dal 42.84%, del 2003 al 27.60% del 2011. E, secondo il Ministero per lo Sviluppo Sociale, il budget per il programma sarà portato dai 10,7 miliardi di dollari del 2012 a 12,7 nel 2013.
fonte: http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/10/24/reddito-garantito-1-300-euro-al-mese-in-danimarca-460-in-francia-ecco-mappa/673894/

P.s.: questo post è stato visionato anche dalla "Santa" Sede.

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Vaticano & Gesuiti S.p.a. paradiso delle multinazionali

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"Guardatevi dai falsi profeti, i quali vengono a voi in veste di pecore, ma dentro sono lupi rapaci"
Matteo 7:15



L'autore di questo libro prevede che verrà il giorno, magari tra un migliaio di anni, in cui il Vaticano cesserà di funzionare come un'istituzione religiosa e assumerà in tutto e per tutto le funzioni di una grande impresa finanziaria. La transizione dall'una all'altra veste sarà meno difficile di quanto possa sembrare, proprio perché man mano che il cattolicesimo andrà accentuando la propria decadenza come grande religione, le ricchezze della Chiesa potranno più facilmente infiltrarsi in qualsiasi campo dell'economia mondiale. Allora, finalmente, il magnate installato al di là del Tevere potrà liberarsi della sua veste di pietà; allora, finalmente, il Vaticano rivelerà l'autentica estensione dei suoi interessi economici.”
Nino lo Bello - L'Oro del Vaticano
[anno di pubblicazione: 1971]


Sotto potete leggere due articoli interessanti che affrontano l'evolversi dei rapporti che la Corporation più ricca del mondo, la Vaticano & Gesuiti S.p.a., la "chiesa povera" del gesuitico Bergoglio, intrattiene con le più svariate multinazionali della consulenza finanziaria e manageriale; nel frattempo continuano i gesti "filantropici" del capo della Corporation "religiosa" multimiliardaria, ed egli è in procinto di essere dichiarato santo perché ha donato "ben"200 euro ad una povera e disgraziata anziana di Marghera.



La curia di Francesco, paradiso delle multinazionali

McKinsey, Promontory, Ernst & Young, KPMG. Dal Vaticano è tutta una corsa ad arruolare le società di consulenza più pregiate e costose al mondo. A che prezzo non si sa

di Sandro Magister


ROMA, 17 gennaio 2014 – Sarà pure "povera e per i poveri" la Chiesa sognata da papa Francesco. Intanto però il Vaticano sta diventando il Paese di Bengodi delle più pregiate e costose fabbriche al mondo di sistemi organizzativi e finanziari.

L'ultima arruolata è la leggendaria McKinsey & Company, con l'incarico di sfornare "un piano integrato per rendere l’organizzazione dei mezzi di comunicazione della Santa Sede maggiormente funzionale, efficace e moderna". Quanto basta per seminare il panico tra gli addetti ai lavori, che negli ultimi tempi in Vaticano non sono diminuiti ma aumentati, in un crescendo di confusione.

A padre Federico Lombardi, direttore della sala stampa e portavoce ufficiale, è stato aggiunto un "senior communications adviser" nella persona del giornalista americano Greg Burke, membro dell'Opus Dei, con un ufficio in segreteria di Stato.

Per non dire dei due addetti stampa che il presidente dell'Istituto per le Opere di Religione, Ernst von Freyberg, si è portato a Roma la scorsa primavera dalla sua Germania, Max Hohenberg e Markus Wieser, entrambi della Communications & Network Consulting.

Poi c'è la Radio Vaticana diretta dallo stesso Lombardi, con 30 milioni di dollari di passivo annuo e con tanti giornalisti quanti ne servivano una volta per trasmettere in onde corte nelle lingue e nelle regioni più remote del globo, ma ora in sovrannumero.

C'è "L'Osservatore Romano", altra voragine di costi con le poche migliaia di copie giornaliere della sua edizione principale.

C'è il Centro Televisivo Vaticano, che fa buoni incassi grazie all'esclusiva mondiale delle immagini del papa ma deve fronteggiare spese proibitive con la Sony e altre grandi firme per la modernizzazione delle tecnologie.

E poi ancora c'è il pontificio consiglio per le comunicazioni sociali, un carrozzone burocratico che avrebbe dovuto fare lui il lavoro ora affidato alla McKinsey, ma evidentemente non ne è stato ritenuto capace.

In questo disordine si è capito da un pezzo che papa Francesco preferisce fare di testa sua. Delle tre sue interviste che più hanno fatto rumore, due le ha date ai gesuiti de "La Civiltà Cattolica" e una al superlaico fondatore de "la Repubblica", senza che né padre Lombardi né Burke né altri vi avessero a che fare.

Altra firma di grido reclutata dal Vaticano è il Promontory Financial Group, con sede centrale a Washington. Da maggio, una dozzina di suoi operatori si sono installati nei locali dello IOR e passano al setaccio ad uno ad uno i conti dell'istituto, in caccia di operazioni illecite. Altrettanto fanno con i conti dell'APSA, l'Amministrazione del patrimonio della Sede Apostolica.

Non solo. Dirigenti di spicco di Promontory fanno parte ormai in pianta stabile del vertice dello IOR. Era di Promontory Rodolfo Marranci, il nuovo direttore generale della "banca" vaticana. E sono divenuti senior adviser dello IOR Elizabeth McCaul e Raffaele Cosimo, capi rispettivamente delle sedi di New York e per l'Europa di Promontory. Da oltre Atlantico viene anche Antonio Montaresi, chiamato a dirigere l'ufficio rischi, un ruolo che nello IOR prima non esisteva.

Un'analoga moltiplicazione dei ruoli e del personale interessa in Vaticano anche l'Autorità di Informazione Finanziaria, creata alla fine del 2010 da Benedetto XVI, oggi diretta dallo svizzero René Brülhart, costosa star internazionale in materia, e prossima a raddoppiare il suo staff.

A certificare i bilanci dello IOR c'è la Ernst & Young, alla quale il Vaticano ha ora affidato anche la verifica e l'ammodernamento delle attività economiche e della gestione del governatorato del piccolo Stato.

E a un'altra blasonata multinazionale, la KPMG, è stato chiesto di allineare agli standard internazionali la contabilità di tutti gli istituti ed uffici con sede nella Città del Vaticano.

A dispetto della decantata trasparenza, nulla trapela sui costi di questi ricorsi ad operatori esterni, costi che si presumono ingenti, in particolare quelli a carico dello IOR.

Come non bastasse, la "banca" vaticana ha dovuto coprire con 3,6 milioni di euro una parte del debito di 28,3 milioni, accertato dalla Ernst & Young, della giornata mondiale della gioventù di Rio de Janeiro.

E con una decina di milioni di euro ha dovuto colmare metà della voragine lasciata nella diocesi di Terni dal suo ex vescovo Vincenzo Paglia, attuale presidente del pontificio consiglio per la famiglia.

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Questa nota è uscita su "L'Espresso" n. 3 del 2014, in edicola dal 17 gennaio, nella pagina d'opinione dal titolo "Settimo cielo" affidata a Sandro Magister.

Ecco l'indice di tutte le precedenti note:

> "L'Espresso" al settimo cielo

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Alle società esterne menzionate nell'articolo alle quali fa ricorso il Vaticano si può aggiungere il Banco Santander, incaricato di un corso di formazione per il personale amministrativo della prefettura degli affari economici della Santa Sede.

Presidente per l'Italia della Santander Consumer Bank SpA è Ettore Gotti Tedeschi, chiamato alla presidenza dello IOR nel settembre del 2009 e da lì estromesso il 24 maggio 2012 con procedura da lui a ragione definita "ingiusta e brutale" in un'intervista a "Il Messaggero" del 10 gennaio 2014, nella quale ha chiesto a papa Francesco di "ascoltare quello che ho da raccontare, anche in confessione, se ritiene il caso", perché "vorrei essere sicuro che conosca anche la mia verità":

> Gotti Tedeschi: "Il papa deve conoscere la mia verità sullo IOR"

Dopo la sua estromissione, attorno a Gotti Tedeschi è stata fatta terra bruciata. In Vaticano nessuno di tutti quelli incaricati di studiare la riforma dello IOR l'ha finora interpellato, nemmeno per ascoltare la sua ricostruzione dei fatti.

 
[nota di nwo-truthresearch: pensiamo che l'estromissione di Gotti Tedeschi abbia a che fare con una guerra tra bande tutta interna al Cattolicesimo parassita: Gotti Tedeschi, infatti, è l'ennesimo predicatore del bene e razzolatore del male, ed è legato all'Opus Dei, una delle sette più potenti all'interno del Vaticano, beneficiando anche di protezioni nei media, specialmente nel Corriere della Se[g]a; su questo punto si legga l'articolo VITA, OPERE E MIRACOLI (OPUS DEI) DI GOTTI-TEDESCHI.., pubblicato su Dagospia il 28 febbraio 2013, da cui estraiamo:"Uno che lo conosce da vicino, e da lungo tempo, è il gagliardo giornalista e saggista, Giancarlo Galli. Nel suo volume "Finanza bianca, i soldi, il potere" (Mondadori, 2004), l'autore ne fa un ritratto che sembra ben fotografare questo discusso personaggio che straparla di denaro in Paradiso e mette mano in ogni affare pubblico&privato, compreso l'affaire Finmeccanica. Annota Giorgio Galli nel suo libro: "... ho ricevuto la visita di Ettore Gotti-Tedeschi (3 luglio 2002, nda), banchiere internazionale ed economista di fama, membro dell'Opus Dei, rappresentante per l'Italia del potente Banco Santander Central Hispano, controllato dalla famiglia Botin, e a un certo momento - aggiunge Galli - il discorso è finito sull'attualità. Per l'appunto, la Reconquista cattolica...
Ps. In un altro volume del già citato Giancarlo Galli ("Nella giungla degli Gnomi", Garzanti 2008), possiamo trovare molte risposte alle domande che oggi si rincorrono sui media a proposito dell'acquisizione di Antonveneta da parte del Mps. Un'operazione a dir poco spregiudicata che fruttò "sull'unghia" al Banco Santander di Botin e Gotti-Tedeschi 2,3 miliardi di plusvalenza.".]
__________


Una pietra di paragone dei costi delle maggiori società di consulenza è il contratto stipulato poco prima di Natale dal ministero italiano del tesoro con la KPMG – una delle società reclutate dal Vaticano – per studiare come risanare i conti delle sette regioni più indebitate nei servizi sanitari: Abruzzo, Calabria, Campania, Lazio, Molise, Piemonte e Sicilia.

Il costo del contratto con la KPMG – che si avvarrà anche dell'apporto della Ernst & Young, un'altra delle società reclutate dal Vaticano – è stimato in 38 milioni di euro, a carico delle regioni indebitate.

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La McKinsey & Company non è nuova nel dar consigli alla Chiesa cattolica. La diocesi di Berlino si è rivolta al direttore della filiale di Monaco di Baviera, Thomas von Mitschke-Collande, per rimettere in sesto i propri conti. E altrettanto ha fatto la conferenza episcopale di Germania, per risparmiare in costi e personale.

Nel 2012 von Mitschke-Collande ha pubblicato un libro dal titolo: "Vuole la Chiesa eliminare se stessa? Fatti e analisi di un consulente aziendale". E la scorsa estate ha offerto un piano dettagliato di riforma della curia romana agli otto cardinali consiglieri di papa Francesco.

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Un caso di doppia appartenenza, alla Ernst & Young e nello stesso tempo alla commissione istituita da papa Francesco per riorganizzare la struttura economico-amministrativa della Santa Sede, è quello di Francesca Immacolata Chaouqui, che nella multinazionale angloamericana si occupa di pubbliche relazioni.

Ma più che per conflitto d'interessi, la giovane PR ha sollevato critiche in Vaticano e fuori per motivi ben più consistenti, fin dal momento della sua nomina:

> Ricca e Chaouqui, due nemici in casa (26.8.2013)

> Francesca Immacolata Chaouqui si confessa due volte (18.9.2013)

> Chaouqui e Vallejo Balda, la strana coppia (17.1.2014)


link articolo originale: http://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/1350699



Multinazionali e Opus Dei: la strana compagnia del Papa




Si sta delineando una Chiesa anglo-ispanica lungo un asse Usa-America Latina a guida dei gesuiti


La Chiesa povera per i poveri di papa Francesco ha bisogno delle multinazionali, almeno di quelle che operano nella consulenza finanziaria, nella gestione delle risorse umane e nel riassetto di grande aziende e organizzazioni. L’impronta americana del pontificato diventa sempre più marcata, non manca poi un po’ di Europa tecnocratica. Sta di fatto che si sta delineando una Chiesa anglo-ispanica lungo un asse Usa-America Latina (non privo di conflitti interni) a guida politico culturale dei gesuiti, con motore economico nell’area dell’ ‘Obra’ di Escrivà, senza dimenticare l’ingresso massiccio dei laici nei ruoli tecnici. Il tutto gira intorno a una regia internazionale – gli otto cardinali che coadiuvano il Papa nel governo e nella riforma della Curia – e a un Segretario di Stato italiano, monsignor Pietro Parolin, di scuola diplomatica classica, proveniente da un’esperienza non semplice in Venezuela. Altri italiani s’incontrano nell’entourage di Bergoglio ma spesso alle spalle hanno un’esperienza latinoamericana. Il Papa, come è noto, fa il resto. Il progetto è complesso anche perché si tratta di scrostare poteri resistenti.
Le società fino ad ora ingaggiate dal Vaticano sono note: Mc Kinsey (riorganizzazione media), Ernst & Young (revisione economica Stato vaticano), KPMG (riforma procedure contabili di tutti gli enti della Santa Sede) e Promontory group (ristrutturazione Ior e Apsa); sul fronte delle relazioni internazionali i riferimenti sono Moneyval e il Consiglio d’Europa (antiriciclaggio e trasparenza), il dipartimento del Tesoro Usa e il governo tedesco (con queste due istituzioni sono stati firmati importanti accordi di collaborazione finanziaria), la Banca d’Italia e la sua autorità di controllo. L’Opus Dei, in tale contesto, fa sentire la sua presenza e il suo sostengo a papa Francesco, del resto molti dei suoi membri possiedono ‘l’expertise’, per occuparsi di materie tanto complesse. I cambiamenti appaiono quindi sempre più profondi e il loro profilo tecnico e organizzativo tutt’altro che secondario; si possono però a questo punto individuare alcuni elementi generali. La riforma dello Ior procede verso la trasformazione dell’istituto in una ‘banca normale’, cioè in grado di interagire con il sistema finanziario internazionale accettandone le norme sulla trasparenza. Il percorso è a buon punto ma non è concluso perché chiudere un passato di ‘conti sospetti’ non è cosa scontata, le indagini della magistratura italiana sono lì a dimostrarlo.
Sul fronte della comunicazione si attendono poi novità importanti: Mc Kinsey, l’ultima mega-società sbarcata Oltretevere e chiamata in causa dalla “Pontificia commissione Referente di studio e di indirizzo per gli affari economici”, dovrà mettere a punto “un piano integrato per rendere l’organizzazione dei mezzi di comunicazione della Santa Sede maggiormente funzionale, efficace e moderna”. Da molti anni in Vaticano si parla di un nuovo assetto per la comunicazione oggi spezzettata fra diversi organismi che spesso si sovrappongono; in tal modo i costi crescono e i passivi vanno a pesare sui bilanci complessivi del Vaticano. La cosa non è di poco conto e non riguarda solo il sistema dei media: senza l’intervento dello Ior (le cui risorse sono di circa 6, 3 miliardi di euro) che ogni anno dà il suo decisivo contributo al ripianamento dei debiti accumulati nella gestione ordinaria, la Santa Sede sarebbe in una situazione economica allarmante [nota di nwo-truthresearch: che l'azienda più ricca del mondo sia in una condizione di sofferenza economica nutriamo seri dubbi, a meno che non si dia credito a qualche limitata contabilità sbandierata, che non tiene conto degli affari globali della Chiesa Cattolica nel suo insieme, dove gran parte della ricchezza del Vaticano è nascosta in società finanziarie di modo che sia difficile arrivare anche solo vicino ad una stima della sua reale grande ricchezza; si vedaL'Impero Finanziario Vaticano che ci Domina Der Spiegel: Vaticano, il principale azionista]


E allora l’Osservatore romano, la Radio Vaticana, il Pontificio consiglio per le comunicazioni sociali, la Libreria editrice vaticana, la tipografia, il Centro televisivo vaticano (CTV) fino agli altri media più o meno collegati con Roma, tutto dovrà essere rivisto da Mc Kinsey & company per un lavoro che potrebbe concludersi entro pochi mesi. Intanto, con un occhio puntato al mercato internazionale, il Ctv ha cominciato a produrre un settimanale d’informazione sulla Santa Sede in HD.

In questa complessa transizione bergogliana, si delineano sempre di più anche ruoli specifici. E non può passare inosservato che l’Opus Dei, guidata dal prelato Javier Echevarrìa, sta sostenendo a pieno regime lo sforzo riformatore di papa Francesco. Gli uomini de la ‘Obra’ si muovono con discrezione e, secondo una nota vulgata opusiana, “ciascuno risponde personalmente di quello che fa”, non c’è insomma un agire a nome dell’Opus Dei. Sta di fatto che monsignor Lucio Ángel Vallejo Balda, amico della Prelatura fondata da Escrivà de Balaguer, ricopre l’incarico di Segretario della commissione incaricata della riforma amministrativa ed economica, e allo stesso tempo è anche Segretario dell’Apsa, cioè dell’Amministrazione del patrimonio della sede apostolica. E’ un monsignore in carriera con un passato di amministratore di bene ingenti nella diocesi spagnola di Astorga. Nei piani della riforma in corso, l’Apsa – di recente coinvolta in gravi indagini giudiziarie da parte italiana – dovrà diventare una sorta di ministero del tesoro-economia vaticano senza svolgere più alcuna attività finanziaria. L’Apsa controlla fra l’altro un patrimonio immobiliare che si reputa ingente ma di cui non si conosce la sostanza reale.

Sarà dunque monsignor Vallejo il prossimo ministro dell’economia della Santa Sede? Vedremo. Intanto la commissione di cui è membro  ha fatto il contratto a “McKinsey”, “dopo procedura formale di gara” come recita il comunicato ufficiale; la società in passato ha annoverato nelle sue fila Ettore Gotti Tedeschi, ex presidente Ior, Opus Dei anche lui, caduto poi in disgrazia per i contrasti con il cardinal Bertone. Ancora va citata Francesca Chaoqui, anch’essa membro della stessa commissione riformatrice e giudicata vicina all’Opus Dei, diventata nota per tweet ‘scandalosi’ contro Bertone e Tremonti e per qualche foto un po’ troppo sexy. Ma soprattutto conta il suo lavoro per la Ernst & Young, altro big della consulenza ingaggiato dal Vaticano. Ancora un altro esponente dell’Opus Dei, monsignor Juan Ignacio Arrieta, coordina l’altra commissione riformatrice, quella che si occupa dello Ior. L’impronta a stelle strisce in Vaticano, per altro, si vede anche nel ruolo che hanno i Cavalieri di Colombo - che pure finanziano i sacri palazzi - il cui leader, Carl Anderson, è il segretario del board laico dello Ior considerato fra i ‘defenestratori’ di Gotti Tedeschi. Va ricordato che i Cavalieri possono contare su forti rapporti con alcuni cardinali americani. Bergoglio fino ad ora è riuscito, dietro le quinte, a tenere in mano le fila di ogni cosa, ma rivalità e conflitti si possono sempre aprire.   
La Compagnia di Gesù, intanto, è tornata a svolgere il ruolo di cavalleria del papa. La ‘Civiltà cattolica’ sotto la guida di padre Antonio Spadaro, è diventata strumento essenziale della campagna pro-Bergoglio; l’importante intervista rilasciata da Francesco alla rivista e diffusa in contemporanea da tutte le testate dei gesuiti del mondo senza fuga di notizie, la dice lunga. Padre Federico Lombardi, gesuita anch’egli, è da tempo alla guida della Sala stampa della Santa Sede e della radio vaticana, mentre gesuiti di rango sono nella Congregazione per la dottrina della fede. Tuttavia è nel suo complesso che la Compagnia guidata dallo spagnolo Adolfo Nicolàs, anch’essa come l’Opus senza darlo troppo a vedere, sostiene la novità del papa argentino e il suo programma riformatore.

link articolo originale: http://www.linkiesta.it/papa-multinazionali

La testimonianza di Roberto Scarpinato

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Roberto Maria Ferdinando Scarpinato (Caltanissetta, 14 gennaio 1952) è un magistrato italiano, attuale Procuratore Generale presso la Corte d'Appello di Palermo.
Egli, molto più di altri, sembra aver ben capito come funziona questo paese da secoli, se non da millenni.
Le parole di Scarpinato, che ascolterete nei video qui sotto, sono una ventata di aria fresca, per così dire, all'interno del panorama dell'informazione italiana; un'informazione sempre adagiata sull'elogio del potente, del "Principe" e del Papa di turno. Questo paese parassitato dal Vaticano e dalle sue gerarchie è sempre stato un paese di servi e di padroni, come afferma con ragione Scarpinato; il nostro non è mai stato un paese di cittadini, ma di servi ignoranti, contadinotti amanti della propria schiavitù e della propria arretratezza, orgogliosi di essere prigionieri; un paese colmo di genti che plaudono servilmente al padrone per elemosinare da lui qualche misero privilegio. Come non dargli ragione! D'altro canto basta leggere le statistiche sul numero dei laureati, che ci vedono a pari merito con la Turchia e completamente fuori dagli standard di tutti gli altri paesi d'Europa, basta dare uno sguardo al numero di lettori di libri, alle capacità di lettura e alle capacità di fare calcoli aritmetici, per capire la statura intellettuale della maggioranza degli italiani (si legga il nostro post Italia, un paese sul lastrico in mano al Vaticano che lascia i poveri a morire di fame).
Un paese di spietati criminali da una parte e di servi sciocchi dall'altra, da secoli in mano al Vaticano, fino ad ora con il nostroboy scout Renzi amico dei Gesuiti, l'ultima illusione data in pasto a quei gonzi degli italiani che credono sempre a tutto ciò che gli viene propinato dal potere temporale papale.


 Un paese dove anche l'opposizione più "radicale" si inginocchia davanti alle vesti papali. Un paese senza speranza, colmo di gente che toglie ogni speranza; difficile iniziare discorsi sensati in ogni dove senza che dopo pochi minuti non nasca in noi un insopportabile fastidio a causa dell'interlocutore che si ha di fronte; un fastidio che nasce da quello che costui esprime, dalle capacità che dimostra, dalla mancanza di dignità che trasmette. Questo viscido lerciume di paese, intellettualmente morto, con una popolazione in gran parte zombificata dal Vaticano, merita il suo destino, perché un popolo di schiavi ignoranti e servili non potrà mai aspirare ad altro se non a pregare la Madonna e a gioire inebetito davanti all'ennesimo spettacolo papale per gonzi. Non crediamo, all'interno di tutto ciò, che Roberto Scarpinato sia un messia, avrà anche lui i suoi limiti, non lo abbiamo sentito parlare di alcuni fatti scottanti, talora si circonda di personaggi, come Travaglio, che non ci sono certo simpatici, ma quello che esprime sembra dettato da un coraggio e una coscienza civile più elevata rispetto alla media.

















I Gesuitici Draghi e Ciampi: i veri artefici della distruzione dell'Italia

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Mentre, in Italia, la sinistra controllata dal Vaticano distraeva gli ingenui lettori di La Repubblica, Il Manifesto el'Unità, dandogli in pasto IL MOSTRO Cavaliere Costantiniano Silvio Berlusconi, il vero potere gesuitico, da dietro le quinte, faceva i propri affari, sia con i governi di destra, che con quelli di sinistra, senza che alcun giornale di rilievo puntasse pericolosamente il dito su questo manovratore occulto.

L'attuale presidente della BCE Mario Draghi fu un protagonista indiscusso di questa Serie A del potere. Dal blog di Miro Renzagli leggiamo alcune delle sue imprese:



"Nel 1991, di nuovo in Italia, Draghi assume un altro incarico: quello di Direttore Generale del Ministero del Tesoro al quale aggiungerà (1993) la presidenza del Comitato Privatizzazioni.I suoi meriti nel privatizzare tutto il privatizzabile del patrimonio italiano devono essere stati rilevantissimi se 10 (dico: dieci) governi consecutivi, di ogni forma e colore, fino al 2001, considerarono la sua azione talmente efficiente da inchiodarlo a quella poltrona.E, in effetti, l’opera di smantellamento da lui diretta registra incredibili successi. Copio e incollo dal sito ufficiale di Confindustria: «Tra il 1993 e i primi mesi del 2001 in Italia sono state effettuate cessioni al mercato di quote di aziende pubbliche per circa 234.800 miliardi di lire. Le cessioni hanno riguardato importanti aziende di proprietà del Ministero del Tesoro (come Telecom, Seat, Ina, Imi, Eni, Enel, Mediocredito Centrale, Bnl), dell’Iri (come Finmeccanica, Aeroporti di Roma, Cofiri, Autostrade, Comit, Credit, Ilva, Stet), dell’Eni (come Enichem, Saipem, Nuovo Pignone), dell’Efim, degli altri enti a controllo pubblico (come Istituto Bancario S. Paolo di Torino e Banca Monte dei Paschi di Siena) e degli enti pubblici locali (come Acea, Aem, Amga)». Bisogna ammetterlo: non era facile ma lui c’è riuscito. Gliene furono grati in molti, ma non l’ex Presidente Francesco Cossigache lo accusò pubblicamente, anche in Tv, di aver favorito i suoi futuri datori di lavoro della GS."

Imprimetevi bene queste parole su Draghi tratte da Wikipedia:



"Nel 1991viene nominato Direttore generale del Ministero del Tesoro, incarico mantenuto fino al 2001fra il succedersi di 10 governi. Dal 1993al 2001 è Presidente del Comitato Privatizzazioni. È stato artefice delle più importanti privatizzazionidelle aziende statali italiane, avendo ricoperto diversi incarichi nel Ministero del Tesorodurante gli anni novanta.



Ma chi è Mario Draghi? Solo un agente di Goldman Sachs? Naturalmente nessuno, o quasi, nell'informazione "alternativa"italiana, ha mai rilevato che Mario Draghi è il prodotto perfetto delle scuole dei gesuiti, come noi rilevammo in questo post: I Gesuiti che in Italia allevano la classe dirigente, compreso Mario Draghi




"“Sarebbe un errore pensare che nella stima che Draghi si è guadagnato ovunque nel mondo il nostro Paese non c’entri nulla. C’entra anche l’Italia, quella migliore: quella della sua formazione negli istituti dei gesuiti che gli ha dato spessore culturale, equilibrio e coerenza di pensiero; c’entra il ruolo svolto in un decennio al Tesoro nel periodo del parziale risanamento della finanza pubblica, dell’ingresso dell’Italia nell’euro e di un processo di privatizzazioni che ha cambiato la cultura del mercato nel nostro Paese”. Numerosi sono stati nelle ultime settimane i profili di Mario Draghi, neo Presidente della Banca Centrale Europea, comparsi in diversi giornali, in cui non si è trascurato di menzionare la sua formazione presso l’Istituto Massimiliano Massimo a Roma.Nell’articolo  pubblicato il 25 giugno dal Corriere della Sera si sottolinea il particolare beneficio che questa ha esercitato sulla sua crescita umana e professionale, ottima base per l’intera sua prestigiosa carriera. In un ricordo di Draghi che sullo stesso giornale fa Luigi Abete, Presidente della BNL e di Assonime, suo compagno di scuola, emergono alcune sue qualità: diligente, studioso, bravo, molto sportivo. Abete descrive quel collegio degli anni cinquanta come “una scuola con una forte identità”. E continua: “L’insegnamento più forte che i gesuiti hanno inculcato ai loro studenti era che ‘il fine anche nobile non giustifica mai i mezzi’. La correttezza deve essere sostanziale.  Ci hanno insegnato che se tu sei nella parte di società fortunata devi anche pensare agli altri”. Dare lezione ai ragazzini poveri delle borgate romane: questa una delle esperienze condivise con Draghi e che Abete racconta, identificandola come occasione in cui si è “formato il senso del dovere, uno dei valori fondamentali trasmessi dai gesuiti”. "

Smantellare l'Italia, naturalmente, per i gesuiti è un "fine nobile"che è stato intrapreso con "mezzi nobili". Questo è il "senso del dovere"del soldato Draghi nell'intrapresa Ad Maiorem Dei Gloriam.






Un altro generatore di catastrofi occulto, anche se incensato pubblicamente dai giornali sopra citati, fu Carlo Azeglio Ciampi. In un'intervista che Nino Galloni ha rilasciato a Claudio Messora, si evidenzia il ruolo fondamentale di Carlo Azeglio Ciampi; leggiamo un articolo al riguardo:



“Il primo colpo storico contro l’Italia lo mette a segno Carlo Azeglio Ciampi, futuro presidente della Repubblica, incalzato dall’allora ministro Beniamino Andreatta, maestro di Enrico Letta e “nonno” della Grande Privatizzazione che ha smantellato l’industria statale italiana, temutissima da Germania e Francia. E’ il 1981: Andreatta propone di sganciare la Banca d’Italia dal Tesoro, e Ciampi esegue.Obiettivo: impedire alla banca centrale di continuare a finanziare lo Stato, come fanno le altre banche centrali sovrane del mondo, a cominciare da quella inglese.

[…]

Alla fine degli anni ‘80, la vera partita dietro le quinte è la liquidazione definitiva dell’Italia come competitor strategico: Ciampi, Andreatta e De Mita, secondo Galloni, lavorano per cedere la sovranità nazionale pur di sottrarre potere alla classe politica più corrotta d’Europa. “

Anche qui, l'informazione “alternativa”si dimentica di approfondire; chi è, infatti Carlo Azeglio Ciampi? Da Il Giornale leggiamo:

Dai gesuiti, ma al «San Francesco Saverio» di Livorno, si è diplomato invece l'ex presidente Carlo Azeglio Ciampi, un laico dalla religiosità sobria ma rigorosa (ogni domenica a messa), da buon allievo gesuita.

Da wikipedialeggiamo:

Figlio di Pietro Ciampi e di Maria Masino, piemontese di Cuneo. Frequenta l'Istituto San Francesco Saverio, retto dai Gesuiti, dalla terza elementare al liceo. Salta la quinta elementare e la terza liceo per gli ottimi voti conseguiti nelle classi precedenti.

Se non siete ancora convinti potete legge anche questo articolo del corriere della sera del 20 maggio 1999:


I ricordi di padre Matini, ora novantenne: era timidissimo e religioso. Si iscrisse alla Congregazione mariana. Il gesuita che gli insegno' greco: Carlo Azeglio? Continuo a dargli del "tu" ARICCIA (Roma) - "Mi rivolgo a lui col "tu", certo. E lui naturalmente mi risponde col "lei". Vecchia regola dei Padri gesuiti: se sei ex alunno ti trattano da ragazzino anche quando hai i capelli bianchi. O magari sei diventato presidente della Repubblica e ti chiami Carlo Azeglio Ciampi.

[…]

Matini e' l' unico professore di Ciampi ancora vivo: tra il ' 34 e il ' 35 fu lui a dargli lezioni di greco alla "San Francesco Saverio" di Livorno. Angelo era gia' laureato in filosofia e stava per affrontare gli studi di teologia. Carlo Azeglio aveva 14 anni ed era iscritto al ginnasio. Com' era il giovane Ciampi, padre Matini? "Molto studioso. Apprendeva con facilita' ed io ero contento di lui. Carlo era legatissimo alla famiglia, soprattutto al fratello Giuseppe, pure lui studiava da noi […] Possibile che il giovane Ciampi fosse cosi'"perfetto"? Non avra' avuto un difetto, magari uno soltanto? "A dire la verita' , questo lo ricordo, era timido. Anzi, timidissimo. E questa sua timidezza finiva col preoccupare non poco noi professori. Anche suo fratello Giuseppe era riservato. Ma meno di Carlo. I giovani Ciampi erano comunque seguitissimi dalla famiglia. La mamma, la ricordo come fosse oggi, veniva spesso a parlare col rettore". Ed era religioso? "E come no? Era iscritto alla Congregazione Mariana". Ovvero l' antica associazione che segue la crescita spirituale dei giovani nel segno di Sant' Ignazio di Loyola sollecitandoli al culto della Madonna. Particolare che inevitabilmente avvicina Ciampi al suo predecessore Scalfaro. Come sono stati i vostri rapporti nel tempo? "Ci siamo sentiti sempre, almeno ogni Natale, e ci vogliamo davvero bene. Due anni fa e' venuto a visitarci e spero che tornera' . Intanto prego ogni mattina per lui da quando e' stato eletto. Mi fanno ridere certe polemiche: laico, cattolico... Carlo e' un buon credente incapace di fingere o esagerare. Questo, si' , conta". Come si comportera' al Quirinale? "Benone. Certo...". Certo, padre? "Certo sara' una brutta gatta da pelare". E le manone nascondono una gran risata.

Paolo Conti "

Tra le tante onorificenze conseguite da Carlo Azeglio Ciampi ricordiamone due in particolare:



1) Cavaliere di Collare dell'Ordine Piano (Santa Sede), un'onorificenza conferita anche a Benito Mussolini. Dal sito dell'archivio storico del corriere della sera leggiamo:



“CITTÀ DEL VATICANO - Pioggia di onorificenze pontificie sulle autorità dello Stato italiano, «conferite» tra le visite in Vaticano del presidente Casini - avvenuta il 7 novembre - e quella dell' altro ieri del presidente Berlusconi: sono stati «insigniti» dell'Ordine Piano il presidente della RepubblicaCarlo Azeglio Ciampi, i presidenti del Senato e della Camera Marcello Pera e Pier Ferdinando Casini, il ministro degli Esteri Gianfranco Fini e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta. L' Ordine Piano (istituito da Pio IX nel 1847) è la terza tra le onorificenze pontificie, dopo quelle dell' Ordine supremo del Cristo e dell' Ordine dello Speron d' Oro, che vengono assai raramente conferiti a «sovrani e capi di Stato cattolici particolarmente benemeriti verso la Sede Apostolica». Dopo l' Ordine Piano vi sono altre due onorificenze pontificie: l' Ordine di San Gregorio Magno e l' Ordine di San Silvestro Papa."



2) Collare al Merito Melitense dell'Ordine di Malta

Da un articolo dell'11/12/2002, dal titolo IL GRAN MAESTRO IN VISITA UFFICIALE DAL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA ITALIANA CIAMPI, tratto dal sito ufficiale dell'Ordine di Malta, leggiamo:


"Il Presidente Ciampi ha espresso grande apprezzamento per l’impegno profuso dall’Ordine di Malta, dichiarando la volontà di ampliare ulteriormente le attività ed i progetti di assistenza da sviluppare congiuntamente.

Al termine dei colloqui il Gran Maestro ha insignito il Presidente della Repubblica Ciampi della più alta decorazione dell’Ordine di Malta: il Collare al Merito Melitense."



Dal sito web di Carlo Azeglio Ciampi estraiamo le immagini del suo incontro con l'Ordine di Malta e il suo ex Gran Maestro Andrew Bertie:



Da un discorso del Gran Maestro Fra’ Andrew Bertie tratto dal sito ufficiale dell'Ordine di Malta:

"Vorrei in eguale misura sottolineare l’eccellenza delle nostre relazioni con la cara Italia; relazioni che hanno avuto come momento più significativo la visita di stato effettuata dal Presidente Ciampi al Palazzo Magistrale, oltre ai numerosi incontri con membri del Governo e del Parlamento; sono inoltre lieto che recentemente sia stato possibile firmare due accordi di cooperazione con il Governo italiano: uno con la Protezione Civile, l’altro con il Ministero della Sanità."



Beniamino Andreatta fu un uomo della Democrazia Cristiana; dalla Treccanileggiamo:



"Andreatta, Beniamino. - Uomo politico ed economista italiano (Trento1928 - Bologna 2007). Parlamentare dellaDemocrazia Cristianadal 1976 al 1992, rieletto nel 1994 e nel 1996 per il Partito popolare italiano di cui è stato uno dei fondatori, è stato ministro del Bilancio (1979), del Tesoro (1981-82), degli Esteri (1993-94) e della Difesa (1996-98). È uscito dalla vita politica attiva in seguito a una grave malattia. Postumo, nel 2011 è stato pubblicato a cura di E. Letta il volume dei suoi Discorsi parlamentari."

Da Wikipedia leggiamo anche della sua formazione all'Università Cattolica del Sacro Cuore:

"Al Liceo classico Giovanni Pratidi Trento [un liceo che, nella sua storia, venne affidato anche ai gesuiti] è stato compagno di scuola di Giorgio Grigolli, poi presidente della Provincia autonoma di Trento[1].

Dopo essersi laureato in giurisprudenzaall'Università di Padova nel 1950, ricevendo il premio come "miglior laureato dell'anno", ha successivamente compiuto studi di economiapresso l'Università Cattolica del Sacro Cuoredi Milano e, come visiting, presso quella di Cambridge.

Nel 1961, dopo il matrimonio con la moglie Giana, andò in Indiaper conto del MIT, come consulente presso la Planning Commission del governo di Jawaharlal Nehru.

L'anno successivo divenne professore ordinario. Nel corso della sua attività accademica ha insegnato all'Università Cattolica di Milanocome assistente volontario, e nelle università di Urbino, Trento(nel 1968, durante la contestazione studentesca) e Bologna. Proprio a Bologna fonda l'Istituto di Scienze Economiche e la Facoltà di Scienze Politiche. Ebbe tra i suoi allievi e collaboratori molti brillanti economisti, fra cui Romano Prodi che dal 1963divenne suo assistente."



Conclusione 


Nel mentre l'Italia veniva smantellata dal suo interno dagli allievi dei gesuiti e del Vaticano, all'esterno nasceva la Dittatura Gesuitica Europea, che ci ha sottomesso ulteriormente, la quale non è altro che una tappa verso il Nuovo Ordine Mondiale del Papa e dei Gesuiti.


Approfondimenti:

L' articolo del 11/12/2002: IL GRAN MAESTRO IN VISITA UFFICIALE DAL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA ITALIANA CIAMPI, tratto dal sito ufficiale dell'Ordine di Malta, leggiamo:



"Questa mattina il Gran Maestro del Sovrano Ordine di Malta Fra’ Andrew Bertie è stato ricevuto al Palazzo del Quirinale dal Presidente della Repubblica Italiana Carlo Azeglio Ciampi.

All’arrivo di Sua Altezza e della delegazione melitense nel cortile del palazzo che ospita la Presidenza della Repubblica, la bandiera dell’Ordine di Malta è stata issata sul torrino, accanto a quella della Repubblica Italiana e a quella dell’Unione Europea. Dopo l’esecuzione dei rispettivi inni ufficiali, i due Capi di Stato hanno ricevuto gli onori militari ed hanno passato in rassegna la Guardia schierata.

Durante i colloqui ufficiali il Gran Maestro ha potuto sottolineare lo stato delle relazioni con la Repubblica Italiana, che sono ottime e proficue. L’Ordine ha una profonda gratitudine verso lo Stato Italiano. Fin da quando nel 1798 i Cavalieri furono costretti a lasciare l’isola di Malta, occupata militarmente da Napoleone, l’Italia ha accolto l’Ordine con la sua ospitalità. E’ dall’Italia che si è irradiata l’attività a favore dei più deboli che i Cavalieri di molte nazionalità svolgono assistiti da migliaia di collaboratori e da volontari in oltre 100 paesi del mondo.

Il Presidente Ciampi ha espresso grande apprezzamento per l’impegno profuso dall’Ordine di Malta, dichiarando la volontà di ampliare ulteriormente le attività ed i progetti di assistenza da sviluppare congiuntamente.

Al termine dei colloqui il Gran Maestro ha insignito il Presidente della Repubblica Ciampi della più alta decorazione dell’Ordine di Malta: il Collare al Merito Melitense. Ha fatto seguito il pranzo offerto dal Presidente della Repubblica Ciampi in onore del Gran Maestro dell’Ordine e della delegazione melitense.

Questa visita fa seguito a quella effettuata dal Presidente Ciampi il 6 dicembre 1999 a Villa Malta a Roma in occasione della cerimonia di chiusura delle celebrazioni per i 900 anni di vita dell’Ordine. Nel 2001 i due Capi di Stato si erano incontrati in occasione della Cerimonia di Consegna della Bandiera Italiana al Corpo Militare dell’Ordine."



Da un articolo tratto sempre dal sito ufficiale dell'Ordine di Malta del 04/04/2006, dal titolo VISITA UFFICIALE DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA ITALIANA:




"L’Ordine di Malta “è nel cuore degli italiani”: per la sua storia, la sua azione umanitaria, i suoi sforzi diplomatici in favore della pace. Con questa lusinghiera attestazione di stima e di amicizia il Presidente della Repubblica Italiana Carlo Azeglio Ciampi, in visita ufficiale stamani al Palazzo Magistrale dell’Ordine, si è rivolto al Gran Maestro Fra’ Andrew Bertie. Quest’ultimo ha voluto ribadire il clima di particolare cordialità di un incontro che – ha affermato – “è per noi molto più di una restituzione della nostra visita al Quirinale” di quattro anni or sono. Nella persona del Presidente Ciampi, oggi accogliamo il capo di una Nazione che “riveste un ruolo specialissimo nella storia dell’Ordine”: da quasi due secoli ne ospita infatti le sedi di governo, consentendogli di mantenere la sua millenaria sovranità e, insieme ad essa, l’efficacia della sua missione di servizio all’uomo nei quattro angoli del globo. Una missione che – ha ricordato ancora il Gran Maestro Bertie – “è mondiale, dunque anche italiana. E’ diplomatica ed umanitaria, ma non politica. Sviluppata al di là di ogni possibile barriera: di razza, di religione, di nazionalità”.

Particolarmente significativo il ricordo di Papa Wojtyla da parte del Gran Maestro: “sul piano personale, non posso fare a meno di notare un ulteriore motivo di sintonia tra Lei e me: la stima e l’amicizia coltivati negli anni con Giovanni Paolo II, di cui si è appena celebrato il primo anniversario della scomparsa. Un Pontefice che è stato nel cuore del mondo, nel cuore degli italiani e che anche nel nostro ha lasciato una traccia indelebile”.

L’Ordine guarda all’Italia con riconoscenza, ma anche con uno “spirito di collaborazione” cementatosi attraverso importanti intese giuridiche tra lo SMOM e l’Italia, che il Gran Maestro ha voluto ricordare al suo illustre ospite: nel 2003 l’accordo di cooperazione sanitaria, nel 2004 quello per l’assistenza ai Paesi in via di sviluppo e l’accordo sulle emissioni postali; nel 2005, l’autorizzazione alla circolazione per le speciali targhe automobilistiche gratuite riservate alle ambulanze dell’Ordine; solo pochi giorni fa, infine, la firma dell’accordo-quadro in materia di ricerca scientifica sulla riabilitazione neuromotoria, la sindrome metabolica e il diabete. Intese dalle quali – ha detto ancora il Gran Maestro – traggono vantaggio “in primo luogo i cittadini italiani”.

Di rimando, anche il Presidente Ciampi ha voluto sottolineare “l’esemplare convivenza” consolidatasi in quasi due secoli “di mutuo rispetto” e di una “reciproca collaborazione” per la quale ha auspicato ulteriori e non meno significativi sviluppi.Evidenziando infine la straordinaria capacità dell’Ordine di adattarsi ai tempi, arricchendo “le sue nobili tradizioni attraverso nuove ed efficaci iniziative”, il capo dello Stato italiano ha affermato che lo SMOM può porsi oggi come “valido riferimento nell’ambito della comunità internazionale, oltre che per le sue iniziative umanitarie, anche nel più ampio quadro del sostegno allo sviluppo”. Quanto al messaggio di solidarietà e di pace di cui l’Ordine Sovrano si è fatto portatore sin dalle origini, per il presidente Ciampi esso è oggi qualcosa di più di un semplice richiamo: in un mondo lacerato da crisi, conflitti e disuguaglianze esso si configura come “una sollecitazione all’intera comunità internazionale, affinché ponga saldamente al centro della propria azione i principi etici, fondamento di ogni vivere civile”.

Il Gran Maestro ha poi concluso affermando “impareggiabile è stata la Sua azione – ispirata ad assoluta imparzialità – di garanzia delle istituzioni e in difesa dei diritti umani, dei valori morali e della famiglia. Di alto significato è stato il Suo intenso impegno per una memoria storica condivisa da tutti. La gratitudine dei cittadini italiani per la Sua opera è visibile ovunque: essa resterà patrimonio di questa nazione. Signor Presidente, desideriamo oggi formulare, per Lei e per la Signora Franca, l’augurio affettuoso di poter continuare a lungo a servire questo meraviglioso Paese”.

Da Il Giornale del 15/03/2013 leggiamo un articolo dal titolo Banchieri, ex Pci e industriali. È la Compagnia che comanda:




"Ciampi, Monti e Draghi. Ma anche Fassino e Rutelli: i collegi dei gesuiti hanno formato una buona fetta della classe dirigente italiana. Da destra a sinistra.



Roma - Scuole severe, elitarie, formative secondo i principi di Ignazio di Loyola, fondatore della Compagnia di Gesù, l'ordine più intellettuale (dieci anni di studi intensi, oltre alla laurea, per farne parte).

Dagli istituti governati dai padri gesuiti esce una bella fetta di classe dirigente, banchieri, manager, politici. E c'è uno schieramento trasversale di leader di partito che adesso, col primo Papa gesuita, si metterà nella scia della renovatio vaticana secondo Bergoglio.

Da sinistra a destra al centro civico, quello di Monti e Montezemolo. Entrambi, in effetti, i promotori dello sfortunato listone neocentrista vengono da scuole (tutte private, spesso costose) di gesuiti. Il Leone XIII di Milano, collegio della buona borghesia meneghina, per il prof. Monti (ma anche l'ex sindaco Albertini, o Massimo Moratti), autore sul Corriere di una lettera per «il più caloroso e deferente omaggio» al nuovo Pontefice gesuita. L'Istituto Massimiliamo Massimo, invece, erede del Collegio romano fondato da Sant'Ignazio di Loyola nel 1550 e sfrattato dall'Italia Unita nel 1870, per il fondatore di Italia Futura Luca Cordero di Montezemolo.

Sempre dal «Massimo» di Roma sono usciti l'ex sindaco Rutelli, il presidente Bce Mario Draghi, ottimo giocatore della squadra di basket dell'istituto e fino alla prima liceo compagno di classe di Giancarlo Magalli, poi espulso dai gesuiti per aver simulato un allarme pur di evitare un compito in classe. Sempre al «Massimo» hanno studiato l'imprenditrice e consigliere Rai Luisa Todini, il presidente di Bnl-BNP Paribas Luigi Abete, il direttore del Fatto Antonio Padellaro, il direttore di La7 Paolo Ruffini. Parente del deputato Pdl Enrico La Loggia del Pdl, anche lui formato dai gesuiti, nella più prestigiosa scuola privata di Palermo, il «Gonzaga», nei cui archivi si trovano altri politici, Marcello Dell'Utri, l'attuale sindaco Leoluca Orlando, sostenuto, ai tempi della Rete (anni '90) da un eminente gesuita come padre Bartolomeo Sorge, poi direttore di Civiltà cattolica [nota di nwo-truthresearch: Leoluca Orlando venne sostenuto anche da un altro gesuita, Ennio Pintacuda]. Dai gesuiti, ma al «San Francesco Saverio» di Livorno, si è diplomato invece l'ex presidente Carlo Azeglio Ciampi, un laico dalla religiosità sobria ma rigorosa (ogni domenica a messa), da buon allievo gesuita.

Insospettabili anche a sinistra, zona Pci addirittura. Come Piero Fassino, che da segretario dei Ds, durante il governo Prodi sotto attacco per i Pacs (le unioni civili) invisi al mondo cattolico, raccontava di una giovinezza precedente alla Fgci torinese nel '68: «Sì, sono stato per nove anni allievo dei gesuiti a Torino, e questo mi ha consentito di rafforzare la mia fede religiosa. Essere di sinistra non è in contraddizione con la fede, perché significa battersi per la giustizia, l'uguaglianza, il rispetto della persona, valori cattolici». Niente studi gesuitici per Bertinotti, marxista ateo ma sui generis («Mi sono sempre interessato alla Chiesa del Concilio e ho tanti amici di Chiesa, anche tra i cardinali») e neppure per Nichi Vendola, comunista «cattolico», che una volta, in un battibecco col sindaco renziano Delrio che gli dava dell'incompetente («Caro Nichi occupati di taralli o di trulli e non rompere con le fumisterie parolaie»), rispose così: «Caro Graziano, pensavo avessi studiato dai gesuiti, invece usi argomenti da bar». Qualche traccia in più però c'è, visto che cinque anni di scuola dai gesuiti a Montreal li ha fatti Eddy, il compagno del governatore pugliese.

Ma che politici forma la pedagogia gesuita? A sentire padre Sorge, sostenitore entusiasta (solo all'inizio) dell'Ulivo di Prodi, moderati di centrosinistra: «Anche i figli di buone famiglie da noi si appassionano ai drammi degli emarginati sociali, delle minoranze e sviluppano una passionalità che li guida poi nella vita civile». Mario Draghi, in una intervista a Radio Vaticana, spiegò il cuore dell'educazione gesuita in termini più generali: «Far capire che tutti noi, al di là di quanto noi potessimo apprendere come scolari, nella vita avevamo un compito che poi il futuro, la fede, la ragione, ci avrebbero rivelato». E fa un certo effetto trovare come «intervento straordinario» sulla cyber democracy, ad un convegno del 2004 della Fondazione Stensen, Padri Gesuiti di Firenze, un altro futuro (non)politico: Beppe Grillo.



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Napolitano e d'Alema: i "comunisti" aristocratici del Vaticano


P.s.
Questo articolo è stato visualizzato anche dalla "Santa" Sede, lettrice assidua del nostro blog;


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La Democrazia intralcia la Controriforma della Troika Gesuitica

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Noi italiani, per lo più un popolo di secolari e miserabili servitori sciocchi del papato, dopo una breve parentesi costituzionale che ci aveva illuso d'essere diventati uno stato democratico di diritto; e dopo che una minoranza, anche attraverso il sacrificio, aveva cercato di dotarci di strumenti democratici e rappresentativi (molti dei quali rimasti comunque lettera morta) ci siamo ritrovati nuovamente a finire tra le braccia del papato gesuitico riformato il cui vertice sta ora nella BCE del gesuitico Mario Draghi e nella Commissione europea. E lo saremo sempre di più in futuro. Ne è un chiaro esempio una delle ultime esternazioni del Drago gesuitico di origini nostrane, ecco:

"[Mario Draghi] proprio su quest’ultimo punto, è tornato a chiarire che le riforme sarebbero politicamente più sostenibili, se non fossero lasciate alla competenza dei governi nazionali. Se una settimana fa, a Londra, ha espresso il convincimento che servirebbe una struttura al di sopra dei governi in Europa per accentrare il processo riformatore, ieri ha sottolineato che i governi che hanno ricevuto l’assistenza della Troika (UE, BCE e FMI) avrebbero riformato di più degli altri.
Attenzione, perché si tratta di un passaggio delicatissimo del discorso di Draghi, visto che in questi giorni si vocifera che proprio l’Italia potrebbe essere commissariata dalla Troika, tanto che il premier Renzi si è sentito in dovere di intervenire per smentire. Ma le indiscrezioni esistono e sarebbero frutto di un certo scetticismo in ambito europeo sulla capacità anche di questo governo di fare le riforme e di risanare i conti pubblici.»

fonte: http://www.investireoggi.it/economia/draghi-attacca-ancora-renzi-sul-patto-di-stabilita-e-avverte-piu-riforme-con-la-troika/?refresh_ce

A queste dichiarazioni sono seguiti tutta una serie di articoli nei grandi giornali, come ad esempio quello del servo Ferruccio de Bortoli nel Corriere della sera:

«Secondo il direttore del Corriere della Sera, Ferruccio De Bortoli, in Italia sarà necessaria subito una manovra da 20 miliardi, sarà effettuato un prelievo forzoso e arriverà la Troika.»

fonte: http://www.investireoggi.it/economia/prelievo-forzoso-manovra-da-20-miliardi-e-arrivo-della-troika-e-un-incubo-o-la-verita/?refresh_ce

 O quello del leccaculo papale Eugenio Scalfari, il quale afferma:

«Forse l'Italia dovrebbe sottoporsi al controllo della troika internazionale formata dalla Commissione di Bruxelles, dalla Bce e dal Fondo monetario internazionale»
fonte: http://www.ilgiornale.it/news/politica/lultima-sparata-scalfari-deve-governarci-bruxelles-1042770.html

E' chiaro il concetto? Il Drago gesuitico comanda e i giornali servi rispondono all'appello; per ultimo quegli idioti dei lettori italiani lo accetteranno come dato inconfutabile, soprattutto gli idioti «rivoluzionari» di sinistra. Che tutto ciò non avesse ormai più nulla a che fare con la democrazia e lo stato di diritto lo avevamo già capito da molto tempo; che tutto ciò avesse a che fare con la dittatura gesuitica europea lo abbiamo detto molto prima di altri; ma sfortunatamente siamo rimasti in pochi a contrastare quel pensiero unico portato avanti da quel potere che sembra oramai non avere nemmeno più bisogno né dell'apparenza democratica, né di parlamenti né di elezioni per portare a termine con più fretta le CONTROriforme gesuitiche che ci faranno definitivamente sprofondare nel nuovo medioevo. Quelle minoranze che potevano essere veramente rivoluzionarie sono state oramai rese docili dalla incessante e pluridecennale propaganda di testate «nucleari» come L'Unità e La Repubblica. I pochi italiani indomiti e non allineati al pensiero unico gesuitico sono poi stati infiltrati o etichettati come complottisti, ciarlatani, maghi, truffatori, la nuova figura dell'eretico ai tempi del Nuovo Ordine Mondiale.
Nel frattempo sempre più gente sprofonda nella povertà, nella precarietà, nella disperazione, nella disoccupazione; come spiegazione però non ci viene detto che sono state appunto le CONTROriforme europee la causa di tutto ciò, come la moneta unica e il Trattato di Lisbona; ma figuriamoci! Ci viene invece detto che non sono state fatte abbastanza riforme per rilanciare l'economia e che dopo che l'elite antidemocratica, infallibile e diretta emanazione di Dio, farà le riforme definitive, senza l'intralcio dei parlamenti e degli elettori, o imporrà ai governi nazionali di farle forzosamente sotto minaccia di un suo intervento "divino", allora e solo allora arriverà il Paradiso; ci viene detto, in un turbine di discorsi prettamente emotivi, che senza le precedenti riforme europee saremmo stati molto peggio; e la maggioranza dei gonzi italiani plaude estasiata, soprattutto quelli della sinistra «chehannosempreragioneperchèlodiceLaRepubblicaeL'Unità», quegli stessi gonzi, cioè, i cui antenati sono stati abituati ad essere sottomessi al papato per secoli!


Un contributo di Avles: la lotta del Cattolicesimo Romano contro i veri cristiani

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Recentemente ho chiesto ad Avles Beluskes aka Edoardo Roncelli se aveva voglia di scrivere qualcosa in italiano per il mio blog; egli mi ha così postato questo lungo articolo molto interessante, dove si spiega come è avvenuta, per mano del Cattolicesimo pagano, la persecuzione e lo sterminio dei veri cristiani credenti nella Bibbia nella nostra penisola e in tutta Europa; in questo caso si parla approfonditamente dei Valdesi, ma anche si accenna al Culto Ambrogiano milanese. Avles documenta inoltre come questa lotta contro i veri cristiani sia stata portata avanti anche con altri tool vaticano-gesuitici, come il marxismo e il fascismo. Naturalmente questa lotta continua ancora oggi con l'edificazione dell'Europa Vaticano-Gesuitica [anche qui e qui]. Vi consiglio di leggerlo e meditarlo con pazienza, come vi consiglio di visitare il blog http://control-avles-blogs.blogspot.it/ che Avles ha aperto da circa un anno e che è ricco di materiali di approfondimento [in inglese].

Ciao, lo strapotere Vaticano è già considerato nel libro della Rivelazione di S. Giovanni il Divino, cercare di combatterlo sul suo piano è proprio quello che lui cerca, perché egli è la creazione di Satana. Per questo il Cattolicesimo ha dovuto sterminare il Cristianesimo dalla penisola con una crociata di 1700 anni.

SU "COME ABBIAMO COSTRUITO GLI EUROPEI""Dice Christian [studioso contemporaneo]: E' possibile che alcuni dei Valdesi Italiani (così chiamati) avessero praticato il battesimo agli infanti.... [Ma] non c'è un'evidenza che i Valdesi FRANCESI, o i Valdesi propriamente detti, praticassero il battesimo agli infanti.....I Valdesi che si sparpagliarono nei Paesi Bassi possono venir chiamati il [dei Paesi Bassi] loro sale, talmente corrette le loro vedute e devote le loro vite. I Mennoniti uscirono da essi. E' indubitabile che essi rigettavano il battesimo infantile, ed usavano soltanto il battesimo degli adulti". [trad. da "The Waldenses were independent Baptists", di  Thomas Williamson].------> "Nel sistema pagano soltanto il prete poteva pretendere di anticipare le operazioni [di giudizio basate sulle] scale di Anubis; e nel confessionale, di tanto in tanto, aveva luogo una recitazione teatrale che anticipava il terrore del giudizio davanti al tribunale di Osiris. Lì [nel contesto di questo mondo] il prete sedeva a giudicare le buone azioni e le cattive azioni dei penitenti e, per quanto il suo potere ed influenza fossero basati sul principio del terrore che soggiogava, esso si premurava affinché la scala volgesse nella direzione sbagliata, in modo che egli [il penitente] potesse essere sottomesso al suo volere secondo il quale [il penitente] avrebbe dovuto produrre il dovuto ammontare di buone azioni da gettare nella scala opposta. Siccome egli era il sommo giudice di ciò che queste opere avrebbero dovuto essere, era suo interesse presentarsi in modo da ingrandire la sua immagine, la grandezza del suo ordine; e, nel valutare meriti e demeriti, che ci fosse sempre stato nel bilancio un abbondante margine da dover aggiustare, non solo dall'uomo stesso [dal penitente], ma dai suoi eredi. Se ad ogni uomo fosse stato permesso di credersi in anticipo assolutamente sicuro della [propria] gloria [della salvazione], i preti avrebbero potuto essere in pericolo di venir derubati delle loro incombenze per quanto riguarda il dopo-morte, un problema da cui guardarsi in ogni modo. Ecco, i preti di Roma hanno copiato, sotto ogni punto di vista, i preti di Anubis, il dio delle scale. Nel confessionale, quando [i preti] avessero avuto un obiettivo da raggiungere, facevano debitamente pesare le trasgressioni; e quando avevano un uomo influente o di potere, o facoltoso, essi non gli davano la ben che minima speranza [di assoluzione] a meno di [in cambio di] somme di danaro, o della fondazione di abbazie, o di altre opere le quali avrebbero placato il suo cuore, e sarebbero state contate sull'altra scala. Nella famosa lettera di Pere La Chaise, ilconfessore di Luigi XIV di FRANCIA, nel dare un resoconto dei metodi che egli adottò per ottenere il consenso del licenzioso monarca ai fini della revoca dell'Editto di Nantes, con il quale tali crudeltà sarebbero state inflitte sui suoi innocenti sudditi Ugonotti [calvinisti francesi], noi vediamo che la paura delle scale di s. Michele operò nel raggiungere i risultati desiderati: "Molte volte," dice il compiacente GESUITA, riferendosi ad un atroce peccato di cui il re fu colpevole, "molte volte da quando lo ebbi a confessione, HO EVOCATO L'INFERNO ALLE SUE ORECCHIE, E LO FECI SINGHIOZZARE, IMPAURIRE E TREMARE, prima di dargli l'assoluzione. Da ciò io vidi che egli aveva ancora una inclinazione verso di me, ed era consenziente a mettersi sotto il mio governo; così io lo misi di fronte alla bassezza della sua azione dicendogli l'intera storia, e di come fosse malvagia, e di come egli non potesse venir perdonato fino a che egli avesse compiuto alcune buone azioni per BILANCIARE [tale azione malvagia], ed espiare il crimine. A proposito di ciò egli mi chiese cosa avrebbe dovuto fare. Io gli dissi che EGLI AVREBBE DOVUTO ESTIRPARE TUTTI GLI ERETICI DAL SUO REGNO". Questa era la "buona azione" che avrebbe dovuto essere assegnata sulla scala di San Michele l'Arcangelo, per "BILANCIARE" il suo crimine. Il re, malvagio com'era, malgrado il suo volere, acconsentì; la "buona azione" fu gettata [sulla scala delle "buone azioni"], gli "eretici" furono estirpati; ed il re fu assolto. 
Ma l'assoluzione non fu ancora tale, e c'era ancora molto da dover gettare affinché le scale potessero aggiustarsi. In questo modo il papismo ed il paganesimo ugualmente "FANNO MERCANZIA DELLE ANIME DEGLI UOMINI" (Rivelazione 18:13) Così uno con le scale di Anubis, l'altro con le scale di San Michele, rispondono esattamente alla Divina descrizione di Efrem nella sua apostasia: "EFREM E' UN MERCANTE, LE BILANCE DELL'INGANNO SONO NELLE SUE MANI" (Hosea 12:7). Anubis degli Egizi era precisamente lo stesso Mercurio dei Greci – il "dio dei ladri". San Michele, nelle mani di Roma, risponde esattamente allo stesso carattere. Per mezzo suo e delle sue scale, e della sua dottrina del merito umano, essi hanno fatto di ciò che chiamano la casa di Dio nient'altro che un "covo di ladri". Derubare gli uomini del loro denaro è male, ma infinitamente peggio è ingannare loro a proposito delle loro anime.". [tratto da "The Two Babylons" o "Le Due Babilonie" di Alexander Hislop (1807 - 1865), ministro di culto della Libera Chiesa di Scozia]


"COME ABBIAMO COSTRUITO GLI EUROPEI" - II
"Una delle più severe persecuzioni mai scatenate contro i Valdesi ebbe atto nel 1655. Siamo specificatamente informati del fatto che i Valdesi soffrirono e morirono per il loro rifiuto di partecipare alla messa [cattolica]. Il cronaco contemporaneo Morland da' questo acconto:.... 'Jacopo di Rone, un maestro di scuola, denudato, dopo che le sue unghie furono sradicate, e fattigli migliaia di buchi nella mano con la punta di una spada, fu trascinato con una corda che fu legata alla sua vita, attraverso il borgo di Lucerna, e ad ogni passo, mentre procedeva nella marcia, uno dei soldati gli tagliava un pezzo di carne con la scimitarra, mentre un altro dall'altro lato gli dava un gran colpo con un bastone, gridando le seguenti parole.... "Bene! Che dicesti tu Barbet, vuoi ancora non andare a Messa?" Al quale la povera creatura con incredibile costanza, tanto quanto fu capace di parlare, rispose,... "Piuttosto la morte, che la Messa! Finitemi velocemente per l'amore di Dio!"'. Questo coraggioso credente fu finalmente decapitato dai suoi persecutori. Un'altra vittima di questa persecuzione fu Daniel Rambaut di Villaro, che fu lentamente torturato a morte per più giorni, dopo aver dato ai preti questo acconto delle sue convinzioni concernenti la messa: ...'Credere nella reale presenza nell'ostia è blasfemia ed idolatria. Vaneggiare le parole di consacrazione credendo che esse attuino ciò che i papisti chiamano transubstantazione, convertendo l'ostia ed il vino nello stesso corpo e sangue di Cristo, che fu crocefisso, e che dopo ascese nel cielo, è una grossa assurdità perfino agli occhi di un bambino, e nulla all'infuori della più cieca superstizione potrebbe dare ai Cattolici Romani confidenza in tale ridicola cosa.' Più tardi, nel 1685 leggiamo di una congregazione di Valdesi AUSTRIACI che rifiutavano la messa, affermando di essere pervenuti a quella convinzione AL DI FUORI DI QUALUNQUE INFLUENZA DELLA RIFORMA PROTESTANTE: 'Nell'aprile 1685, circa 500 persone, di differente sesso ed età, passarono attraverso Coire (cittadina Svizzera), dando un acconto di se stessi [in fuga dalla persecuzione Cattolica?]. Essi erano abitanti delle VALLI DEL TIROLO, appartenendo per lo più all'arcivescovado di Salisburgo – [essi erano] quanto restava degli ANTICHI VALDESI. Essi non veneravano né immagini né santi; ed essi credevano che il sacramento (della Cena del Signore) fosse soltanto una commemorazione della morte di Cristo; ed in molti altri punti essi ebbero la loro opinione differente da quella della chiesa di Roma. ESSI NON SAPEVANO NIENTE DEI LUTERANI E DEI CALVINISTI. C'è abbondante evidenza che i Valdesi, come i più tardi Luterani, riconoscessero soltanto due dei sette sacramenti romano cattolici, il battesimo e la Cena del Signore, mentre erano in disaccordo con i cattolici per quanto riguarda il significato di quei due. Gli altri sacramenti erano totalmente rifiutati. I Valdesi Boemi erano accusati dai loro nemici di tenere in disprezzo i sacramenti cattolici, credendo:....'Che la conferma celebrata con l'unzione e l'estrema unzione, non appartiene a nessun sacramento della chiesa di Cristo – Che la confessione auricolare è un pezzo di [foppery- il senso nel testo è: una frode] – Che ognuno dovrebbe, nel suo ritiro, confessare i sui peccati a Dio....'. La confessione di Angrogne nel 1532 fece questa dichiarazione concernente la confessione auricolare:...'La confessione auricolare non è comandata da Dio, ed è stato determinato in accordo con le Sacre Scritture, che la vera confessione è confessare a Dio soltanto...'. Un articolo di fede del 12esimo secolo da una confessione Valdese rende chiara la loro attitudine verso i "sette sacramenti" Cattolici:.....'Articolo 13: Noi non riconosciamo nessun altro sacramento all'infuori del Battesimo e della Cena del Signore' [in realtà nemmeno considerati 'sacramenti' ma mere ordinanze]. Il rifiuto Valdese dell'esistenza del purgatorio è ben documentato. Morland ha preservato per noi un trattato dal 12esimo secolo intitolato "Del Sogno del Purgatorio", nel quale il purgatorio viene ridicolizzato come uno strumento per alimentare l'avarizia dei preti, che fu per primo promulgato dai papi cinque secoli dopo il tempo di Cristo. L'autore antico dice: ....'Non c'è nessun posto nelle Sacre Scritture che lo [di]mostrano, nemmeno non c'è una singola evidenza prodotta che mai un'anima entrò in un simile Purgatorio, e ne venne fuori. Perciò è una cosa da non darle credito, nemmeno da crederle.... Da ciò segue che per questo [il purgatorio] non c'è una prova espressa nella Legge di Dio, che è inutile credere come ad un articolo di fede in questo Purgatorio e a che ci dovrebbe essere qualcosa di simile dopo questa vita'. L'inquisitore francese Bernard Gui, scrivendo nel 1320, descrive i Valdesi come aventi rifiutato tutte le tradizioni della chiesa Romano Cattolica:....'Gui enfatizzò che i Valdesi rifiutarono l'autorità ecclesiale, specialmente dalla convinzione che essi non erano soggetti al papa o ai suoi decreti di scomunica.... Tutti i giorni di festa Cattolici, le solennità e le preghiere erano rifiutati in quanto frutto dell'uomo e non basati sul Nuovo Testamento..... I Valdesi negavano il purgatorio, per il quale essi non trovavano le basi nel Nuovo Testamento. Ciò li condusse a rifiutare il credo Cattolico sulle preghiere ed elemosine per i morti. 
Per i Valdesi, se i morti erano nell'Inferno, essi erano senza speranza e, se in Cielo, essi non avevano bisogno di preghiere. Un simile ragionamento li condusse a rifiutare anche le preghiere alle immagini dei santi'. Un inquisitore Romano, nel parlare di loro, ci dice: ...'Essi....affermano che le tradizioni della Chiesa non sono meglio di quelle dei Farisei, insistendo, in più, sul fatto che un grande sforzo è compiuto nell'osservanza di tradizioni umane piuttosto che nel mantenere la Legge di Dio.'. Seisselius, Arcivescovo di Torino, afferma:....'Essi accolgono soltanto ciò che sta scritto nel Vecchio e Nuovo Testamento'. Per ultimo Reinerius dice che '...qualunque cosa sia predicata e che non sia sostanziata dal testo della Bibbia, è ritenuta da loro una favola'; per la cui ragione Papa Pio II si lamenta a proposito del loro considerare '...il battesimo [che] dovrebbe essere amministrato senza l'addizione del sacro olio', un fatto che spiega l'ulteriore rimarcare di Reinerius: '...Essi convengono che nessuna delle ordinanze della Chiesa che sono state introdotte dall'ascensione di Cristo dovrebbero venir osservate, in quanto di nessun valore'. E' ammesso, ovviamente, che nei secoli c'erano numerosi Valdesi che talvolta si sottomettevano alle varie false ordinanze della Chiesa Cattolica, inclusa la messa, in modo da evitare la persecuzione. Durante i tempi della Riforma ciò è diventato pratica comune che fu liberamente confessata dai leader Valdesi. 
Reinerius e molti altri riferiscono a tale pratica, ma in tutti i suoi riferimenti risulta chiaro che coloro i quali si compromettevano in questa maniera lo facevano con riserva mentale, non credendo nell'efficacia dei sacramenti Romani, e spesso borbottando sotto tono maledizioni contro la Chiesa Romana nel mentre si presentavano alle messe. Prima di condannare questi ipocriti in maniera troppo severa, ci dovremo domandare se saremo capaci di patire la morte attraverso la lenta tortura, come molti Valdesi fecero, per aver rifiutato di presenziare alla messa". [trad. da "I Valdesi erano Battisti indipendenti" (titolo originale: "The Waldenses were independent Baptists"), di Thomas Williamson] -------> Commento: Sicuramente alcuni particolari relativi al supplizio inflitto a Jacopo di Rone saranno stati esagerati per smuovere l'opinione pubblica Inglese, ma è indubitabile che il "cristianesimo" imperialista sin dalla fondazione della chiesa di Costantino si è imposto in tutta Europa non solo l'Arco Alpino, con massacri e torture. Dovrebbe far riflettere il fatto che mentre la storia delle persecuzioni religiose di casa nostra è coperta dal silenzio e da un frastuono di ideologie e proteste, oltre oceano i "cristiani fondamentalisti" ovvero i Battisti non compromessi con l'ecumenismo mondiale di oggi, si considerano un ramo di un albero con le radici nell'Israele biblico ed il tronco nelle Vallate Alpine del Medio Evo, proprio qua da noi.



CAPITOLO SETTE – LA POSIZIONE VALDESE SULLA SEPARAZIONE."E' facile dichiarare che i Valdesi medievali erano Battisti, ma quanto ci dice questo [questa comparazione]? Ci sono molte chiese e denominazioni Battiste con le quali i Battisti Indipendenti non hanno affiliazione né comunanza ecclesiale, perché esse sono ecumeniche, e sono incluse nell'affiliazione del Concilio Mondiale delle Chiese [World Council of Churhces - WCC] e del Concilo Nazionale delle Chiese [National Council of Churhces]. Negli Stati Uniti oggi, la American Baptist Churches USA, la National Baptist Convention of America, la National Baptist Convention USA, e la Progressive National Baptist Convention sono elencate come denominazioni-membri del Concilio Mondiale delle Chiese dal giugno 1988, una affiliazione che tristemente va a detrimento della testimonianza Battista di queste chiese. In aggiunta a ciò, la stessa lista di chiese membre del WCC include la Chiesa Evangelica Valdese con 22.000 aderenti, ciò che rimane nel 20esimo secolo dei Valdesi in Italia........ I Valdesi di oggi sono chiaramente ecumenici nello spirito. E' ammesso che da tempo essi non sono più Battisti. La loro ortodossia dottrinale cominciò a impallidire nel tardo 18esimo secolo, cosa di cui Monastier si lamentò: ....'La fine del diciottesimo secolo fu marchiata nelle valli da un declino del tono della religione, che fu indebolita dappertutto. Colà, come in altri paesi, si può far notare come lo spirito Cristiano, così vigoroso e fruttuoso nel sedicesimo e diciassettesimo secolo, alimentò se stesso in misura vieppiù minore dalla fonte del Vangelo. Un orgoglioso razionalismo, la mera opinione umana, cominciò a pretendere un posto nella teologia, cercando di rendere la religione più accessibile e meno repulsiva nelle sue dottrine, appannandola e sfigurandola. I candidati per il sacro ministero acquisirono, in gran parte in accademie straniere dove essi si preparavano per esserne investiti, nient'altro che una fredda ortodossia, o i germi della negligenza Sociniana. I primi anni del diciannovesimo secolo non portarono migliorie. La virtù fu spesso predicata ed esaltata più dell'opera di Cristo, o della fede, o dell'amore del Signore. Il titolo di filosofo fu collocato almeno a livello con quello di Cristiano. Il rappresentante Valdese di questa tendenza fu M. Mondon, il più tardi pastore di San Giovanni, un uomo di talento, ben versato in letteratura classica e storia profana, di singolare, capriccioso carattere, ma coraggioso e pieno di franchezza. Il suo credo fu attaccato, e su buone basi, perché era ben lungi dall'essere evangelico'. Così vediamo che il movimento Valdese nei recenti secoli ha sofferto delle indebolenti influenze del razionalismo e dell'ecumenismo, entrambi elementi con i quali i moderni Battisti indipendenti non si identificherebbero. Però vi è abbondante evidenza che i Valdesi medievali erano di uno spirito molto differente, non soltanto evangelico, ma anche partecipe della stessa audace posizione separatista quale è assunta dai Battisti indipendenti oggi. 
Dall'inizio i Valdesi erano separatisti, separandosi dalla Chiesa Romano Cattolica, sia fisicamente che ecclesiasticamente, prendendo rifugio nelle remote valli delle Alpi. Molti storici credono che i Valdesi sono i diretti discendenti spirituali dei Novaziani, che si separarono dalla Chiesa di Roma nel 251 A.D. E mantennero una posizione separata nonostante le persecuzioni, fuggendo nelle Alpi piuttosto che compromettere la loro fede. Dice Ray:....'I Novaziani furono perseguitati da Costantino, il primo ad unire chiesa e stato; e un [certo] numero di questi Novaziani perseguitati abbandonarono l'Italia per le valli del Piemonte in differenti epoche da circa l'anno 325 all'anno 425; e questi Novaziani che vagavano negli anni seguenti furono chiamati Valdesi. Appare che i Valdesi originarono dai Novaziani che fuggivano dall'Italia nel quarto secolo'..... Orchard concorda, e afferma che il ritiro dei Novaziani nelle montagne fu reso più veloce dal passaggio di un editto imperiale contro il ri-battezzo nel 413: .....'L'editto fu probabilmente ottenuto dall'influenza di Agostino, che non poteva sopportare nessun rivale, ne chiunque mettesse in questione la virtù dei suoi riti, o la santità della sua fratellanza, o la consistenza del credo Cattolico; ma essendo questi punti messi in questione dai Novazionisti e Donatisti, due potenti ed estesi corpi dissidenti in Italia ed Africa, su di loro si fece sentire la sua [di Agostino] influenza. Questi modi combinati di oppressione condussero i fedeli ad abbandonare le città, e cercare rifugio nel paese [campagna], in particolare nelle valli del Piemonte, gli abitanti del quale iniziarono ad essere chiamati Valdesi.'. Morland descrive il separazionismo dei primi Valdesi in questi termini:....'Ma quando la Chiesa di Roma cominciò a corrompersi, e non sarebbe stata persuasa con nessun mezzo a trattenere la purezza della dottrina apostolica e del culto divino, allora quelli delle valli cominciarono a separarsi da essi [dagli aderenti alla Chiesa di Roma], e a "...venir fuori da loro, in modo tale da non essere partecipi dei loro peccati, ne di ricevere le loro pestilenze'....Gli antichi documenti preservati da Morland mostrano che I VALDESI MEDIEVALI CONSERVAVANO PIENAMENTE LO SPIRITO DEL SEPARATISMO SENZA COMPROMESSI CHE CARATTERIZZAVA IL MOVIMENTO DEI NOVAZIANI SIN DALL'INIZIO. L'antico catechismo dei Valdesi cita Matteo 16:6; Salmi 26:5; Numeri 16:26; 2 Corinzi 6:14-18; 2 Tessalonici 3:6; e Rivelazione ["Apocalisse"] 18:4 in difesa della posizione della separazione; e include questa domanda e risposta:....Ministro: Con quali segni sono riconosciute le persone che non sono nella Chiesa? Risposta: Con [i segni del] pubblico peccato, e della fede erronea. In quanto noi dovremmo rifuggire da tali persone, a meno di non essere contaminati da loro". L'autore del trattato del 12esimo secolo sull'Anticristo difende di gran lunga la dottrina della separazione ecclesiastica, citando da Matteo 10:35-37; Matteo 7:15; Matteo 24:4-5;, 23; Rivelazione 18:4; 2 Corinzi 6:14-18; Efesiani 5:7-8; 2 Tessalonici 6:6-7; Efesiani 5:11; e 2 Timoteo 3:1-5, ed inoltre fa il seguente appello: ....'Da ciò che è stato qua detto appare chiaramente qual'è la malvagità dell'Anticristo, e la sua perseveranza. Anche il nostro signore ci comanda di separarci da lui, ed unirci alla santa città di Gerusalemme: perciò conoscendo tali cose, avendole il Signore rivelate a noi attraverso i Suoi servi, e credendo in queste rivelazioni in accordo con le Sacre Scritture, ed essendo ammoniti dai comandamenti del Signore, noi ci separiamo interiormente ed esteriormente dall'Anticristo..... Da ciò risultano le cause della nostra SEPARAZIONE. Sia conosciuto a chiunque in generale e in particolare, che la causa della nostra separazione è questa, e cioè per l'amore della verità della fede, e per ragione della nostra interiore conoscenza dell'unico vero Dio, e per l'unità della essenza divina in tre Persone'. Nel precedente capitolo abbiamo visto con quanto vigore i Valdesi rifiutarono le tradizioni ed i sacramenti dei Cattolici, specialmente le loro messe. E' chiaro che essi non accettavano la pretesa della Chiesa Cattolico Romana di essere una comunione Cristiana. Nevin dice: ....'Per quanto [riguardava] la loro dottrina e la loro pratica, essi consideravano la comunità Cattolica NON essere una chiesa di Cristo. Essi perciò ribattezzavano [quelli] che sono stati battezzati in quella comunità. 
PER QUESTA RAGIONE ERANO CHIAMATI ANABATTISTI'. Come teniamo a mente questi fatti, e consideriamo le parole degli antichi autori Valdesi sulla separazione, [AUTORI] CHE SOMIGLIANO MOLTO AI PREDICATORI BATTISTI INDIPENDENTI DEL 20ESIMO SECOLO, e citiamo gli stessi versi che sono stati spesso citati dai Battisti indipendenti in difesa della separazione, allora appare ovvio che I VALDESI ERANO IN ORIGINE SEPARAZIONISTI NELLO STESSO MODO COME GLI INDIPENDENTISTI BATTISTI DEI GIORNI D'OGGI. Ray dice: ....'I Valdesi riconsideravano tutti i culti Cattolici come la più grossa idolatria; essi perciò non andavano in comunione con l'Anticristo. Essi audacemente affermavano che la Chiesa di Roma è la "prostituta di Babilonia", e qualsiasi comunione con essa era considerata fornicazione spirituale – un indicibile abominio'....(....).... D'Aubigne ci dice di più dello spirito dei Valdesi FRANCESI nel 1484, i quali immediatamente dopo pagarono un alto prezzo con la persecuzione a causa della loro posizione separatista: ....'A quei tempi su tutti i pendii delle Dauphinese Alpes, e lungo le rive della Durance, c'era una nuova crescita della concezione Valdese..... Audaci uomini chiamarono la Chiesa di Roma la chiesa dei diavoli, e consideravano che era più vantaggioso pregare nelle stalle che in una chiesa'. [trad. da "I Valdesi erano Battisti indipendenti" (titolo originale: "The Waldenses were independent Baptists"), di Thomas Williamson] -------> Commento: Di nuovo appare quel filo rosso nascosto, tra coloro che ancora oggi negli USA resistono dell'ecumenismo gesuita, e si professano Battisti indipendenti, applicando il battesimo adulto per immersione e rifiutando come blasfema la "rigenerazione" battesimale, come esattamente duemila anni fa in Israele, ed i Cristiani delle Vallate Alpine di mille e cinquecento anni fa (ma non solo), i quali, nonostante indicibili persecuzioni della Inquisizione Romana perseveravano a trasmettere la Parola di Dio alle future generazioni, fino a che – secondo i Suoi imperscrutabili schemi – potesse raggiungere il Nuovo Mondo. Non è questa resistenza millenaria, ad essere il vero Esercito Partigiano di Gesù Cristo nostro Signore nelle montagne in lotta contro l'Anticristo, un tangibile segno di Dio? Armato con la Bibbia e con una fede più resistente della roccia delle montagne per cui accettavano il precetto "e tu non ucciderai" sopportando supplizi inconcepibili. Veramente sinistro è vedere come questa persecuzione millenaria dell'Impero Romano continua oggi quando ad esempio leggi tale Maurizio Blondet, ex giornalista dell'Avvenire, che in suo articolo, neanche tanto indirettamente, plaude al lavoro di estirpazione della Parola di Dio eseguito da Stalin nei paesi Baltici immediatamente dopo la IIGM.

COME ABBIAMO COSTRUITO GLI ITALIANI: CALABRIA"(...)...Il prof. Whitsitt afferma che senza dubbio i Valdesi alterarono le loro convinzioni sotto l'influenza di Lutero. Moser afferma che i Valdesi iniziarono ad accettare le immersioni aliene [leggi "rigenerazione battesimale" e pedo-battesimo] in questo periodo: ..."Nella guerra di Lutero contro la chiesa, egli cercò il supporto dei Valdesi in modo da sconfiggere Roma. Ciò toccò una corda sensibile ai Valdesi che furono perseguitati a lungo durante molti secoli, e mostrarono un certo interesse. Comunque, Lutero richiese un cambio nella loro pratica del ri-battezzo altrimenti egli [Lutero] avrebbe dovuto richiedere di venir ri-battezzato.... C'erano pochi Anabattisti o Valdesi che andarono sulle posizioni di Lutero ed abbandonarono il ri-battezzo proprio come vediamo fare oggi alcuni Battisti, e [in questo caso] la storia scritta dei giorni nostri si ricorderà soltanto di quei defezionisti ed ometterà la maggioranza [dei Battisti] che rifiuta di compromettersi ed unirsi nell'attività ecumenica". Sebbene sia verosimile che molti Valdesi abbiano conservato le loro convinzioni Battiste dopo il 1532, aiutando a dare forza al movimento degli Anabattisti, il principale corpo dei Valdesi in Savoia non può essere considerato Battista dopo quell'anno. La loro identificazione con i Riformatori di quel tempo è ben conosciuta. Latourette dice dei Valdesi: ....."Nel 16esimo secolo la maggioranza dei rimasti fu trascinata nella famiglia delle Chiese Riformate." L'unione dei Valdesi di CALABRIA con i Calvinisti nel 1560 fu la causa delle severe persecuzioni scatenate sui Valdesi in quell'anno dal papa, con il risultato che essi furono COMPLETAMENTE STERMINATI IN CALABRIA: "...Nell'anno 1560, i Valdesi in CALABRIA formarono un collegamento con la chiesa di Calvino a Ginevra. La conseguenza di ciò fu che diversi pastori o maestri pubblici vennero dai pressi di Ginevra a vivere con le loro chiese in CALABRIA. Sembra probabile che questa circostanza abbia contribuito a far rivivere la professione [di fede ed ecclesiale Valdese] in CALABRIA, o almeno portò i Valdesi di più nelle notizie pubbliche rispetto a quanto fossero presenti [nell'informazione generale]; e diffuse allarme tra i Cattolici....". 
Nel frattempo i Valdesi della Savoia furono più intensamente trascinati all'interno della fratellanza della Riforma come risultato della disastrosa epidemia di peste del 1630-1631 che spazzò via il clero Valdese: ..."La peste si calmò durante l'inverno, ma in primavera (1631) si riaccese con rinnovata forza. Dei tre pastori sopravvissuti, uno morì, lasciandone soltanto due.... Dei pastori Valdesi soltanto due ora rimasero; e ministri si affrettarono da Ginevra ed altri luoghi per recarsi nelle valli, per scongiurare che l'ultimo lume non si spegnesse.... Un'altro cambio introdotto in questi tempi fu l'assimilazione [modificazione] del ruolo rituale a quello di Ginevra". Per quanto riguarda la peste, Mosheim dice: Essi ritennero non poche delle loro antiche regole di disciplina, almeno fino al 1630. Ma in quest'anno, la gran parte dei Valdesi (in Piemonte) fu spazzata via dalla pestilenza; ed i nuovi maestri, ottenuti dalla Francia, (da Ginevra), regolavano i loro affari in accordo con gli schemi della Chiesa Riformata Presbiteriana Francese.". Così, i Valdesi dei tempi moderni dovrebbero essere considerati come Presbiteriani, non Battisti, e in accordo con Latourette alcuni dei Valdesi si sono identificati con i Presbiteriani dopo l'emigrazione negli Stati Uniti: ..."Qua e la, iniziando circa nel 1892, Valdesi, del Protestantesimo indigeno Italiano, cominciarono ad arrivare in piccoli gruppi. Gruppi di essi si insediarono in diversi stati ed in almeno un caso formarono una congregazione che si affiliò ai Presbiteriani". Le radici delle distinte pratiche dottrinali dei Presbiteriani tra i Valdesi, specialmente il battesimo degli infanti, non possono venir datate indietro prima del 16esimo secolo, quando i Valdesi della Savoia, una abbattuta, depressa, assediata e decimata banda che si è già pesantemente compromessa con i Cattolici per evitare la completa estinzione, sentirono che essi non avevano altra scelta all'infuori di afferrare le linea di vita e la comunanza e l'assistenza offerta ad essi dai nuovi Riformatori. Non dovrebbe essere una sorpresa per noi [il fatto] che i Valdesi accettarono gli insegnamenti Pedo-battisti dei Riformatori a questo tempo, in quanto molti di essi portarono i loro infanti dai preti Cattolici per il battesimo, facendo ciò con rancore [risentimento ma] in modo da evitare la possibile persecuzione e la morte. 
Fortunatamente, in questa epoca molti Valdesi residenti nelle altre regioni d'Europa passarono la fiaccola delle convinzioni Battiste ai loro SUCCESSORI, che divennero noti come ANABATTISTI, MENONNITI o semplicemente BATTISTI.". -----------> Commento: un ragionamento sulla formazione del popolo Italiano quale frutto principalmente di un GENOCIDIO RELIGIOSO di almeno 17 secoli, e la presente coda nei nostri tempi contemporanei, sarebbe troppo lungo per concentrarlo in un breve commento. Lascio soltanto riflettere sulle vere origini religiose, anzi, di guerra di sterminio religioso, nelle quali odierne organizzazioni criminali come (ma non solo) la 'Ndrangheta potrebbero avere, almeno in parte, le loro radici storiche. Quando l'Inquisizione Cattolica e la Contro Riforma dei Gesuiti estirpava la cosiddetta "infezione" protestante, al suo posto impiantava comunità dei suoi fidi servitori che agivano da veri e propri "Fort Apache" di un sanguinoso cesarismo papista, sentinelle poste a controllo delle valli degli "eretici" (leggi: Cristiani) sopravvissuti. 'Ndrangheta, ma forse anche Stidda, Camorra, Cosa Nostra, ecc., quanto la loro origine può risiedere anche da questa millenaria guerra di sterminio religioso?


PER SOLA FEDE -----> "(....)... Nel nostro secolo le Chiese di Cristo e le Chiese Cristiane battezzano per immersione e non battezzano gli infanti, ma ancora esse non possono venir accettate come Battiste, perché esse insistono su una forma di rigenerazione battesimale, che insegna che una persona non è salvata fino a quando egli o ella non è stata battezzata. Prima di affermare che i Valdesi [erano] come i Battisti, noi dobbiamo essere sicuri che essi rigettassero la rigenerazione battesimale, e che essi non ammettevano nessuna forma di salvazione [che fosse] per opere, [forma di salvazione che] fu enfatizzata in così pesante maniera dalla dominante Chiesa Cattolica Romana. Fortunatamente, un'antica confessione dei Valdesi, datata circa 1120 A.D. [cinquant'anni prima di Waldo - nota], contiene un inequivocabile rifiuto della dottrina della rigenerazione battesimale, che chiaramente li distingue su questo punto sia dai Cattolici che dai Campbelliti:...."Noi crediamo che i Sacramenti sono il segno di cose sacre, o forme visibili dell'invisibile grazia, tenendo per buono che il fedele talvolta usi i detti segni o visibili forme, se ciò può essere fatto. Comunque, noi crediamo e teniamo, che il sopra menzionato fedele può venir salvato senza ricevere i segni accennati, nel caso non vi sia un luogo o mezzo per usarli". L'antica letteratura Valdese abbonda di evidenze che i Valdesi avevano una sonante dottrina riguardo la soteriologia ovvero la salvazione, insistendo sulla giustificazione per sola fede, CENTINAIA DI ANNI PRIMA DI LUTERO. Ad esempio, l'autore del trattato del 12esimo secolo "Su Il Sogno Del Purgatorio" fa tali affermazioni: ..."Ma S. Pietro mostra, Atti 15, che i cuori sono purgati dalla fede, e la fede è sufficiente per lavarli dal male, senza ulteriori mezzi esterni.... Dove gli apostoli mostrano, che Cristo amò talmente la Sua Chiesa, da non volerla lavare con altri mezzi se non con il Suo proprio sangue". La Confessione delle Chiese Riformate del Piemonte del 1655 contiene questa sonante affermazione della giustificazione per fede: ..."16. Che il Signore avendo pienamente ed assolutamente riconciliato noi a Dio, attraverso il Sangue della Sua Croce, per virtù del Suo merito solo, e non delle nostre opere, noi siamo con ciò assolti e giustificati al Suo cospetto, e nemmeno c'è nessun altro Purgatorio al di là del Suo Sangue, il quale ci lava da tutti i peccati... 18. Che la fede è la graziosa ed efficace opera dello Spirito Santo il quale illumina le nostra anime, e persuade esse ad appoggiarsi e riposare sulla misericordia di Dio, e con ciò applicare a se stessi i meriti di Gesù Cristo". Mentre gli evangelici moderni dei nostri giorni cercano si sottrarsi dalla dottrina della salvazione per mezzo del sangue di Cristo, è chiaro che i Valdesi affermano questa dottrina scritturale, sia nel 12esimo che nel 17esimo secolo. Numerosi storici hanno pagato tributo alla testimonianza dei Valdesi per la dottrina della giustificazione [attraverso] la sola fede. D'Aubigne dice: ..."Dalle loro alte montagne i Valdesi protestarono durante una lunga serie di epoche contro le superstizioni di Roma. "Essi affermano la viva speranza che essi hanno in Dio attraverso Cristo – per la rigenerazione e la rivivificazione interiore dalla fede, dalla speranza e dalla carità – per i meriti di Gesù Cristo, e della completa sufficienza della Sua grazia e giustizia". Tierney e Painter dicono: ...."Essi dichiarano che Cristo ha insegnato la via di vita che porta alla salvazione e che i Suoi insegnamenti possono venir letti nel Nuovo Testamento..... La Chiesa ed i suoi sacramenti sono completamente inutili". Edman dice: Per quanto riguarda la loro visione dottrinale c'è poca diatriba: essi si attengono alla giustificazione per fede, ad una vita di buone opere assieme ad una decisa negazione della assoluzione dei preti o della intercessione di santi e angeli, o dell'esistenza del purgatorio, o dell'autorità della Chiesa Romana". Broadbent dice: ..."A Strasburgo nel 1212 i Domenicani hanno già arrestato 500 persone che appartenevano alle chiese dei Valdesi..... Il loro leader un anziano di nome Giovanni, dichiarò in punto di morte, ....'Noi siamo tutti peccatori, ma non è la nostra fede a farci così, nemmeno noi siamo colpevoli della blasfemia della quale siamo accusati senza ragione; ma noi aspettiamo il perdono dei nostri peccati, e questo [il perdono] SENZA L'AIUTO DEGLI UOMINI, E NON ATTRAVERSO IL MERITO DELLE NOSTRE PROPRIE OPERE ...'. Essi non ammettevano la grandiosamente professata pretesa della Chiesa di aprire o chiudere la via della salvazione, tanto meno essi credevano che la salvazione [avvenisse] attraverso sacramenti o qualsiasi [altra cosa] se non la fede in Cristo, che si mostrò nell'agire dell'amore". 
Monastier mette in relazione questo resoconto su come i Valdesi, sotto il nome di Ultramontani o abitanti al di là delle montagne [etichetta poi di cui si è appropriata secoli dopo la Contro Riforma per i suoi partiti popolari capeggiati da monsignori gesuiti], erano condannati da un monaco Cattolico: ...."Gilles dà il resoconto di un barbe [barba, "zio" o meglio pastore Valdese] il quale, andato a Firenze, sentì un monaco che stava predicando esclamare "O Firenze! Cosa significa Firenze? Il fiore d'Italia. E così tu fosti fino a quando questi Ultramontani persuasero te che l'uomo è giustificato dalla fede e non dalle opere; ed in ciò essi mentono". [trad. da "I Valdesi erano Battisti indipendenti" (titolo originale: "The Waldenses were independent Baptists"), di Thomas Williamson]


GUARDIA PIEMONTESE - Da Wikipedia, l'enciclopedia libera. [a parte Todeschini...] ------> "Guardia Piemontese (La Gàrdia in lingua occitana) è un comune italiano di 1.558 abitanti della provincia di Cosenza. Guardia Piemontese ha la particolarità di essere un'isola linguistica occitana del meridione italiano. Fu fondata nel XII secolo da rifugiati valdesi provenienti da Bobbio Pellice in Piemonte. Era conosciuta in passato anche come Guardia Lombarda[2].....(....)....Storia - Già nota con il nome di Casale di Fuscaldo, chiamata successivamente Guardia Fiscalda, Guardia dei Valdi e Guardia Lombarda, solo in anni più recenti ha preso la denominazione attuale di Guardia Piemontese. L'aggettivo "piemontese" del nome, deriva dall'origine valdese della popolazione locale, la quale a causa della povertà, dell'intolleranza religiosa e delle persecuzioni subite nelle proprie terre, in Piemonte, dovette fuggire alla ricerca di un luogo più sicuro e ospitale e si trasferì in Calabria dove fondò il paese di Guardia. Altre comunità di valdesi si stabilirono in alcuni paesi vicini, a Montalto Uffugo, e a San Sisto dei Valdesi. I Valdesi arrivarono in Calabria tra il XII e il XIII secolo dal Piemonte, provenienti soprattutto dalla Val d’Angrogna e dalla Val Pragelato. 
Gli abitanti di Guardia Piemontese vissero senza conflitti per due-tre secoli con le comunità cattoliche circostanti. Dopo la loro adesione alla riforma protestante il cardinale alessandrino Michele Ghislieri (futuro papa Pio V), deliberò che venissero annientati sia i valdesi del Piemonte che quelli della Calabria. Scatenò così contro di loro una crociata e li sterminò.[3] La persecuzione religiosa si portò, in tempi antichi, fino nella parte antica di Guardia (il cosiddetto "paese") con scontri e violenze e l'uccisione di gran parte della popolazione, comprese donne e bambini. I pochi superstiti scampati al massacro furono costretti alla conversione. Rimane a tal testimonianza la porta del sangue, chiamata così dal 5 giugno 1561, oltre ai nomi delle strade che ricordano tali fatti storici. Una testimonianza diretta dei fatti cruenti di quel sanguinoso giugno 1561 è contenuta in tre lettere scritte da un abitante di Montalto. « Ora occorre dir come oggi a buon'ora si è ricominciato a far l'orrenda iustizia di questi Luterani, che solo in pensarvi è spaventevole: e così sono questi tali come una morte di castrati; li quali erano tutti serrati in una casa, e veniva il boia e li pigliava a uno a uno, e gli legava una benda avanti agli occhi, e poi lo menava in un luogo spazioso poco distante da quella casa, e lo faceva inginocchiare, e con un coltello gli tagliava la gola, e lo lasciava così: dipoi pigliava quella benda così insanguinata, e col coltello sanguinato ritornava pigliar l'altro, e faceva il simile. Ha seguito quest'ordine fino al numero di
88; il quale spettacolo quanto sia stato compassionevole lo lascio pensare e considerare a voi.(...) Ora essendo qui in Mont'Alto alla persecuzione di questi eretici della Guardia Fiscalda, e Casal di San Sisto, contro i quali in undici giorni si è fatta esecuzione di 2000 anime; e ne sono prigioni 1600 condannati; et è seguita la giustizia di cento e più ammazzati in campagna, trovati con l'arme circa quaranta, e l'altri tutti in disperazione a quattro e a cinque: brugiate l'una e l'altra terra, e fatte tagliar molte possessioni. » 
(da "Colonia Piemontese in Calabria" (Torino, 1862), di Giovenale Vegezzi-Ruscalla[4]) Simeone Florillo, ministro evangelico a Chiavenna in un lettera del 21 agosto 1561 descrisse con queste parole, indirizzate a Guglielmo Grattarola medico a Basilea, il massacro avvenuto a Guardia. « Novità non ho altre, se non che ti mando copia di lettere scritto da Montalto l'11 giugno 1561, stampate a Roma e a Venezia, intorno al macello commesso in Calabria in due villaggi a otto miglia da Cosenza, San Sisto e Guardia, che furono distrutti, e uccisine ottocento abitanti, o circa mille, come scrive da Roma il 21 giugno uno che era servo di Ascanio Caracciolo. Io conobbi quella gente, d'origine valdese, di buona vita e di miglior dottrina. 
Perocché, prima di partir da Ginevra, a loro istanza vi mandammo due ministri e due maestri di scuola. I ministri furono martirizzati l'anno passato, uno a Roma che chiamavasi Giovanni Luigi Pasquale di Cuneo, l'altro a Messina, Giacomo Bonello, entrambi piemontesi. » (Da Gli eretici d'Italia, di Cesare Cantù[5]) Nel 1927 venne fuso con il comune di Acquappesa, formando il nuovo comune di Guardia Piemontese Terme[6]. Recuperò l'autonomia nel 1945[7].....[Questa pagina è stata modificata per l'ultima volta l'8 mag 2014 alle 12:39. ]".


COME ABBIAMO COSTRUITO GLI ITALIANI – III: I PRIMI PROTESTANTI E VALDESI ERANO I PRIMI CRISTIANI"Il paese in cui noi troviamo i primi di questi Protestatari è l'Italia. La Sede di Roma, in quei giorni, abbracciava soltanto la capitale e province del circondario. La diocesi di Milano, che includeva la pianura Lombarda, le ALPI DEL PIEMONTE, e la provincia MERIDIONALE DELLA FRANCIA, grandemente si estendeva. E' un indubitabile fatto storico che questa potente diocesi non fu tributaria del trono papale. "Il vescovo di Milano", dice Papa Pelagio I (555), "non viene a Roma per l'ordinazione". Egli ci informa che ciò "era un antico costume dei loro". Papa Pelagio, comunque, cercò di sovvertire questo "antico costume", ma i suoi sforzi risultavano soltanto in un più grande straniamento tra le due diocesi di Milano e Roma. Perché quando Platina parla della soggezione di Milano al Papa sotto Stefano IX, nella metà dell'undicesimo secolo, egli ammette che "per 200 anni assieme la Chiesa di Milano è stata separata dalla Chiesa di Roma". Perfino dopo, nella vigilia dell'era Aldobrandina, la distruzione dell'indipendenza della diocesi non fu completata senza una protesta da parte del suo clero, e del tumulto di parte del popolo. Il primo affermava che "la Chiesa Ambrosiana non era soggetta alle leggi di Roma; che è sempre stata libera, e non potrebbe, con onore, rinunciare [surrender] alle proprie libertà". Il secondo ne fece clamore della minacciata violenza a Damiano, l'emissario [di Roma] mandato a ricevere la loro sottomissione. "Tra il popolo crebbe un gran fermento", dice Baronius; "le campane furono suonate; il palazzo episcopale assaltato; ed il legato minacciato di morte". 
Tracce di questa prima indipendenza rimangono sino ai nostri giorni nel Rito o Culto Ambrogiano, ancora in uso nell'intero arcivescovado di Milano..... Una delle conseguenze della [fine della] indipendenza ecclesiastica del Nord Italia fu che la corruzione di cui Roma era la fonte fu in seguito introdotta a Milano e nella sua diocesi. La luce evangelica brillò colà alcuni secoli dopo che le tenebre si addensarono nella parte meridionale della penisola. Ambrogio che morì nel 397 AD, fu Vescovo di Milano per ventitré anni. La sua teologia, e quella della sua diocesi, FU IN ESSENZA NON DIFFERENTE DA QUELLA CHE I PROTESTANTI TENGONO AI NOSTRI GIORNI. La Bibbia SOLA era la sua regola di fede; Cristo SOLO era la fondazione della Chiesa; la giustificazione dei pecccatori e la remissione dei peccati NON erano [frutto di] merito umano, ma del sacrificio espiatorio della Croce; c'erano soltanto DUE sacramenti, Battesimo e la Cena del Signore, e nell'ultimo Cristo era considerato presente soltanto FIGURATIVAMENTE. 
Tale è un riassunto della fede professata ed insegnata dal capo vescovo del Nord Italia alla fine del quarto secolo. Rufinus, di AQUILEIA, primo o metropolitano nella diocesi di Milano, insegnò in sostanza la stessa dottrina nel quinto secolo. Il suo trattato sul Credo è in disaccordo con il Concilio di Trento NON MENO del catechismo dei Protesatanti. Il suo successore ad AQUILEIA, per quanto si possa capiere dai suoi scritti che ha lasciato ai posteri, condivise i sentimenti di Rufinus. Per venire al sesto secolo, troviamo Laurentius, Vescovo di Milano, considerava che la penitenza del cuore, SENZA l'assoluzione del prete, è sufficiente per il perdono; ed alla fine del medesimo secolo (AD 590) torivamo i vescovi d'Italia e dei Grigioni , in numero di nove, RIFIUTARE LA COMUNIONE CON IL PAPA IN QUANTO ERETICA, così poco era creduta l'infallibilità, o così poco riconosciuta la supremazia Romana. Nel settimo secolo troviamo Mansuetus, Vescovo di Milano, dichiarare che l'intera fede della Chiesa è contenuta nel Credo Apostolico; dal quale è evidente che egli non vedeva necessaria per la salvazione le aggiunte [blasfeme] che Roma iniziò a fare, e molte [per giunta] da quando ha [iniziato ad] aggiungerle alla dottrina apostolica. La Liturgia Ambrosiana la quale come abbiamo detto continua ad essere usata nella diocesi di Milano, è un monumento alla purezza della fede e dell'adorazione delle prime Chiese di Lombardia.....Nell'ottavo secolo troviamo Paulinus, Vescovo di AQUILEIA, dichiarare che "noi ci alimentiamo della natura divina di Gesù Cristo, che non può essere detta [raccontata], e deve essere compresa metaforicamente". Così è manifestato che egli rifiutasse la manducazione corporale [transubstantazione] della Chiesa a Roma. Egli anche mette gli uomini in guardia dall'approcciare Dio attraverso un qualunque altro mediatore che non sia Gesù Cristo [come invece la Chiesa di Roma fa astutamente usando la madre di Gesù Cristo per separare il Cristiano da Gesù Cristo il Signore], affermando che EGLI SOLTANTO FU CONCEPITO SENZA PECCATO [evidenziando così la blasfema eresia Cattolica della Immacolata Concezione ed Assunta in Cielo]; che Egli è l'UNICO 
Redentore, e che Egli è l'unico fondamento della Chiesa. "Se chiunque" dice Allix, "vuole prendersi carico di esaminare le opinioni di questo vescovo, EGLI TROVERA' MOLTO DIFFICILE IL NON PRENDER NOTIZIA CHE EGLI NEGA CIO' CHE LA CHIESA DI ROMA AFFERMA IN RELAZIONE A QUESTI ARTICOLI, E CHE EGLI AFFERMA CIO' CHE LA CHIESA DI ROMA NEGA". Deve essere riconosciuto che questi uomini, a dispetto dei loro grandi talenti e della loro ardente pietà, non scapparono completamente alla degenerazione della loro epoca. La luce era in essi parzialmente mescolata con le tenebre. Persino il grande Ambrogio ne fu toccato con la venerazione per le reliquie, ed una debolezza per altre superstizioni dei suoi tempi. Ma per quanto riguarda la dottrina cardinale della salvazione, la fede di questi uomini fu essenzialmente Protestante, e stava fuori in audace antagonismo ai principi del credo Romano. E tale, con più o meno chiarezza, dove essere considerata la professione dei pastori sui quali essi presidiavano.". [da "The History of Protestantism", di J. A. Wylie, ministro della Libera Chiesa di Scozia, capitolo 5, "Testimoni Protestanti del Medioevo"] -----> COMMENTO: non è forse l'ironia della sorte ma un lucido piano di vendetta religiosa il fatto che movimenti e partiti oggi che pretenderebbero la secessione dalla Roma secolare ma NON quella spirituale, abbiano per simbolo un simbolo del più reazionario dispotismo ed imperialismo Cattolico??? [Alberto da Giussano].... In fin dei conti Fascismo e Comunismo cosa altro sono stati nella nostra penisola se non ulteriori tenebrosi cantieri con i quali costruire un nuovo Stato Pontificio, da Lampedusa alle vallate Alpine??.... Il Fascismo non poteva non odiare i Valdesi. Sotto la scusa della fede Calvinista assunta in conseguenza della persecuzione Romana, e quindi sotto la scusa di essere agenti della "perfida Albione" protestante (l'Inghilterra della King James Bible derivante dalla Bibbia di Ginevra), vi era nascosta la longa manus della Chiesa di Roma e dei Gesuiti (vedi l'amico personale e confessore di corte di Mussolini, SJ Pietro Tacchi-Venturi) i quali, dopo averli soppressi fisicamente, volevano sopprimere i Valdesi anche culturalmente, dato che la loro storia è la storia del Cristianesimo perseguitato da millenni. Dopo la IIGM si scelse di non epurare a fondo l'esercito e le forze di polizia dall'eredità Fascista ma, apparentemente in contraddizione, con gli anni si lasciarono sempre più aperte le porte della cultura e dell'accademia al MARXISMO. Ciò non a caso in quanto le teorie del dott. Marx ed Engels sono i perfetti cani da guardia della Contro Riforma nell'opera di censura della storia del Cristianesimo. Cosa altro non sono quei Valdesi, quei Novaziani, quel Claudio di Torino, Ambrogio di Milano, Rufinus di Aquileia, con i loro credi profondamente PROTESTANTI, soltanto in anticipo di MILLE ANNI rispetto all'affissione delle 95 Tesi di Lutero, cosa sono altro se non le CAMPANE A MORTO PER LA DOTTRINA MARXISTA?... Il Marxismo afferma che il Protestantesimo è la sovrastruttura religiosa della classe borghese, che, sempre per le teorie del Materialismo Dialettico storico, sarebbe nata con la fine del Medio Evo. Ma che dire di quei tenaci Cristiani Protestanti ante-litteram che perseveravano nella Fede per secoli e secoli prima di Lutero, perseguitati e rinascevano immediatamente dopo, se non che la loro storia è la più lampante prova di come dietro il Marxismo ed il Materialismo Dialettico vi sia soltanto l'agenda della Contro Riforma?... Dalla Guerra Fredda ai nostri giorni: "Roma Ladrona"? Certo, sacrosanta verità, ma anche in questo caso vi è un inganno, uno sviamento, una diversione che vuole tutto concentrato sul danaro. In verità Roma ha rubato, ma il danaro è ben poca cosa rispetto al vero bottino. Roma la pagana ha derubato l'anima ai Cristiani, e per farlo si è travestita ella stessa da Cristiana, per derubare i Cristiani anche dei loro martiri.


STORIA DEI GESUITI – SAN CLAVERIO SJ, SANTO PROTETTORE DI MANDELA E DESMOND TUTU – I L'Inghilterra Protestante nel XVII secolo appoggiò la pirateria ed il commercio degli schiavi degli Islamici nel Mediterraneo, nella guerra contro il Cattolicesimo. Stranamente tale macchia nel passato Protestante non viene volentieri riesumata ..... 
Sarà forse perché tale spettro, risvegliandosi, potrebbe risvegliarne molti altri, ?..... Tratto dal sito one-evil-org [SJ = Society of Jesus, Società di Gesù]: "Un'altra area in cui i Gesuiti cercarono di competere contro gli stati Protestanti inizialmente fu quella di assicurarsi profittevoli rotte di commercio. Grazie al papa Gregorio XIII, quello Gesuita fu l'UNICO ordine religioso con il potere di condurre COMMERCIO ed ATTIVITA' BANCARIA..... Il Generale Superiore Gesuita Claudio Acquaviva (1581-1615) presto mise a buon fine tale pratica quando nel 1580, egli ordinò a Padre Vilela SJ di acquistare il porto di NAGASAKI da un locale signore della guerra. Il Generale Acquaviva poi mandò Alessandro Valignano SJ ad amministrare la nuova missione commerciale...... I GESUITI perseguirono pesantemente la crescita del loro [completamente di loro proprietà] porto di Nagasaki, fino [a farne] UNO DEI PIU' PROFITTEVOLI PORTI DI COMMERCIO DEL MONDO. 
La proprietà Gesuita del porto di Nagasaki diede alla Società un concreto MONOPOLIO nella TASSAZIONE di TUTTE LE MERCI IMPORTATE NEL GIAPPONE...... I Gesuiti, sotto Peter Claver SJ furono strumento nello SVILUPPO DEL COMMERCIO DEGLI SCHIAVI dall'Africa al Sud America, ai fini di essere usati nelle miniere d'oro. Fino a mezzo milione di schiavi furono imbarcati ed arrivarono [colà] sotto la vigilanza di Peter Claver SJ. Più tardi, i Gesuiti trasformarono Claver da uno dei peggiori signori della schiavitù nella storia, nel santo patrono degli schiavi, Colombiani ed Afro-americani...... Comunque, sia Spagna che Portogallo in particolare, erano arrabbiati per la crescente ricchezza ed influenza dei Gesuiti che si ingrandivano con i loro profitti dalla tratta degli schiavi e dal monopolio del commercio...... In risposta ai Portoghesi che cercavano di stringere in un angolo i Gesuiti in Giappone armando i loro nemici, il Generale Claudio Acquaviva formò un'alleanza nel 1595 con gli OLANDESI per supportare le loro navi ed il loro commercio. In risposta alla nuova alleanza, il Parlamento Inglese....... emise un'ordinanza garantendo un monopolio del commercio pirata alla Compagnia delle Indie Orientali nel 1600........ 
Nel 1602 il Generale Claudio Acquaviva assistette i mercanti Gesuiti per ottenere un incarico per il monopolio dagli Stati Generali dei PAESI BASSI a formare il Vereenigde Oostindische Compagnie or VOC in OLANDESE, letteralmente "Compagnia Unita delle Indie Orientali" (Compagnia dell'India Orientale OLANDESE). Usando l'esclusivo potere dei Gesuiti nel condurre l'attività bancaria e commerciale, la Compagnia delle Indie Orientali rappresentò una delle più profittevoli compagnie della storia grazie al suo controllo delle spezie, degli schiavi, e delle piantagioni. I Gesuiti persero il controllo soltanto nel 1773 quando l'ordine fu sciolto..... La soppressione dei Gesuiti.... Mentre l'iniziale argomento dei Gesuiti relativo al loro coinvolgimento nel commercio fu il corrompere ed ostacolare il commercio Protestante, in realtà FURONO LE NAZIONI CATTOLICHE AD ESSERE LE PIU' SCONVOLTE [mia nota: vedi l'esecuzione geo-politica di massa a Smolensk 2010]. In aggiunta alle disgrazie gesuite c'era anche il crescente pericolo che all'Ordine [Gesuita] arrecava il loro stesso dovere quali incaricati di assassinii. Ogni volta un nuovo re o regina morivano sotto la loro sorveglianza, le famiglie nobili dell'Europa iniziavano ad agitarsi....". [continua]


GIACOBINI E GESUITI ----> [tradotto da oneevil.org]. "La rivoluzione di per se non contribuì di primo acchito alla causa gesuita di ricostituzione della loro società. All'opposto, diede rinnovata confidenza nella loro abilità di soverchiare perfino la più antica monarchia [quella Francese, coinvolta nella soppressione della Società di "Gesù" perciò da punire, e da sempre considerata inaffidabile per quanto riguarda la missione gesuita dello sterminio del protestantesimo Francese] ed in tal modo dare inizio al piano audace di cattura del papa e della ricchezza della chiesa Cattolica........ 
In uno dei più grandi inganni e truffe della storia, il leale agente gesuita Gilbert du Motier, marchese de La Fayette conosciuto semplicemente come "La Fayette", semplicemente non solo abbandonò le sue truppe leali e la sua influenza per nascondersi nell'oscura regione del Belgiò di Liegi dove fu trattenuto convenientemente quale "prigioniero" per 5 anni. All'opposto, La Fayette fu incaricato dai Gesuiti di portare le vaste riserve di oro della Francia in America....... L'oro rubato, a New York, fu piazzato in consegna alla Banca di New York (fondata nel 1784) ed alla appena nata Compagnia Banca di Manhattan (adesso: JP Morgan Chase Bank). [in futuro seguirà su come gli USA furono costruiti proprio con questo danaro]......... 
L'agente gesuita Antoine Christophe Saliceti per diversi anni promosse con molta cura la carriera del compatriota Corsicano NAPOLEONE BONAPARTE. Nel 1795, mentre serviva a Parigi, Napoleone ebbe successo nella soppressione di una ribellione di fedeli alla corona e di contro-rivoluzionari e fu promosso dal nuovo leader di regime Paul Francois Jean Nicolas, viscontge de Barras (Paul Barras) [mia nota: l'attuale generale superiore dei gesuiti è Adolf Nicolas SJ]....... 
Dopo il suo matrimonio con Josephine de Beauharnais, Saliceti si assicurò affinché Napoleone ricevesse il comando dell'Armata Francese in Italia nel marzo 1796 ed ordinò l'invasione dell'Italia in particolare per catturare il Papa a Roma. [mia nota: il fine dei gesuiti fu di istigare la Reazione Cattolica che avrebbe spazzato via ogni forma di secolarismo ed anti-papismo Riformista nella Penisola, in particolar modo nell'Apennino Settentrionale (movimento "Viva Maria!") e Napoli (card. Ruffo)]......... Nello stesso tempo i Gesuiti, per mezzo della Svizzera, formarono le banche private Darier Hentsch & Cie e Lombard Odier Darier Hentsch come custodi di tutto l'oro, i tesori ed i contratti confiscati durante la campagna.........Comunque, papa Pio VI arrangiò un proprio trattato di pace con Napoleone il 19 febbraio 1797. Toccò ai Gesuiti arrangiare l'assassinio a Roma del brigadiere generale Francese Mathurin-Léonard Duphot, in modo da permettere a Napoleone di finalmente completare il compito [assegnato] arrestando il Papa........ A Roma, gli agenti gesuiti del Generale Superiore Gabriel Lenkiewicz S.J. acquisirono tutte le note di tesoro del Vaticano quanto i vari depositi dell'oro e del tesoro Vaticano, mandando [il tutto] in Svizzera alla Darier Hentsch & Cie Bank. In cambio, la banca continuò per un certo tempo a finanziare Napoleone per continuare la sua campagna di conquiste......". COMMENTO ----> Come il recente accoglimento da parte del papa gesuita della donna Sudanese condannata per apostasia, risulta chiaro quanto l'apostasia sia molto cara all'Ordine Gesuita. 
Certe volte l'apostasia è utile. Per sopravvivere. Se non fossero stati dei diligenti apostati, i pii gesuiti, in che altro modo avrebbero potuto rovesciare e liquidare monarchie ed imperi in giro per il mondo? E rastrellare il (verosimilmente) più grande impero economico finanziario mai visto su questo pianeta?..... "15 Se un fratello o una sorella sono nudi, o privati del cibo quotidiano 16 Ed uno di voi dice loro, Andate in pace, siate riscaldati e pieni; nonostante [ciò] non date loro quelle cose che sono necessarie al loro corpo; cosa ne trae profitto? 17 Proprio così la fede, se non ha opere, è morta, essendo sola" [capitolo 2 Giacomo, trad, da King James Bible AV1611/Bibbia di Re Giacomo, versione autorizzata 1611].

Unione Europea e Euro: due tool gesuitici per ridurre diritti e democrazia

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E' veramente sorprendente come nell'era della comunicazione di massa le persone non riescano a capire cosa stia realmente avvenendo ed è sorprendente che anche molta dell'informazione alternativa non sia proprio così alternativa nelle sue analisi. E non vi nascondiamo certo che nemmeno noi riusciamo a capire tutti i dettagli di questo quadro criminale molto complesso. Una delle cose che però ci pare di aver capito è che nell'Europa gesuitica l'introduzione dell'euro ha avuto lo scopo di esacerbare i nazionalismi e i razzismi tra le nazioni europee; ed era quello che si voleva fare, dato che si vogliono demonizzare le nazioni per poi distruggerle. In questi anni non abbiamo fatto altro che ascoltare le più svariate accuse tra paesi europei, ad esempio tra Italia e Germania, che si incolpano a vicenda della crisi; oppure stupidi paragoni del tipo: quel paese è più virtuoso di questo, quel paese ce l'ha più “duro” di quest'altro;ma anche questa è la solita farsa gesuitica; mettere tutti contro tutti, in competizione gli uni controgli altri; in questa guerra crediamo che la Germania abbia goduto di qualche deroga e di qualche vantaggio temporaneo, un fatto che ha contribuito a fomentare il razzismo intra europeo, ma la manna sembra essere finita anche per loro.


 I gesuiti e il Vaticano, naturalmente, hanno combinato questa Unione Europea, compreso il carcere della moneta unica,per fare in modo che i rapporti tra le nazioni si esacerbassero ed arrivassero ad un punto di rottura, per ilfine ultimo di distruggere completamente lesovranità nazionali, accusate di non essere all'altezza della globalizzazione,e arrivare quindiall'Ordine Mondiale Gesuitico.



Il tutto portato avanti, naturalmente, senza che i Gesuiti e il Vaticanoapparisserocome i verimanovratori, ma fossero invece applauditi come i salvatori. Tutti i giorni il Drago Gesuitico ci ripete, infatti,che i “cattivi” stati nazionali devono intraprenderele cosiddetteRiforme Strutturali, che non sono altro che Contro Riforme, in cui, alla fine,i popoli di tutte le nazioni non avrannopiù alcun potere democratico.

Queste riforme non sono altro che tagli al welfare, riduzione dei diritti dei lavoratori, precarietà, salari da fame, riduzione degli spazi democratici, ecc.; il tutto imposto come “L'UNICA VIA DA INTRAPRENDERE, CHE NON BISOGNA DISCUTERE” per arrivare ad una fantomatica prosperità futura; una prosperità che sarà inevitabilmente goduta dalle classi superiori, specialmente dal clero, come è stato nei secoli dei secoli; infatti è arduo per una persona pensante riuscire a comprendere come tagli alla sanità, all'istruzione, ai servizi sociali, alle pensioni, all'edilizia popolare, alle indennità di disoccupazione, al reddito minimo, ai diritti dei lavoratori, alle retribuzioni mensili, agli spazi democratici, conditi con l'incertezza della continuità lavorativa, che non consente nemmeno di costruirsi una famiglia, possano portare ad una prosperità futura le classi meno abbienti e l'intera società; insomma, oramai alle frasi controrivoluzionarie di Draghi possono credere solo i beoti post marxisti della nostra sinistra de La Repubblicache votano PD!D'altro canto chi adesso propone delle ingenue ricette anti austerità senza prendere in considerazione la riappropriazione della sovranità monetaria e l'uscita dal carcere della moneta unica, fa solo il gioco dei banchieri mondiali gesuitici, rimandando la resa dei conti finale, perché è stata proprio l'Europa, con la sua moneta antidemocratica, che ha aggravato la crisi, togliendo la sovranità monetaria ai singoli stati nazionali.Ma l'obbiettivonon era la prosperità dell'Europa, questo lo sappiamo; l'obiettivo è invece il nuovo medioevo di servi e di padroni.
Tutto questo era già stato affermato ad esempio nel noto lavoro della Commissione TrilateraleLa crisi della democrazia”, a firma di Samuel Huntington, un lavoro in cui le éliteapparivano seriamente preoccupate a causadell'eccesso di democrazia e benessereche si andava sviluppando nei cosiddettipaesi democratici, nei quali si andava diffondendoanche un elevato livello di istruzione. Infatti è certamente più facile controllare un paese oramaisemifeudale e semianalfabeta come il nostro. Il Vaticano lo sa bene! In un paese semianalfabeta, ad esempio, sarà infatti difficile spiegare alcune ovvietà economiche, perché nessuno avrà studiato economia e nessuno sarà capace di far di conto. Ad esempio, tutte quelle parole difficili per spiegare che l'euro, avendo tolto di mezzo la nostra Lira, ha impedito di fatto che il nostro paese potesse continuare a svalutare la propria moneta nazionale, bloccando il tasso di cambioe creando perciò crisi nei conti esteri, e che tuttociò ha danneggiato le nostre imprese e favorito (temporaneamente) i benidel nord. Tutti quei paroloni per dire chele manovre di Monti sono state introdotte ancheper ripianare il debito estero italiano (da anni l'Italia spende per importazioni più di quello che incassa per esportazioni)e che per far ciò si è dovuto distruggere la domanda interna.



Oppure che esiste un Patto di Bilancio Europeo, firmato il 2 marzo 2012 da 25 dei 27 stati membri dell'Unione europea, in seguito introdotto come principio costituzionale italiano, il quale impone all'Italia un sanguinoso pareggio di bilancio che deprime di fatto l'offerta di servizi sociali e blocca la spesa pubblica necessaria. Oppure che in base al patto di Stabilità a crescita le economie europee sono costrette a rispettare il criminale assunto che non è ammesso un deficit pubblico superiore al 3% del PIL (rapporto deficit/PIL < 3%) pena sanzioni (art.104 del Trattato CE). Oppure il fatto che non esiste più alcuna sovranità monetaria che possa arrivare in soccorso dei singoli stati nazionali in crisi, mentre tutto il potere è concentrato in organismi antidemocratici come la BCE. Tutte queste spiegazioni appaiono molto difficili per i più. E sappiamo che le persone prive di istruzione vivono per lo più di gossip e telenovele, come le avventure sessuali di Berlusconi.


Tutta questa austerità gesuitica ha lo scopo di distruggere la democrazia, i diritti, l'istruzione, il benessere, le peculiarità nazionali, e farci sprofondare in un nuovo medioevo teocratico dove una piccola minoranza di classi dominanti collegate al clero soggiogherannola stragrande massa di cittadini poveri e ignoranti, i quali, per sopravvivere, non avranno altra sceltache l'elemosina stracciona della Caritas. Il sistema bancario è uno strumento fondamentale di questa guerra in corso, mentre la propaganda giornalistica mainstream copre i principali criminali, sviando la comprensione dei fatti. Le analisi più critiche sulle politiche economiche e monetarie vengono relegate a qualche siparietto che pochi avranno la voglia di seguire ed approfondire. Come, ad esempio,il seguente articolo, dal titolo “Pareggio di bilancio e austerità: l'Italia è in surplus primario dal 1992!che ci fa capire che tutta la questione del “problema”della nostra spesa pubblicanon è altro che propaganda delle classi dominanti per ridurre i diritti dei loro sudditi. Infatti leggerete che, se non fosse per gliinteressi sul debitoche lo stato italiano ha dovuto pagare al sistema mafioso bancario, il nostro bilancio risulterebbe in attivo dal 1992:




Pareggio di bilancio e austerità: l'Italia è in surplus primario dal 1992!

FOREXINFO.IT- MARTEDÌ 26 AGOSTO 2014 10.56 GMT
Durante il Governo “tecnico” di Mario Monti, con legge costituzionale 20 aprile 2012 n°1, è stato introdotto un nuovo testo dell'articolo 81 Cost. con il quale si prevede, a decorrere dall'esercizio finanziario dell'anno 2014, sia applicato il principio del pareggio di bilancio. Questo - senza perderci in ulteriori dettagli e molto sommariamente - non vuol dir altro che lo Stato deve tassare tanto quanto spende(pareggio), oppure di più(surplus); e questa condizione può essere semplicemente descritta come: G – T ≤ 0, oppure G ≤ T (dove ovviamente G è la spesa governativa e T le tasse). Di pari passo con l'introduzione del principio del pareggio di bilancio è stato sempre sostenuto che l'Italia avesse una spesa pubblica troppo elevata che non le permetteva di raggiungere questo obiettivo e, pertanto, la spesa pubblica stessa sarebbe dovuta essere tagliata affinché fosse possibile soddisfare i vincoli stabiliti nel nuovo testo costituzionale dell'art.81. Infine, a questa disciplina di bilancio che prevede uno Stato in pareggio o addirittura in surplus è stata fatta "passare" come austerità! Alcuni sono perfino riusciti a chiamarla austerità espansiva.
Ora, sembra necessario prima fare un minimo di chiarezza sul termine di “spesa pubblica”in ragione del fatto che troppo spesso si è teso volutamente a confondere la spesa d'esercizio, quella per gli interessi sul debito, con quella che è la spesa pubblica propriamente detta. La spesa pubblica propriamente detta è la spesa dello Stato per beni e servizi, ed in tutti i manuali di macroeconomia e non solo, per definizione, è calcolata al netto degli interessi sul debito. Da qui risulta quello che viene chiamato “saldo primario”. Gli interessi sul debito sono spesa di esercizio che con la spesa pubblica rientrano nel bilancio generale dello Stato, ma la spesa per interessi non è spesa pubblica propriamente detta. Quindi, bisognerebbe fare attenzione quando si parla di spesa pubblica, perché dire che “bisogna tagliare la spesa pubblica” può voler significare che sia ulteriormente necessario tagliare beni e servizi (già non proprio brillantissimi e pagati dai cittadini a caro prezzo). Ma questo non è quello che interessa principalmente ora. Detto che la spesa pubblica è calcolata al netto degli interessi sul debito e che l'austerità prevede il pareggio di bilancio cerchiamo di valutare il bilancio dell'Italia a partire dagli anni '90 proprio per quello che riguarda la sola spesa pubblica primaria, non quella generale; cioè la spesa per beni e servizi al netto degli interessi sul debito.
Secondo lo Statistical Data Warehouse della BCE nel 1990 l'Italia ha avuto un deficit primario di -1,353% del PIL. Nel 1991 eravamo già molto vicini al pareggio visto che si registrava un deficit minimo a -0,039% del PIL, mentre nel '92 raggiungevamo il surplus primario a +1,848% del PIL. Dal '92 il surplus primario italiano si “consolida” ed al '97 è a ben 6,514% del PIL. Negli anni seguenti si ha una lieve flessione, ma nel 2000 il saldo primario dell'Italia è ancora al 5,422%, sempre del PIL. Di poi, per tutto il primo decennio del terzo millennio i surplus di bilancio si restringono e nel 2009 abbiamo un deficit a -0.825% - qui i dati sono parzialmente differenti da altre fonti che danno un deficit primario di -0,6% nel 2009 e -0,1% nel 2010 - subito tornato surplus nel 2010 a 0,079% del PIL e che cresce negli anni successivi fin al 2,224% del 2013. Pertanto, vediamo che dal 1990 ad oggi, in 24 anni, l'Italia solo in tre anni ha registrato dei deficit primari, mentre per 21 anni la condizione del pareggio di bilancio è stata soddisfatta, per alcuni anni anche ampiamente si potrebbe dire.
Infine, ancora una volta, prendiamo, proprio per avere un termine di paragone, come riferimento quelle che vengono ritenute le due economie “core” della zona Euro ed il Regno Unito. Vediamo, perciò, il saldo primario dell'Italia in relazione a quello di Germania, Francia e Regno Unito dal 1995 al 2012.


Si può notare come l'Italia dal 1995 al 2005 abbia saldi primari migliori di Francia e Germania e anche per la maggior parte del Regno Unito; dopo il 2005 il saldo primario dell'Italia è più o meno simile - leggermente migliore - a quello della Germania, mentre quelli di Francia e Regno Unito peggiorano notevolmente, soprattutto il secondo. Vi facciamo notare, senza ulteriori considerazioni che qui non interessano, che il Regno Unito, con il peggior saldo primario al 2012, è il paese, tra quelli presi in considerazione nel grafico, che nel 2014 stima la maggior crescita percentuale del PIL.
Quindi per quello che riguarda la spesa pubblica primaria, cioè la spesa dello Stato al netto degli interessi sul debito, che è poi la spesa che si vorrebbe tagliare, l'Italia,come dai dati sopra riportati, è stata ben poche volte in deficit dall'inizio degli anni '90, cioè solo in tre anni(1991-1992-2009); e dal 1995 al 2012, come riportato nel grafico ha avuto per svariati anni un saldo primario migliore rispetto a Francia, Germania e Regno Unito. Pertanto, anche al lordo della variabile “spreco” la spesa pubblica non può aver contribuito a far salire il debito pubblico per un semplice motivo: lo Stato ha sempre preso in tasse più di quanto ha speso, mentre l'aumento del debito pubblico è dovuto, principalmente, al pagamento degli interessi sul debito. Nonostante tutto, quindi, gli sprechi che ci sono, sono tanti e vanno corretti, non hanno fatto salire il debito, perché sono stati pagati dalle tasse degli italiani e non sono “sfociati” in un deficit primario che abbia comportato l'emissione di debito; bensì hanno impedito, tramite il loro mancato taglio o, molto meglio, la marginalità di un impiego di spesa “remunerativo” che il debito stesso scendesse.
Per cui, da ultimo, se consideriamo l'austerità come la necessità di soddisfare il vincolo del pareggio di bilancio, nel quale uno Stato deve spendere meno di quanto “incassa” e consideriamo la sola spesa pubblica propriamente detta e/o spesa primaria, l'Italia sta facendo austerità dal 1992, visto che è dal 1992 che - salvo un deficit minimo nel 2009 - la spesa primaria dello Stato è inferiore a quanto lo stesso tassa; per cui è da svariati anni antecedenti a quello in cui si è voluto introdurre il pareggio di bilancio in Costituzione, 2012, che lo stesso pareggio di bilancio è già una realtà: circa una ventina! E come mai si è voluto introdurre solo nel 2012 e proprio in Costituzione?! Era necessario visto che comunque erano diversi anni che veniva già rispettato?! E, ancora, se facciamo il confronto con quelli che per anni sono stati additati come Stati virtuosi da prendere come riferimento, notiamo che non è proprio così; e che se valutiamo, ancora, la spesa pubblica propriamente detta, l'Italia è il paese che ha avuto per molto tempo, dagli anni '90, il miglior saldo primario, cioè quella che ha fatto più “austerità”, perché è quella che ha speso meno per beni e servizi ai suoi cittadini in relazione alle proprie entrate derivanti dalle tasse agli stessi. Nonostante questo, ancora una volta, il problema diventa la spesa pubblica; ed ancora una volta la soluzione non è che il taglio di quello che viene falsamente ritenuto il problema. Dopo un periodo così lungo in cui lo Stato ha avuto dei surplus primari, nel corso della crisi che rischia di venir probabilmente ricordata come la Grande Recessione, forse, invece che imporsi ulteriori limiti di bilancio, sarebbe stato meglio cominciare a invertire la tendenza e spendere - anche al netto degli interessi - più di quanto si tassasse, per aiutare un settore privato in difficoltà immettendo ricchezza piuttosto che continuare a toglierne. Invece si è fatto il contrario, si sono imposti ulteriori vincoli di bilancio che hanno costretto lo Stato ad aumentare la pressione fiscale e diminuire la spesa in modo da drenare ulteriormente risorse da un settore privato in profonda crisi e dal quale lo Stato già da anni “toglieva più di quanto metteva”.
In conclusione, questo continuo ed inopinato richiamo alla spesa pubblica, che ne fa un “calderone” unico con la spesa per interessi, al fine di poter sostenere che “lo Stato spende troppo” ed è necessario “tagliare”, sembra il solito “gioco delle tre carte”, fatto per distrarre il cittadino, il lettore, ma soprattutto l'elettore meno attento, per farlo prescindere dalla valutazione dei numeri quali sono da intendersi realmente e portarlo fuori da una visione d'insieme della situazione economica, con il solo fine di confonderlo; ed utilizza, a questo fine, definizioni, discorsi e “parametri economici” di comodo, presi singolarmente invece che con una visione d'insieme, per individuare sia i problemi che la soluzioni; che sono poi le sempre gli stessi problemi (lo Stato ”cicala”) e le stesse soluzioni (tagliare, tagliare, tagliare … la spesa pubblica) indipendentemente dalla collocazione politica dei governi che si succedono e dal lignaggio culturale di appartenenza dei loro tecnici, economisti o politici.
Articolo pubblicato su Forexinfo.it da Luca Pezzotta


Il dilemma dei laureati: restare o scappare?

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Sei un laureato intelligente e capace e sei consapevole di quello che ti offre l'Italia e ti arrovelli la testa con questo dilemma: ragione o torto a scappare all'estero? Non è possibile giudicare semplicisticamente questi drammi, perché drammi sono; ogni storia è un caso a se. Se decidi di andare all'estero devi avere molto coraggio, devi conoscere le lingue o devi faticare per impararle; se non hai qualche aggancio all'estero può essere sicuramente più dura, eppoi vige il detto che sai cosa lasci e non sai cosa trovi; d'altro canto se lasci il tuo paese e se sei capace ed intelligente, privi il paese di risorse intellettuali.

 Ma è anche vero che il tuo paese le risorse intellettuali non le vuole impiegare e pagare adeguatamente; siamo uno dei pochi paesi in Europa dove più studi e meno guadagni; il paradosso è che in Italia abbiamo la più bassa percentuale di laureati in tutta Europa (dati di fatto Almalaurea, che abbiamo analizzato nel nostro sito al seguente link: Italia, un paese sul lastrico in mano al Vaticano che lascia i poveri a morire di fame ) e quei pochi che si laureano non riescono a trovare lavori secondo le proprie competenze; quei pochi che poi riescono a svolgere una professione attinente al proprio settore di studi vi arrivano magari dopo anni e anni di precariato con paghe da fame; perché avviene questo? A causa di scelte politiche e a causa dell'ingresso dell'Italia nell'Europa del carcere dell'euro che favorisce le aziende e la tecnologia del nord, ed ingabbia il sud (ma adesso la crisi sta arrivando anche al nord) in una condizione simile a quella del Terzo Mondo; oltre a ciò sembra che in Italia, anziché una risorsa, laurearsi sia considerato un vizio; in altri paesi la cultura, le competenze, le capacità elevate sono considerate un volano per l'economia, in Italia no; in Italia dovremmo tutti andare a pulire cessi o a fare i pizzaioli o i camerieri per 500-600 euro al mese, anche se abbiamo 3 lauree e parliamo 5 lingue, perché se non ti adatti sei stigmatizzato come schizzinoso dai nostri ricchi e viziosi ministri europeisti espressione del potere corrotto del Vaticano, i quali vogliono un "progresso" fatto di schiavitù, stipendi da fame e sottomissione per intere generazioni di lavoratori.

Leggiamo, per fare un esempio, un articolo tratto dall'ANSA:



Leggiamo le prime righe: “I giovani del 2014 hanno voglia di lavorare e riscoprono anche i mestieri del passato. Altro che schizzinosi, i laureati cercano un posto nelle scuole: non come prof ma come bidelli.

Capiamo a che livelli di sfruttamento siamo arrivati? Nessuno si scandalizza più di queste notizie? E' considerato valoroso (altro che schizzinosi) colui che ha studiato 5-6 anni per diventare un ingegnere, impiegando soldi e tempo, e poi butta tutta la sua istruzione nel cesso perché l'ITALIA VUOLEche lui faccia il bidello; il messaggio sottinteso è....vi ricordate? ….la Fornero, dall'alto della sua poltrona di ministro all'interno del gesuitico governo Monti, diceva ai giovani che sono dei viziati, dei choosy, e adesso loro rispondono: “No! No!”, non vedi che non siamo viziati e ci adattiamo (ammesso che li assumano)? Adattati e disciplinati con austerità...e pagati 6-10 volte meno di quanto avrebbero ottenuto nella loro professione, se solo questa fosse stata valorizzata nel nostro paese; sicuramente pagati 100-1000 volte meno di quanto guadagnano la Fornero, Monti, Letta, Renzi ecc. Quanto si propaganda in articoli come questo dell'ANSA non è affatto una virtù, è invece l'evidente sintomo di un fallimento per l'intero paese, non solo per l'aspirazione del singolo, ma anche per lo sperpero di capitale intellettuale che potrebbe essere impiegato per risollevare l'economia e la cultura; in altri paesi i governi cercano di impedire (tramite reddito minimo, corsi o altre forme di supporto) che un laureato getti le proprie competenze nel cesso; perché queste competenze servono anche all'economia del paese, al suo sviluppo scientifico, tecnologico, culturale. L'Italia è forse l'unico paese tra quelli sviluppati (ma l'Italia è ancora un paese sviluppato?) dove la laurea è invece considerata un vizio e una perdita di tempo; queste ed altre notizie hanno tutte come sottofondo la stessa visione della realtà: cari laureati siete dei viziati perché avete studiato, dovete rimediare buttando nel cesso tutto ciò che avete imparato tramite soldi e sacrifici; se volete sopravvivere andatevi a cercare una delle professioni che "L'ITALIA VUOLE!", se lo fate siete meritevoli, se non lo fate site dei putridi schifiltosi non degni di respirare e di vivere; il tutto condito con paternali moralistiche della peggior specie catto-fascista; e il tutto presentato in una cornice propagandistica dove l'Italia viene descritta come un paese stracolmo di laureati, laureati che quindi si dovrebbero adattare a fare i lavacessi o i bidelli, mentre invece la realtà dei fatti è che l'Italia ha un livello di laureati da TERZO MONDO, a pari merito della Turchia; un livello che, visto QUELLO CHE VUOLE L'ITALIA, rischia di precipitare ulteriormente..


In articoli come questo dell'ANSA la crisi economica non viene certo rappresentata come un evento voluto e programmato dall'elite finanziaria gesuitica al fine di ridurre i diritti, la cultura e la democrazia di un'intera nazione; la si liquida invece con due o tre parole (“visti i tempi di crisi”), il che fa supporre che sia una catastrofe dovuta al caso, di cui sono inconoscibili le cause; la si presenta come una tempesta imprevista, come un'alluvione che travolge interi territori, a cui si dovrebbe reagire, come avviene con le alluvioni imprevedibili e non volute, facendo rimboccare le maniche con lavori di merda e sottopagati un'intera generazione di laureati che hanno avuto la sfortuna di ottenere il loro titolo in Italia. Ci dicono: bravi, VISTII TEMPI DI CRISI, che fate i bidelli, i pizzaioli e lavacessi! Il problema è che oramai da tempo "L'ITALIA VUOLE" mestieri da fame con scarsa qualificazione, schiavitù, stipendi da terzo mondo, incanalata come è ormai da parecchi anni nel tragicomico percorso della decrescita infelice e disperata all'interno dell'Europa.
Qui sta il discorso politico: le cause prime della crisi voluta dal Vaticano, dalle banche e dai poteri finanziari non vengono presentate; l'euro, anziché essere visto per quello che è, cioè uno strumento di dominio e controllo creato da un'elite, viene presentato, dai nostri governanti e dai mass media, come una panacea che dovrebbe risolvere tutti i mali; gli obiettivi ultimi, tra i quali vi è sicuramente quello di impedire che i poveri, le classi subalterne, attraverso la loro istruzione, i loro sacrifici e le loro competenze acquisite, possano riscattarsi e insidiare il potere dei ricchi, non vengono spiegati; e così intere generazioni crescono sottomesse nell'ignoranza e nell'inconsapevolezza di ciò che avviene e si adattano, quindi, ad un futuro miserevole e faticoso, disciplinate dai nostri ricchi e opulenti governanti attraverso le ricorrenti misure di austerità.
Quindi, che fare? Una volta che hai capito l'austera disciplina a cui ti devi assoggettare nel tuo paese, è forse meglio per te scappare verso altri lidi? Forse si, forse no, dipende dalle situazioni che ognuno si trova a vivere. Pensiamo però che sia vero anche il pensiero di coloro che dicono che andarsene è un po come tradire il tuo paese e la tua famiglia, è un po come privare il tuo paese di risorse e capacità che potresti mettere al servizio dei tuoi simili che non hanno avuto la fortuna di averle;restare ha senso per portare avanti una lotta politica e culturale(il che non vuol dire, dal nostro punto di vista, creare un partito e gerarchie arriviste), aprire spazi democratici di dibattito e confronto; analizzare e studiare le cause del perché l'Italia si trova in questa situazione, studiare la via più indolore per uscire dal carcere gesuitico dell'euro, ecc., un lavoro duro da fare, per lo più in una situazione, come quella italiana, dove l'ignoranza e il menefreghismo purtroppo sono largamente diffusi; che fare quindi? Se pensi che il nazionalismo sia di una cosa fascista e di destra, che non valga la pena lottare per i diritti di un popolo e di un'insieme di persone che parla la tua stessa lingua, dovresti sapere che questo è quello che ti hanno portato a credere i poteri finanziari e vaticani globalizzati attraverso una propaganda pluridecennale che ha lo scopo di abbattere gli stati nazionali; leggi cosa ha detto David Rockefeller: "Il mondo è pronto per raggiungere un governo mondiale. La sovranità sovranazionale di una elite intellettuale e di banchieri mondiali è sicuramente preferibile all’autodeterminazione nazionale praticata nei secoli passati ." Confrontalo con ciò che tutti i giorni ci vuole imporre il gesuitico banchiere europeista e mondialista Mario Draghi.


  Per quel che riguarda poi i flussi migratori, questi hanno anche lo scopo di abbattere i legami sociali, la famiglia, le istituzioni locali che ci legano al territorio; spezzare questi legami rende più sole le persone, e quindi più facilmente assoggettabili dal potere globalizzato. Vatti a rileggere la Costituzione e vedrai che la difesa di questo documento non è una cosa di destra brutta e cattiva, ma un impegno che ogni cittadino italiano dovrebbe assumere come obbligo inderogabile. Per finire: ognuno scelga in propria coscienza; ma sono sicuramente degni di somma stima coloro che, potendoselo permettere, decidono di restare, rinunciando magari a lavori migliori all'estero, non per lavare i cessi o fare i bidelli con stipendi da fame qui in Italia, e nemmeno per intraprendere una facile carriera politica in qualche partito farsa, ma per studiare e lavorare duramente, anche in solitudine, al fine di contribuire a svegliare un'intera generazione che ora sembra ancora assoggettata intellettualmente e culturalmente dai governi europeisti cattofascisti che si susseguono del nostro paese.

I Consigli del Padrone Bill Gates ai giovani schiavi dell'economia globalista.

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Sul nazicriminale, fautore della depopolazione e partecipante al Bilderberg dei gesuiti Bill Gates abbiamo già scritto parecchiosul nostro blog, si vedano questi articoli come esempio:
Bill Gates finanzia le nanotecnologie dei vaccini celati
Vaccinare il mondo: Gates e Rockefeller Ricercano la Riduzione della Popolazione Globale
Baby Freeze: Il Controllo della Popolazione è la Nuova Soluzione al Riscaldamento Globale?
Adesso sul sito goofynomicsabbiamotrovato, nei commenti, uno stimolo per occuparcinuovamente diBill Gates. Qui viene riportato un link ad un articolo dell'Ansa dove vengono elencate le 10 cose, che secondo Bill Gates, la scuola non insegna. L'articolo dell'Ansa è stato tratto dal sito di quei coglioni di skuola.net, dai quali, visto l'andazzo dei loro articoli, ci aspettiamo che in futuro pubblichino qualcosa del tipo: le cose che la scuola non insegna: Credere, Obbedire, Combattere, o magari qualche manifesto di Hitler o del Duce


 Su goofynomics poi viene anche citato un articolo (in inglese) dal titolo How to Become As Rich As Bill Gates (COME DIVENTARE RICCO QUANTO BILL GATES), che ci proponiamo di tradurre in seguito, ma che inizia così:


Lezione 1: Scegli i tuoi nonni con attenzione
Il nonno di Bill era un banchiere e quando nacque gli intestò su un fondo fiduciario un milione di dollari del 1955.
 
Lezione 2: Scegli i tuoi genitori con attenzione
Sua madre era nel consiglio nazionale di United Way (so' tanto caritatevoli), insieme a John Opel, l'amministratore delegato di IBM che approvò l'inclusione di MS/DOS con il PC IBM originale.



Sappiamo tutti (eccetto i minchioni dell'Ansa e i fascistelli di Skuola.net) che, negli USA odierni,il ceto di provenienza delle persone ha un influsso decisivo sul loro destino; ed è per questo che il sogno americano di mobilità sociale attraverso il duro lavoro è diventato per lo più un incubo; non importa quanto lavorie ti impegni, la maggior parte delle volte rimarraibloccato con lavori da fame nel tuo ceto di origine, se non peggio; però, il mito del duro lavoro e della responsabilità personale che dovrebbero portare i poveri e i disgraziati all'emancipazione, propagandato dal fascistaglobale Bill Gates, è rimasto tale, ma il suo obiettivo è cambiato, anche se non di molto: fornire illusioni necessarie alle masse povere e disgraziate al finedi mantenere in essere uno stato di schiavitù globale di manodopera a basso costo e privata di ogni diritto; traiamo queste conclusioni da alcuni dati forniti dall'economista J. Stiglitz, citati in questo articolo:



"A suffragio di questa tesi l’economista americano riporta alcuni dati che valgono più di mille parole: il reddito dell’1% più ricco degli americani rappresenta circa il 25% di tutta la ricchezza prodotta in un anno, mentre il loro patrimonio ammonta addirittura al 40% della ricchezza totale. Venticinque anni fa queste percentuali erano rispettivamente il 12% e il 33%. Il reddito mediano è minore di quello di quindici anni fa, mentre la ricchezza mediana è pari a quella degli anni ’90. Ci sentiamo spesso ripetere da molti economisti che “se la torta diventa più grande, la fetta che prendiamo è sempre più grossa” o che “l’alta marea solleva tutte le barche”; sembra invece che, nonostante la torta sia cresciuta, le fette per le persone comuni siano sempre più piccole e che l’alta marea abbia inghiottito e non sollevato chi si trovava sulle barche più piccole. In termini di uguaglianza di reddito gli Stati Uniti sono ormai sempre più simili alla Russia degli oligarchi.
Alcuni potrebbero pensare che, dopotutto, c’è chi vince e c’è chi perde e che non è colpa di nessuno se non tutti hanno le stesse possibilità perché le disuguaglianze sono inevitabili e il cercare di appianarle limiterebbe l’efficienza dell’economia. Al contrario l’illustre premio nobel americano, nel suo ultimo libro, smonta queste argomentazioni dimostrando come una maggiore uguaglianza sia non solo moralmente più auspicabile ma porterebbe a un notevole miglioramento dell’economia reale.
Stigliz afferma che, all’aumentare della diseguaglianza, diminuiscono le opportunità delle classi più disagiate per poter migliorare la propria condizione. Questo vuol dire sprecare alcune delle persone più brillanti che, per mancanza di risorse finanziarie, non possono accedere a un’istruzione di livello superiore e quindi non possono dare il proprio contributo alla società mettendo le proprie capacità al servizio della collettività. Perciò più uguaglianza significherebbe avere una società più efficiente.
Inoltrela disuguaglianza rende l’economia più debole: l’1% più ricco della popolazione, che possiede la maggior parte della ricchezza, spende solo una piccola frazione delle proprie risorse. L’aver spostato questa ricchezza dai ceti meno abbienti a quelli più ricchi ha diminuito la domanda aggregata, cioè i consumi, e ha rafforzato la speculazione. Per compensare questa diminuzione si è dovuto creare una domanda fittizia alimentata dal credito facile erogato dalle banche attraverso mutui, carte revolving e altri strumenti finanziari. Questo ha portato l’80% della popolazione più povera a indebitarsi fino a spendere il 110% del proprio reddito portando allo scoppio della crisi dei mutui subprime. Per questo motivo più uguaglianza significherebbe avere un’economia più solida.
Infine Stigliz descrive come spesso i più ricchi ottengano guadagni giganteschi senza dare alcun contributo alla società. Si pensi ad esempio ai banchieri o ai manager che, pur avendo dato origine alla crisi, hanno ottenuto bonus stratosferici. A chi pensa che tassando queste categorie si rischi di limitare la creazione di posti di lavoro Stiglitz risponde che, più che creatori di posti di lavoro, i grandi manager e banchieri ne siano stati piuttosto i distruttori. I soldi ottenuti in questo modo potrebbero essere investiti in ricerca, infrastrutture ed educazione che creerebbero nuove opportunità per i meno abbienti e quindi darebbero un forte contributo all’economia.
Il sogno americano sembra ormai un pallido ricordo e le statistiche descrivono la mobiltà sociale statunitense come una delle più basse dei paesi industrializzati.Pertanto se volete davvero vivere il sogno americano, invece di partire per New York, vi conviene piuttosto prenotare un volo per la Scandinavia.”



Adesso invece vi riportiamole paternali di Bill Gates e qualche nostro commento:



PATERNALE 1 - La vita è ingiusta, bisogna abituarsi
(nota di nwo-tr: Caro coglione Bill Gates, la vita è ingiusta anche per il mondo globalizzato e selvaggio che tu e i tuoi comparidel Bilderberg dei Gesuitiavete creato con le vostre banche emultinazionali del cazzo.)
PATERNALE2- Al mondo non importa granché della vostra autostima. Piuttosto, si aspetta che combinate qualcosa, prima di poterne gioire voi stessi.
(nota di nwo-tr: Visto quello che hai combinato tu, descritto quie altrove nel nostro blog, noi ci accontentiamo di essere delle persone normali e rivendichiamo solo i nostri diritti costituzionali, come una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del nostrolavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a noie alla nostra famiglia un'esistenza libera e dignitosa.)
PATERNALE3- Non si guadagnano 60.000 dollari all’anno appena usciti da scuola. Non ci saranno telefono e auto aziendale per voi, se non ve li sarete guadagnati.
(nota di nwo-tr: non vi preoccupate studentelli, se tutto va bene la maggior parte di voi queste cose non le avrà nemmeno dopo 20 anni di lavoro da schiavo.)
PATERNALE4- La vostra insegnante è dura con voi? Aspettate di avere un capo.
(nota di nwo-tr: e zitti e muti, perché se solo rivendicate qualche diritto, il vostro capo si incazza e vi sbatte fuori a calci nel culo. Chissà perché mi ricorda molto il famoso detto: Quando torni a casa, tu picchia tua moglie. Tu non sai perché, ma lei si.)
PATERNALE5- Lavorare in un fast food non significa “abbassarsi”. I vostri nonni chiamavano situazioni simili “opportunità”.
(nota di nwo-tr: peccato che poi ci sono fior fior di laureati, specie qui in Italia e USA, che dopo la laurea e la specializzazione, e dopo aver colto “l'opportunità” di lavorare in un fast-food o in un call center, a 40-50 anni si trovano disoccupati oppure hanno fatto il “salto” di carriera come lavacessi.)
PATERNALE6- Se fate qualche guaio, non date la colpa ai vostri genitori. Basta piagnucolare, prendetevi le vostre responsabilità e imparate dai vostri errori.
(nota di nwo-tr: Caro Bill, vuoi dire che i tuoi genitori non hanno alcuna responsabilità per tutti i guai che tu hai combinato nel mondo? Poi, sottinteso: zitti e muti, mettetevi in riga, il vostro capo e i vostri genitori hanno sempre ragione, anche se vi prendono a calci in culo o vi danno cinghiate.)
PATERNALE7- Prima della vostra nascita, i vostri genitori erano molto diversi da come li conoscete. Sono decisamente peggiorati a furia di pagare le vostre bollette, pulire i vostri vestiti eripetere all’infinito quanto siete bravi e intelligenti. Quindi, prima di diventare vegani e andare a salvare le tartarughe, iniziate a pulire la vostra stanza e mettete in ordine tutto ciò che si trova al suo interno.
(nota di nwo-tr: un genitore molto spesso fa queste cose con amore e non non lo fa certo per rinfacciarle e colpevolizzare i figli; poi, certo, i problemi del mondo, derivano dal fatto che i “bamboccioni” non mettono in ordine la loro stanza; proposta: implementiamo un sistema con telecamera e pistola elettrica collegati ad un pc Microsoft in ogni stanza, cosicché il bamboccione non sgarri; la Fondazione Rockefeller, in collaborazione con la Fondazione Bill & Melinda Gates, hanno anche elaborato uno studio dove analizzano la correlazione tra la mancanza di messa in ordine delle stanze degli adolescenti e lo scioglimento delle calotte polari, con conseguente disastro globale, e hanno proposto che a questi problemi globali devono essere date delle risposte globali con l'implementazione, in ogni stanza adolescenziale del globo, di un sistema di videosorveglianza con annessa pistola elettrica, gestito da un sistema Windows; ciò si rivelerà uno strumento educativo anche quando, in futuro, il “bamboccione” andrà a lavorare e si troverà in un'azienda sorvegliatae circondata da militari con taser; perché, lo sappiamo tutti, che se ai giovani non dai qualche cinghiata o non li controlli, questi sono tutti dei viziati, dei fannulloni o degli scansafatiche e non vogliono lavorare per 400 euro al mese, che è già tanto per la loro età irresponsabile!)
PATERNALE8– A scuola può capitare che vi siano state date delle opportunità all’ultimo minuto per non essere bocciati. Scordatevelo nella vita reale!
(nota di nwo-tr: certo, nel mondo che abbiamo creato io, il Vaticano, i Gesuiti, Rockefeller, SCORDATEVI PROPRIO DI AVERE DELLE OPPORTUNITA'.)
PATERNALE9- La vita non è divisa in quadrimestri, e durante l’estate bisogna darsi da fare quanto in inverno. E sono molto pochi i datori di lavoro disposti ad aiutarvi ad essere assunti: è una vostra responsabilità.
(nota di nwo-tr: leggiamo insieme l'articolo 36 della Costituzione, quella che non insegnano a scuola:
“Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un'esistenza libera e dignitosa.
La durata massima della giornata lavorativa è stabilita dalla legge.
Il lavoratore ha diritto al riposo settimanale e a ferie annuali retribuite, e non può rinunziarvi.”
Ma nel nuovo codice del lavoro di Bill scordatevi il diritto ad un lavoro dignitoso, e alle ferie retribuite, sancito nella nostra Costituzione in via di disfacimento; per Bill Gates dovete sputare sangue 365 giorni l'anno e se avete bisogno di riposo dormite di notte, brutti fannulloni di merda e scansafatiche del cazzo; certo, poi che se manca il lavoro e in Italia abbiamo una massa di giovani disoccupati è perché questi sono inevitabilmente dei fannulloni e non vogliono prendersi sulle loro spalle la responsabilità di cercarsi un lavoro.)
PATERNALE10– Non fidatevi dei professionisti che si vedono nelle fiction televisive: non avrete così tanto tempo libero. Nella vita reale, le persone lasciano il caffè a metà e vanno a lavorare.
(nwo-tr: tradotto vuol dire: rigate dritto brutti fannulloni di merda, pretendete anche di fare delle piccole pause nell'orario di lavoro per riposarvi ogni tanto e prendere un caffè? questo è FURTO DEL TEMPO!)

p.s. nwo-tr: non avendo indicato l'Ansa una fonte certa delle parole di Bill, tranne il sito skuola.net, ci basiamo sull'attendibilità dell'Ansa come agenzia di stampa che riporta notizie; comunque tali paternali sono in linea con il nostro personaggio Bill.

Decrescita: ma è così bello vivere da straccioni?

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Adesso possiamo dirlo con un certo grado di consapevolezza. Il movimento della decrescita non è altro che l'ennesimo movimento reazionario volto a far ritornare l'umanità ad uno stato simile a quello in cui era sotto il dominio Cattolico nei secoli bui del Medioevo, cioè un'umanità che viveva nella penuria, nelle malattie, nella carestia e nel terrore religioso. E, nonostante tutti i capziosi ragionamenti contraddittori e senza logica dei decrescenti, i quali dicono ogni volta che abbiamo frainteso i loro veri obiettivi (si sa, di decrescite ce ne sono tante versioni quanti sono i sacerdoti che la propagandano) rimane un fatto inconfutabile: questo movimento si è molto sviluppato di pari passo alla crisi economica e alle politiche antidemocratiche di austerità della gesuitica Commissione Europea, volte a far precipitare le classi subalterne in uno stato di povertà, ignoranza e sottomissione simile a quello del Medioevo Cattolico, se non peggio.
Nello stesso momento in cui i decrescenti ci dicono quanto è bello e rivoluzionario ritornare alle vecchie tradizioni "solidali" dei tempi andati preindustriali, quando il popolo ignorante e sottomesso al terrore religioso viveva sì e no di stenti fino a 40-50 anni al massimo e poteva contare solo sull'elemosina stracciona del potente di turno, il re dei Paesi Bassi Guglielmo Alessandro ci spiega che il welfare non è più sostenibile e gli aiuti alle persone in difficoltà andrebbero affidati solo alla carità e alle reti sociali private. Ma le reti sociali private di un principe o un re sono un tantino differenti da quelle di un disoccupato di Scampia!



 Molti decrescenti ci raccontano la buona novella di quanto sia bello vivere senza lavoro e avere più tempo libero, da dedicare, come fanno gli straccioni, a soddisfare le necessità quotidiane raccattando gli oggetti dalla rumenta e accontentandosi dello stretto necessario alla sopravvivenza (altrimenti sarebbero dei demoniaci consumisti), proprio nel momento in cui la Commissione Europea, e gli stati europei che da essa prendono ordini, non fanno altro che smantellare tutti i "privilegi" di assistenza sociale nei confronti delle classi subalterne, un accadimento contemporaneo ad un forte ridimensionamento dei loro redditi da lavoro e ad un aumento preoccupante della precarietà e della disoccupazione di massa, il tutto avvenuto anche come conseguenza dell'introduzione dell'euro. Inutile girarci intorno, cari decrescenti, sarebbe l'ora di smetterla di starnazzare pateticamente che il vostro movimento sia qualcosa di diverso da quello che in realtà è, cioè un movimento reazionario antidemocratico volto alla restaurazione di un Ancien Régime preindustriale e prescientifico in cui far precipitare le masse, perfettamente in linea con i progetti dell'elite eurista. E' illuminate al riguardo un libro di recente pubblicazione, scritto la Luca Simonetti, dal titolo Contro la Decrescita, di cui leggiamo l'introduzione:




Questo libro si propone un compito tanto necessario quanto controcorrente: smontare il mito della decrescita come visione alternativa della società rivelandone di volta in volta i numerosi luoghi comuni, le ingenuità o addirittura la malafede. Ha davvero senso il nuovo mito del ritorno alla terra e l’elogio dei contadini del passato? È giusto considerare l’austerità un valore contrapponendola al «demoniaco» consumismo? Siamo proprio sicuri che lo slow food sia più etico e altruistico del tanto stigmatizzato fast food? E uno Stato in cui qualcuno decidesse cosa è necessario consumare per vivere, e cosa non lo è, non diventerebbe uno Stato totalitario? Non c’è il rischio che si tratti dell’ennesima, prepotente riemersione di un’ideologia antica che ha già avuto in passato esiti politicamente nefasti?
Da Carlo Petrini a Serge Latouche, da Simone Perotti a Vandana Shiva, Simonetti passa in rassegna idee e proclami di tutti quei teorici della «decrescita felice» che in nome di una visione del passato nostalgica e sentimentale, e animati da diffidenza e ostilità nei confronti della scienza, della tecnica e del progresso, finiscono col «vedere l’apocalisse con ghiotta impazienza». Con ironia e passione, e uno stile limpido e acuminato, l’autore di questo libro ci dimostra che nessuna decrescita potrà mai essere felice, ma solo estremamente pericolosa.
In questo libro vengono analizzate ad esempio le terrificanti proposte volte all'eliminazione del Welfare state portate avanti dal pazzoide Ivan Illich e riprese dai decrescenti nostalgici dei tempi andati; spiace dirlo ma Illich, quell'omuncolo fatto passare da una certa letteratura "antisistema" da anarchico rivoluzionario, non è stato altro che un piccolo reazionario conservatore e fatalista. "Illich è convinto che la condizione umana sia sempre la stessa e non sia suscettibile di miglioramento e che combatterla sia hybris, il vecchio termine greco che indica la tracotanza dell'uomo che pretende di superare i limiti posti dal fato", afferma Simonetti alle pagine 44 e 45 del suo libro; e continua: "Qui è innanzitutto interessante il modo in cui viene descritta la figura di Prometeo, il Titano che, sfidando gli dei, donò il fuoco agli uomini: per Illich diviene un mascalzone, animato dalla cupidigia e giustamente punito. C'è da chiedersi, però, perché mai la decisione divina di negare il fuoco agli uomini e tenerselo per sé sarebbe buona e giusta e egoista quella di Prometeo di rubarglielo e farne partecipi gli uomini. E' evidente anche l'inconfessabile natura classista della teoria di Illich: la hybris va bene per i pochi, per gli eroi, per gli uomini di eccezione; non va bene per la massa. Questa impressione è confermata dal fatto che, tra i contraccolpi del progresso che portano alla nemesi, oltre ai ben noti cavalli di battaglia del Nostro - la scuola, la medicina, l'automobile - spunta anche, inopinatamente, il diritto di voto."


 E' forse un caso che Illich provenga culturalmente dall'istituzione più antidemocratica e reazionaria di tutti i tempi? (mica dalle scuole pubbliche di massa da lui aborrite!). Cioè, Illich "studiò  teologia e filosofia presso la Pontificia Università Gregoriana di Roma" (vale la pena ricordarvi che l'Università Gregoriana è un'istituzione elitaria privata guidata dai Gesuiti?) e diventò, nel 1951, un sacerdote cattolico, anche se in seguito tornò allo stato laicale per via di contrasti con la Chiesa stessa; ma di finti abbandoni e opposizioni alla Chiesa Cattolica ne abbiamo analizzati già diversi. Ma andiamo avanti. Da un articolo dal titolo La crisi "sistematica" della chiesa descritta già 40 anni fa di Fabrizio Mastrofini, pubblicato su Vatican insider, leggiamo:


"La proposta di Illich è semplice. Primo: il senso del cristianesimo è nell’evangelizzare. Dunque niente a che vedere con il proliferare di strutture ed istituzioni sociali, educative, sanitarie alle quali abbiamo assistito in tutto il mondo. Solo annuncio del Vangelo e cambiamento interiore. Il resto verrà da sé.
[...]
L’esempio, per capire, riguarda la «forma» che secondo Illich potrebbe assumere la vita dei preti. A suo avviso «il ministero sarà esercitato non più come impegno a tempo pieno ma piuttosto come una gioiosa attività nel tempo lasciato libero dal lavoro. La diaconia sostituirà la parrocchia nel ruolo di unità istituzionale di base della Chiesa."fonte

 Cosa avrebbe da lamentarsi, diciamocelo, questo Illich, nel vedere che ogni giorno la sanità viene smantellata e privatizzata, le pensioni vengono tagliate e che l'edilizia popolare e la scuola pubblica ricevono sempre meno finanziamenti? E' indubbio che approverebbe! L'importante è evangelizzare un mondo di "felici" dementi, denutriti, malati ed ignoranti che si accontentano della loro miseria e che vivono comunitariamente in baracche autocostruite alla meglio e ascoltano la buona novella del "gioioso" prete-lavoratore, il sostituto dell'educazione delle scuole pubbliche, a quanto pare!! Il resto verrà da sé, guai a progettarlo con istituzioni democratiche non ecclesiastiche e finanziamenti pubblici! La vera essenza della rivoluzione "anarchica"! Proprio come Madre Teresa di Calcutta, ci verrebbe da dire. Anche se non credono nel miglioramento della condizione umana, non vi è dubbio che questo propagandato regresso sia per loro lo status di maggiore progresso e sviluppo della condizione umana rispetto alla demonizzata società industriale sviluppatasi soprattutto nel secondo dopoguerra. Infatti, tutto il discorso dei decrescentiè improntato alla demonizzazione moralistica del benessere di massa acquisito dopo decenni di lotte sociali e di progresso tecnico scientifico; ai loro occhi questo benessere non è altro che consumismo demoniaco imposto da un mercato svincolato dai bisogni umani. Intendiamoci, che il progresso tecnico scientifico abbia portato delle problematiche non lo mettiamo certo in dubbio; che ci siano delle cure mediche sbagliate (o imposte volutamente per danneggiare le persone) è un dato; e non mettiamo certo in dubbio che nelle mani di un'elite antidemocratica la tecnologia e la scienza abbiano avuto, hanno tutt'ora e potranno avere in futuro effetti nefasti; il progresso e la democrazia non sono una linea retta, sono spesso incerti e incompleti, e non c'è una sola e immutabile idea di Progresso, con la P maiuscola; ma da qui ad auspicare la totale eliminazione della sanità pubblica e della scuola pubblica, anzichè un loro progresso e miglioramento, ce ne passa! Da qui ad auspicare che la produzione industriale, l'economia, la scienza, la ricerca di cure mediche migliori e la tecnologia, debbano essere completamente abbandonate, ce ne passa! Anche perchè vi è un fatto ineludibile: le conquiste tecnico-scientifiche, l'igiene, le infrastrutture, i trasporti, la scuola pubblica e il cibo prodotto industrialmente non hanno portato solo problemi, ma ne hanno risolti molti altri: hanno portato ad un aumento dell'aspettativa di vita, alla diminuzione di morte prematura per malattie curabili, all'educazione dove prima c'era solo analfabetismo, superstizione religiosa ed ignoranza, alla libertà dal bisogno dove prima c'erano carestie e fame, ed hanno portato anche nuovi strumenti per esprimere la personalità e la creatività umana, prima inconcepibili; ed è proprio nella fiabesca ricostruzione dei tempi andati operata dai decrescenti che ravvisiamo uno dei peggiori limiti di questo movimento. Per loro non è nemmeno concepibile che il progresso tecnico scientifico possa risolvere i problemi di inquinamento e avvelenamento di certe aree della Terra, oltre a favorire benessere, creatività e libertà dal bisogno.

Il problema, quindi, a nostro modesto parere, non sono le conquiste tecnico-scientifiche, il problema sono la politica e le istituzioni democratiche, che devono essere sviluppate, potenziate (fermare l'edificazione di questa dittatura europea ad esempio) al fine di far beneficiare del progresso scientifico e tecnologico la gran parte dei cittadini, evitando o minimizzando i possibili usi volti a soggiogarli. E' chiaro che al punto un cui siamo arrivati, oltre a non essere auspicabile, non è nemmeno possibile tornare indietro ad un periodo prescientifico e preindustriale (i decrescenti identificano tout court il progresso scientifico e tecnologico con il capitalismo rapace), semplicemente perché non sarà possibile bruciare tutti i libri di fisica, chimica, biologia, ingegneria e uccidere tutti gli scienziati portatori di sapere. Se, quindi, vi sarà un ritorno all'età della pietra, sarà un ritorno dei cittadini comuni a questa età di miseria, ignoranza, superstizione e malattie, mentre l'élite di nobili e benestanti continuerà ad usare la scienza e la tecnologia per i propri fini e per il proprio piacere personale, oltre che per controllare e soggiogare i novelli uomini delle caverne seguaci di John Zerzan; e, tra virgolette, pare proprio che sia quello che vogliono; cioè ridurre in "felice" povertà e ristrettezza "solidale" la massa dei cittadini, mentre un'élite si gode i frutti del progresso e della scienza. Pare che sia proprio questa la loro idea di sviluppo umano. A voi piace un futuro del genere? A me no, ma se volete, cari decrescenti, andate pure a vivere nei boschi e nutritevi di ghiande e non protestate attraverso internet, che è uno strumento frutto delle conquiste scientifico-tecnologiche, che voi aborrite. Un altro limite logico e una contraddizione evidente del movimento della decrescita è quello secondo cui gli adepti dovrebbero abbracciare di spontanea volontà questo movimento perché ne ricaverebbero sicuramente dei benefici, ma una pagina si è l'altra anche, gli stessi sacerdoti della decrescita non fanno altro che terrorizzarci con catastrofi imminenti se non saremo disposti ad abbracciare questo stile di vita mistico-ascetico; i deliri catastrofisti abbiamo comunque già imparato a decifrarli da Giulietto Chiesa. Sono i deliri di una setta fanatica.
Nel caso dei decrescenti ad esempio si legga un articolo tratto da quella fogna di giornale che era L'Unità, dal titolo LATOUCHE / IMPARIAMO DALLE CATASTROFI:



Per l'Occidente, «bolide che corre all'impazzata senza autista e senza freni», c'è forse ancora una ricetta, una via d'uscita. Serge Latouche, a Bologna per una conferenza, parla di «pedagogia della catastrofe». Una catastrofe - prossima, futura - che sarà ancora più grande delle precedenti: solo allora, forse, la gente saprà risvegliarsi, reagire e costruire una società diversa, giusta, rispettosa dell'ambiente.
[..]
"Il fatto è che, a un certo punto, saremo più o meno costretti a rivedere il nostro modo di vivere.
[...]
"fra pochi anni dovremo, per amore o per forza, rivedere il nostro modo di vivere, di funzionare. Tanto più che già oggi noi - intendo l'Occidente, bolide che corre all'impazzata senza autista e senza freni"
[...]
"Nei prossimi anni ci aspettano sempre più catastrofi, praticamente, siamo impegnati in una gara tra cambiamento e catastrofe. Ed è davvero importante prepararsi a cambiare strada"

Quindi in realtà lo stile di vita che ci dicono di abbracciare è un obbligo che dovremmo assumere pena la nostra estinzione. Questo discorso non è altro che un'ideologia ascientifica, cioè un'ideologia basata su analisi che hanno ben poco di scientifico, e su previsioni apocalittiche che di volta in volta non si avverano, e che per restare in piedi, vengono spostate sempre più avanti nel tempo, senza alcuna logica, se non quella su cui si basa il capo di una setta, che per non disgregare il suo gruppo, sposta di volta in volta le previsioni della fine del mondo di anno in anno. Questa visione della fine dei tempi è supportata da un certo establishment scientifico con connessioni alle istituzioni politiche sovranazionali, come l'IPCC. Questo establishment è quello che ci ha terrorizzato con tutto il discorso sugli effetti catastrofici della CO2, senza uno straccio di analisi scientifica seria e onesta. Il solito PROBLEMA-REAZIONE-SOLUZIONE che abbiamo più volte analizzato nel nostro blog. Si vedano alcuni esempi, partendo proprio da Giulietto Chiesa:

L'Opposizione controllata di Giulietto Chiesa

Elite "Uccidi Te Stessa Per il Giorno Della Terra"

l'hacking dell'ipcc e le finalità dei catastrofisti

2084: la dittatura del carbonio?


Lovelock, la depopolazione, l'effetto serra e la geoingegneria

Confessioni di una tiepida allarmista sul riscaldamento globale



Tutto il discorso dei decrescenti, come quello dell'elite che vuole eliminare ogni tipo di democrazia (anche quel poco che avevamo conquistato), è improntato all'emergenza: bisogna agire subito, ci dicono, e le istituzioni esistenti sono troppo lente ed impacciate; da qui il passo è corto per arrivare ad auspicare un regime forte che prenda le decisioni "responsabili" senza l'intralcio dei cittadini "malati di consumismo". Ma anche qui, cosa c'è di diverso da quello che sta avvenendo alle nostre istituzioni sovranazionali oramai quasi del tutto svincolate da qualsiasi controllo democratico? (Siamo sempre più consapevoli che spesso il giudizio morale appiccicato al consumo è molto labile e relativo; spesso gli stessi decrescenti sono dei meri moralisti e continuano a consumare e a concedersi lussi anche più di noi, a fare viaggi in aereo, in macchina, per venire nelle nostre città a spiegarci che il consumo è dannoso! Vendono libri a caro prezzo dove ci spiegano la gratuità del dono! Non si possono condannare o giudicare moralisticamente le persone in base ai loro gusti di consumo; e questo consumo non può essere visto come qualcosa di unicamente demoniaco o negativo [come avviene, a dir la verità, anche in qualche rara citazione di autori da noi tradotti nel nostro blog]. Il consumo è anche ricchezza, benessere, assenza di privazioni materiali, possibilità di esprimere la propria creatività, libertà, ecc.).
 E' anche possibile che, se la catastrofe non arriva per via di previsioni basate sull'ideologia e non sui fatti, prima o poi qualche catasfrofe si decida di farla accadere comunque (come probabilmente hanno già fatto in passato con altre catastrofi). Infatti, quello che ci sembra di scorgere è che nei circoli elitari globalisti le catastrofi prodotte a tavolino (e non frutto della società industriale di per se o del benessere di massa), al pari delle crisi economiche create artificialmente, siano una ghiotta tentazione per accentrare il potere e ridurre i diritti e il benessere dei cittadini; catastrofi che verranno in seguito attribuite ai fantomatici cambiamenti climatici da CO2, alla sovrappopolazione o ad un fantomatico cieco egoismo dell'uomo (cioè, non solo di un'elite ma omnicomprensivo, di tutti gli uomini, compreso vostra nonna che va a ritirare la pensione in posta e non si lascia spontaneamente e altruisticamente morire di fame per il bene di Gaia, finchè non la faranno morire di fame le sempre più misere pensioni). Comunque, per gravi e criminali che siano, non crediamo che possano arrivare a produrre mai catastrofi artificiali che compromettano irrimediabilmente la vita sul pianeta o tali da impedire a loro stessi di abitare il pianeta senza conseguenze sulla loro salute e benessere; si baseranno molto anche sulla propaganda e sull'effetto mediadico e di immagine.
Per cui arriveranno sempre più strali moralistici contro quello che definiranno come demoniaco consumismo di massa, e quindi si andrà a colpire, come si sta già facendo, il benessere e i diritti conquistati, anche per mezzo della scienza e della tecnologia, dalle classi subalterne occidentali dal secondo dopoguerra in poi, per arrivare poi alla soluzione di ridurre queste masse subalterne nella miseria e nell'ignoranza, in uno stato simile a quello dei paesi preindustriali del Medioevo, controllandole nel contempo numericamente, mentre le ricchezze dei pochi rimarranno invariate oppure si accresceranno ancor più, come rimarranno invariate e si accresceranno ancor più le loro conoscenze scientifiche e tecnologiche, anche in segretezza; il tutto con l'avvallo ideologico dei decrescenti e dei cultori di Gaia, che ci faranno sempre più accettare la miseria, l'ignoranza e le ristrettezze come qualcosa di positivo, il ritorno fiabesco ai bei tempi andati in armonia con la Madre Terra.
Naturalmente qui non abbiamo analizzato nel dettaglio tutte le sfumature reazionarie del movimento della decrescita; se volete approfondire, leggete il libro di Luca Simonetti.
Quindi, cari amici, l'ideologia della setta fanatica dei decrescenti si innesta perfettamente nel costrutto istituzionale antidemocratico dell'elite eurista, e non è nulla di diverso. Gettiamo, quindi, questa ideologia nella pattumiera della storia, una volta per tutte, e pensiamo al benessere dei cittadini.


Si legga anche:


La decrescita non è felice ma in compenso è confusa


Nel nuovo libro di Luca Simonetti tutti gli errori e i vuoti teorici di chi sogna un'economia che ci renda liberi attraverso la povertà

Alla fine è un mantra che ci viene propinato da qualche pensatore della destra (che ha nel Dna una tendenza passatista) e da una pletora sempre più ampia di pensatori di sinistra (che in questo caso rinunciano a ogni mito di progresso).
È l'idea di una decrescita felice, di una «salutare» rinuncia al sogno del pil col segno positivo, al desiderio di essere capaci di produrre domani qualcosa di meglio di ciò che produciamo oggi, di creare cose belle ma «innaturali». I nomi degli intellettuali che si sono fatti alfieri di questo ritorno alla natura, di un downshifting controllato, sono ormai arcinoti: il francese Serge Latouche, l'indiana Vandana Shiva, l'italiano Maurizio Pallante, il greco Giorgos Kallis. E attorno a questi teorici un vasto movimento di fan del rallentamento che ha contagiato testate giornalistiche, come Repubblica , gastronomi alla Carlo Petrini, registi alla Ermanno Olmi... Memorabile sul tema proprio una loro doppia intervista sulle pagine del quotidiano nel 2009: «Il consumismo ha fallito e va confutato su tutti i fronti. La velocità va combattuta con la lentezza» (Petrini). «Libertà di consumare, sprecare, avvelenare. Stesse in me, fonderei un partito della povertà, intesa come riduzione dei consumi» (Olmi).
Ma quanto rigore teoretico c'è in queste elaborazioni che si discostano dalla visione liberale e capitalistica ma anche dalle dottrine marxiste? Poco, a leggere Contro la decrescita. Perché rallentare non è la soluzione , il saggio di Luca Simonetti che arriva in libreria questa settimana (Longanesi, pagg. 260, euro 16). Simonetti prende in esame quella che lui chiama la galassia dei «decrescenti» e mette in luce molte delle loro aporie. Uno dei nodi su cui insiste di più a esempio è quello del ricorso alla continua contrapposizione fra natura e tecnologia, caro a teorici come Vandana Shiva. La natura è vista come una misteriosa entità benigna a cui l'uomo contemporaneo, stregato dal mercato, continua solo a sottrarre. Basterebbe decrescere un po' e consentire alla natura di donarci spontaneamente, come succedeva una volta. Ma a ben guardare quell'«una volta» non esiste. Da sempre trasformare le risorse naturali in beni fruibili ha richiesto sforzo, organizzazione e mercato. E, come spiega Simonetti, l'uomo stesso con le sue industrie è anch'esso un prodotto della natura. «L'uomo fa integralmente parte della natura, tutte le sue azioni sono eseguite in conformità con essa... Perché l'uomo non può non seguirla: tutte le sue azioni sono compiute a causa di, o mediante leggi fisiche... sicché un lavandino, un aeroplano o la Nona di Beethoven sono altrettanto naturali di una mareggiata o della grandine». A meno che non si intenda con natura il corso spontaneo degli eventi a cui ci si dovrebbe adattare, o peggio una specie di dea. Tolto il fatto che questa sarebbe un'abdicazione alle nostre capacità razionali, sarebbe anche accettare l'inaccettabile perché, come già spiegava John Stuart Mill, «la vera verità è che quasi tutte le cose per cui gli uomini vengono impiccati e imprigionati quando le commettono l'uno verso l'altro, sono azioni quotidiane della natura».
E questo è solo un esempio. Simonetti mette in luce anche quanto sia labile la distinzione cara ai «decrescenti» tra merci e beni. O quanto sia soggettiva la distinzione che va tanto di moda fra bisogni veri e bisogni falsi. Perché «quando date un'occhiata alla lista dei beni di consumo che (secondo il critico) non hanno una reale utilità, ciò che trovate invariabilmente è una lista di beni di consumo che gli intellettuali di mezza età ritengono di nessuna utilità». Insomma sono sempre i consumi degli altri, quelli non necessari. Per non parlare di tutti i pericoli sottesi all'elogio dell'agricoltura di sussistenza che gia la Fao nel 1959 descriveva come inefficaci: «I metodi primitivi di coltura non si traducono soltanto in una debole produttività, ma molto spesso anche in un deterioramento dei terreni e delle altre risorse naturali».
Viene da chiedersi allora come mai la moda della decrescita abbia attecchito così bene. Simonetti lo spiega così: «Alla fine dietro il ragionamento economico che è labile si cela una questione estetica. In una società ricca è facile vedere il lato che non ci piace della modernità e sognare di fare ritorno ad un “prima” assolutamente astorico. Il rischio di questo atteggiamento è però quello di partire da problemi reali per proporre soluzioni irreali che mettono in discussione la modernità in sé». Fa anche un po' specie che a essere vittima di questo fenomeno sia soprattutto la sinistra che a parole è progressista. Simonetti lo spiega così: «La destra su questi temi ha trovato nel suo Dna degli anticorpi. La sinistra ha perso negli ultimi quarant'anni progettualità e concretezza. Quella concretezza materialista che era alla base del marxismo. E così sono diventati vittime di certe utopie».

link articolo: http://www.ilgiornale.it/news/cultura/decrescita-non-felice-compenso-confusa-1065016.html




La Vera Decrescita "Felice"

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Storie dalla Dittatura Gesuitica Europea dell'Euro

Mentre gli intellettuali decrescenti dalla panza piena e dalle idee "giuste", con tanto tempo libero, “impiegato” da 40 anni a questa parte a preparare la "rivoluzione prossima ventura", continuano a criticare quello che loro vedono come il male assoluto della opulenta (per loro) società occidentale, cioè il "demoniaco" consumismo (degli altri)........

 

Disoccupazione adulta, una tragedia negata

diMai Più Disoccupati
venerdì 3 ottobre 2014 

di Luchino Galli, blogger e mediattivista.
Nel 2013 i disoccupati adulti tra i 35 e i 64 anni censiti dall’Istat non solo hanno quasi eguagliato, in termini numerici, i giovani disoccupati (15-34 anni), ma costituivano la maggioranza dei disoccupati nel Nord e nel Centro Italia; un fatto nuovo, eclatante, trascurato da Istituzioni, politici e mass media.
I dati sono importanti: esemplificano, illustrano… ma dietro i numeri c’è un mondo reale di persone e di famiglie con le loro storie di disagio e sofferenza; un mondo poco esplorato, volutamente misconosciuto e sottaciuto.
Persone e famiglie che, abbandonate a loro stesse dalle Istituzioni e spesso prive del supporto di parenti e amici, vivono una drammatica precarietà esistenziale dalla quale può non esserci ritorno…
Alessandra, 43 anni: “Sono 4 anni che cerco lavoro, ho una figlia di 10 anni che mantengo completamente da sola. Aiuti non ne ho...e a 43 anni nessuno mi assume! Vado avanti di invenzione in invenzione, ma tutto ciò mi ruba serenità, certezze e soprattutto, oltre a portare via il mio presente, porta via il futuro di mia figlia!”.
Marco, 37 anni:“Sono disoccupato da troppo tempo! I risparmi stanno finendo… Mangio una volta al giorno, la sera, altrimenti la fame non mi fa dormire…”.
Elena, 38 anni: “Sono disoccupata da 18 mesi, non posso fare progetti a lunga scadenza, non posso neanche pensare di avere un figlio… Sono costretta a chiedere aiuto alla mia famiglia per mangiare, per pagare l’affitto, per qualsiasi cosa, e non ce la faccio più!”.
Valeria, 56 anni: “Sono disoccupata da quattro anni. Sopravvivo grazie a mia madre di 80 anni! Cosa sarà di me?!”.
Nadia, 41 anni: “Mio marito, 48 anni, è cassintegrato da oltre un anno, con uno stipendio ormai di soli 600 euro al mese Abbiamo due figli e un mutuo. Non so quanti curricola abbia inviato… risposte zero! Viviamo nell'industriosa Brescia, ma il lavoro non c’è più nemmeno qua. La notte è dura prendere sonno, sapendo che il giorno dopo non ce la farai a fare la spesa.”.
Concetta, 42 anni: “Ho due figli, di 11 e 4 anni, e dal primo gennaio rimarrò disoccupata dopo 23 anni di precariato! Non ho diritto a nulla, neanche alla dignità di poter sfamare i miei figli!”.
Antonio, 47 anni: “Io e mia moglie di 36 anni non troviamo un lavoro, nemmeno a svenderci. Sfratto esecutivo a fine mese. I nostri figli, di 13 e 15 anni, già dal prossimo mese potrebbero non avere più un tetto, potrebbero non poter frequentare la scuola, perché i loro genitori, noi... non siamo in condizione di avere un lavoro e una casa!”.
Sandra, 38 anni: “L’azienda in cui lavoravo è fallita. Disoccupata da 19 mesi, non ho nessuno che mi aiuti…Sono allo stremo!”.
Paola, 39 anni: “Sono disoccupata da 21 mesi, con un figlio a carico. Non trovo nessun lavoro e non ho i requisiti per il sussidio di disoccupazione. Che razza di Stato è quello che condanna alla disperazione i propri cittadini!? Mi sento scomparire giorno dopo giorno...”.
Angela, 52 anni:“Sono subissata dalle cartelle di Equitalia! Ma come si fa a pagare bollette, tasse,a onorare i propri impegni se non hai un lavoro, se non trovi un lavoro, se non ti fanno più lavorare!?!”.

Pietro, 50 anni: “Sono rientrato nei tagli che la scuola ha subito. Ho cercato lavoro anche come lavapiatti. Ho provato a lavorare come manovale: mi è stata chiusa la porta in faccia, volevano un ragazzo giovane. E io a 50 anni cosa posso fare?”.
Marta, 37 anni:“Sono disoccupata da 21 mesi, alla ricerca di un lavoro qualsiasi, ma ‘sono invisibile’. Non sono più una persona, sono un fantasma!”.
Stefania, 47 anni:“ Sono oltre due anni che mio figlio e mio marito sono disoccupati! Lavoro solo io, e ormai la situazione è drammatica! Lavoro con il sorriso stampato in faccia, per mascherare il mio disagio, ma piango dentro e fuori ogni giorno che passa, sperando in un miracolo che non avviene!”.
Giulia, 50 anni:“La paga è 300 euro al mese, il resto si fa con le provvigioni. Però 50 anni sono troppi, cerchiamo gente giovane!”.
Fulvio, 50 anni: “Sono disoccupato da sei anni. I risparmi sono finiti. Ammortizzatori sociali?! ... I genitori non ci sono più, amici e parenti dileguati! Finirò per strada! Ho paura! La disoccupazione adulta è una pistola puntata addosso!”.
E dopo la disoccupazione adulta: un’impietosa emarginazione, l’esclusione sociale, la morte civile, il nulla… l’annichilimento dello stesso diritto di vivere, di esistere!
La perdita di un lavoro costituisce la prima delle cause che conduce alla condizione di senza dimora. 
(Fonte: Le persone senza dimora - Istat 2012).
Francesco, 41 anni, senzatetto: “Vivo per strada non per libera scelta, ma perché non ho alternative! Avevo un lavoro, una casa, amici. Ho perso tutto, anche la dignità. Ogni giorno cerco di sopravvivere, qualcosa da mangiare, un posto per dormire. Ho paura di non farcela, di morire di fame, di freddo, di malattia, di botte, di solitudine...”.
“Ho 43 anni, mi chiamo Marina, sono una senzatetto. Ero una persona come tante altre, vivevo del mio lavoro, poi la mia ditta ha chiuso. Ho cercato per mesi un lavoro qualsiasi, finiti i risparmi ho perso la casa e sono finita per strada!”.
Cesare, 53 anni:“Perdere il lavoro e non trovarne un altro: la separazione da mia moglie, il fastidio e l'imbarazzo di amici e parenti… Finiti i risparmi mi sono trovato per strada! Spero in un’occasione, in un’opportunità per ricominciare a vivere…”.
Il Parlamento europeo, con risoluzione del 20 ottobre 2010, affermando il ruolo del reddito minimo garantito nella lotta contro la povertà e la promozione di una società inclusiva in Europa, ha chiesto agli Stati membri che ne erano privi “di prevedere l’introduzione di regimi di reddito minimo garantiti per prevenire la povertà e favorire l’inclusione sociale”.
Solo quattro tra i 28 Stati membri dell’Unione europea non hanno ancora istituito il reddito minimo garantito: Italia, Croazia, Grecia e Ungheria.
L’Italia in particolare, anno dopo anno, si colloca agli ultimi posti tra gli Stati membri dell’Unione europea per le risorse destinate al sostegno del reddito e al contrasto della disoccupazione, della povertà e dell’esclusione sociale.
Il 29 gennaio 2014 il Consiglio d’Europa ha pubblicato il rapporto sull'attuazione della Carta sociale europea da parte degli Stati membri. Secondo il Comitato europeo dei diritti sociali, che ha realizzato il rapporto,“l’Italia non ha dimostrato di aver adottato misure adeguate per combattere la povertà e l’esclusione sociale”.
Tra le violazioni della Carta sociale europea, contestate all'Italia dal Comitato europeo dei diritti sociali, la mancata istituzione di un reddito minimo garantito come misura d'inclusione sociale e di contrasto alla povertà.

link: http://www.agoravox.it/Disoccupazione-adulta-una-tragedia.html


p.s. nwo-tr: naturalmente per uscire dalla decrescita "felice" non sarà certo sufficiente istituire il reddito minimo (anche se potrebbe salvare molte vite), ma sarà necessario uscire dall'Europa infelice, dopodiché avremmo qualche speranza di crescita e lavoro...


Quelli che...è da complottisti dire che il Vaticano e i Gesuiti allevano la classe dirigente e sono un pericolo per la democrazia..

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«Pochi italiani conoscono quale centro di coordinamento e di guida delle forze più reazionarie è il Vaticano, e quale fattore di corruzione esso costituisce nella nostra vita pubblica, con la sua morale gesuitica, con la continua pratica del doppio gioco, con l’insegnamento della cieca obbedienza ai governanti... Prima di mettermi a studiare il tema che ho sviluppato in questo libro, neppure io avevo piena consapevolezza del pericolo che il Vaticano rappresenta per la democrazia in Italia.» (E. Rossi, 30 dicembre 1957)

  
Sergio Mattarella è il quarto figlio di Maria Buccellato[2]e di Bernardo,[3]politico democristiano più volte ministro tra gli anni cinquanta e sessanta, e fratello minore di Piersanti, che nel 1980 fu assassinato da cosa nostra mentre era presidente della Regione Siciliana. [...]
In gioventù Sergio Mattarella, trasferitosi a Roma a causa degli impegni politici di suo padre, militò tra le file del Movimento Studenti della Gioventù Maschile di Azione Cattolica, del quale fu responsabile come delegato studenti di Roma e poi del Lazio dal 1961 al 1964,[4]e successivamente aderì alla Federazione Universitaria Cattolica Italiana.[5][vedi pagina di discussione]
Dopo essersi diplomato al liceo classico San Leone Magno di Roma,[6]istituto religioso dei Fratelli maristi delle scuole, nel 1964 si laureò in giurisprudenzapresso l'università La Sapienza di Romacon il massimo dei voti e la lode, discutendo una tesi su "La funzione dell'indirizzo politico".[7]
fonte: wikipedia



I Fratelli Maristi delle scuole costituiscono una Congregazione di religiosi laici che, seguendo l'impulso dello Spirito Santo, consacrano tutta la loro vita a Dio dedicandosi alla educazione cristiana della gioventù attraverso la scuola.

Si chiamano fratelli perché sentono profondamente la paternità divina. Il termine "maristi" indica la spiccata spiritualità mariana. Imitando Maria nell'ascolto e nella risposta operante si sforzano di vivere l'ideale evangelico in una vita comunitaria fatta di umiltà, di semplicità e di modestia, come nella famiglia di Nazareth.

 
I Fratelli Maristi operano a Roma, nel San Leone Magno, fin dal 1887, e dal 1956 nella sede attuale dell'Istituto. Cooperano da decenni docenti e non docenti laici che liberamente condividono lo stesso progetto educativo.

Oggi i Fratelli Maristi dirigono quasi un migliaio di centri di formazione sparsi in settantacinque nazioni di tutti i continenti....



L’elezione di Sergio Mattarella alla Presidenza della Repubblica è una notizia che dà speranza", scrive il Cei di Palermo.
“L’elezione di Sergio Mattarella alla Presidenza della Repubblica è una notizia che dà speranza: al Quirinale arriva infatti un uomo di grande spessore e di valori profondi, che potrà rendere onore alla carica che ricopre”. Lo afferma in un comunicato il Centro Educativo Ignaziano, la scuola dei gesuiti di Palermo.
“Il nostro Istituto è sempre stato sempre molto vicino alla famiglia del nuovo presidente, che condivide i valori che la scuola vuole professare e affermare con la sua educazione. Abbiamo sempre pensato che il fatto di trovarci proprio in via Piersanti Mattarella, infatti, rappresentasse per noi una chiamata ulteriore alla responsabilità di educare i ragazzi alla legalità e al coraggio. È anche per questo che, il 23 maggio di ogni anno, le celebrazioni nazionali in memoria delle stragi di Capaci e di via D’Amelio si concludono con una Messa nella nostra cappella”.
“Da decenni – conclude il comunicato – abbiamo tra gli alunni anche membri della famiglia Mattarella: con loro condividiamo la gioia e la soddisfazione per l’elezione di Sergio, al quale tutta la nostra scuola rivolge gli auguri più sinceri”.
Non dimenticate Lui:




Quelli che...la Cia ha finanziato l'integrazione europea

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Tra quattro o cinque secoli, se i popoli europei si saranno gettati alle spalle il triste sogno gesuitico continentale, la gente forse capirà ciò che noi stiamo dicendo adesso; quindi questo scritto non è rivolto a voi che pensate di avere scoperto tutto avendo scoperto il complotto della Cia e dei cattivi Stati Uniti, ma ai posteri, i quali, studiando a mente più fredda, forse capiranno un po di più (magari anche più di noi, che non crediamo certo di aver scoperto tutto).

Partiamo da Wikipedia alla voce American Committee on United Europe:



“L'American Committee on United Europe (ACUE), fondato nel 1948, fu un'organizzazione americana la quale cercò di contrastare la minaccia Comunista in Europa attraverso la promozione dell'integrazione politica europea. Il suo primo presidente fu l'ex capo dell'OSS dei tempi di guerra William Joseph Donovan.[1]

La struttura dell'organizzazione fu delineata ad inizio estate del 1948 da Donovan e Allen Welsh Dulles, rivedendo da allora anche l'organizzazione della Central Intelligence Agency (CIA).[2]in risposta a richieste di assistenza di Richard Coudenhove-Kalergi () e Winston Churchill.

Documenti americani governativi declassificati hanno mostrato che l'ACUE fu un importante finanziatore iniziale sia del Movimento Europeo Internazionaleche della Campagna europea della gioventù. L'ACUE stesso ricevette finanziamenti dalle fondazioni RockefellereFord.

La politica statunitense fu quella di promuovere gli Stati Uniti d'Europa, e a questo fine il comitato fu usato per incanalare i fondi della Cia – dalla metà degli anni cinquanta l'ACUE stava ricevendo circa 1.000.000 di dollari statunitensi all'anno – verso i pro federalisti europei, supportando organizzazioni come il Consiglio d'Europa, la Comunità europea del carbone e dell'acciaio, e la proposta di Comunità europea di difesa.”




Bastava comunque fare click sulle voci wikipedia dei due protagonisti di questo comitato, Donovan e Dulles, per capire un po di più che cosa è la Cia.

Per quanto riguarda Donovan:



“William Joseph attended St. Joseph's Collegiate Institute (Cattolico) and Niagara University (Cattolica) before starring on the football team at Columbia University. On the field, he earned the nickname "Wild Bill", which would remain with him for the rest of his life.[2][5]Donovan graduated from Columbia in 1905 and was a member of the Phi Kappa Psi fraternity,[2][6]as well as the Knights of Malta (Cattolici).[7]



Per quanto riguarda Dulles:




“Dulles was uncle to Avery Dulles, a Jesuitpriest, theologian, and cardinalof the Catholic Church, who taught at Fordham University (Gesuiti) from 1988 to 2008.”



Da Wikipedia italiana poi estraiamo:

“Allen Dulles fece a capo del gruppo NSC 5412/2, a partire dagli anni 1950, insieme a Gordon Gray, consigliere per la sicurezza nazionale, a James Douglas, segretario della Difesa e a Livingston T. Merchant, sotto-ministro degli affari politici.[23], che ideava azioni segrete e operazioni sotto copertura di segreto, in particolare ideò l'Invasione della baia dei Porci per preparare l'invasione di Cuba. Il cardinale Avery Robert Dulles, gesuita, figlio di John Foster Dulles, consigliò suo zio Allen Dulles di ingaggiare Manolo Artime[24], un giovane medico, inviato dall'ala conservatrice dei gesuiti, appoggiato da padre Posada, un sacerdote gesuita, come comandante della Brigata 2506[25].”





Per continuare con un copia e incolla dal nostro blog; da La Connessione Cia-Usa-Vaticano estraiamo:



Nel 1943 il Vaticano raggiunse un accordo segreto con il capo dell'OSS Donovan – egli stesso un devoto cattolico – per consentire che la Santa Sede diventasse il centro delle operazioni di spionaggio degli alleati in Italia.


Donovan considerava la Chiesa come uno dei suoi gioielli dell'attività di Intelligence, visto il suo potere globale, l'appartenenza e i contatti. Egli coltivò questa alleanza con l'invio dei cattolici più prestigiosi d'America in Vaticano per stabilire rapporti e stringere un'alleanza.


Dopo la guerra metà dell'Europa era sotto il controllo comunista e il partito comunista italiano minacciò di vincere le elezioni del 1948. La prospettiva di un governo comunista nel cuore del cattolicesimo terrorizzava il Vaticano. Ancora una volta l'Intelligence americana riunì i propri cattolici più prestigiosi per rafforzare i legami con il Vaticano. Siccome questa fu la prima missione della nuova divisione delle azioni segrete, gli agenti cattolici acquisirono posizioni di potere nella fase iniziale, e in seguito avrebbero dominato le operazioni segrete per il resto della guerra fredda.”






“Nel frattempo, secondo Anthony Cave Brown, il capo dell'OSS William Donovan aveva stabilito segretamente un collegamento di intelligence con il Vaticano fin dal 1941, quando egli fece evacuare da Lisbona verso New York il padre domenicano Felix A. Morlion, che aveva fondato "un anti Comintern Cattolico Europeo" chiamato Pro Deo. Durante la guerra Donovan finanziò il servizio Pro Deo di Morlion e nel giugno 1944 egli "impiegò notevoli spese, tempo e fatica per il trasporto di Morlion da New York e il suo insediamento presso la Santa Sede."[8]
Successivamente Morlion divenne una figura chiave nell'intelligence del Vaticano, lavorando a stretto contatto con Giovanni Battista Montini, il futuro Paolo VI.”




“Spellman svolse anche un ruolo importante come emissario tra la Casa Bianca e Roma, per esempio, nel trasmettere la preoccupazione del papa circa i bombardamenti dell'Italia da parte degli Alleati. Egli incoraggiò la cooperazione del Vaticano con l'Office of Strategic Services (OSS), l'antesignano della Cia durante la guerra, che era presieduta dal suo vecchio amico Generale William (“Wild Bill”) Donovan.

[…]

[Anche “Wild Bill” Donovan, il capo dell'OSS in tempo di guerra, un vecchio amico del cardinale Spellman, fu premiato dal papato:”Il Generale William "Wild Bill" Donovan è stato decorato nel 1944 da Papa Pio XII con la Gran Croce dell'Ordinedi San Silvestro, il più antico e prestigioso ordine cavalleresco pontificio. Questo premio è stato dato solo ad un centinaio di altri uomini nella storia, che “con prodezze d'armi o di scrittura o azioni notevoli hanno diffuso la fede e hanno salvaguardato la Chiesa [Cattolica Romana]”...JP]



Ma adesso la Cia con 'sti ca..Cattolici, si la Cia del 2015....



Andate qui, dalla Vera Fonte, e chi ci trovate:

John O. Brennan

Director, Central Intelligence Agency

Mr. Brennan graduated from Fordham University in 1977 with a bachelor’s degree in political science. While enrolled at Fordham, he studied abroad at the American University in Cairo in 1975-1976.








Comunque ve lo avevamo già detto qui, ma pare che non freghi un cazzo a nessuno. Sembra di essere in quella fiaba dove tutti sanno che il Re è nudo ma nessuno lo denuncia apertamente. Lasciamo il tutto per i posteri. 
















I Dittatori Catto-Euro-Fascisti...tutti insieme appassionatamente

Juncker: “sono un democristiano, un cattolico...devo mentire...per l'Euro”

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Ve lo ricorderete tutti il metodo del nuovo fascista presidente della Commissione Europea Juncker: nel 1999 il simpatico elitista (o etilista) descriveva, in una intervista su Der Spiegel, il metodo antidemocratico di avanzata europeista:
"Prendiamo una decisione, poi la mettiamo sul tavolo e aspettiamo un po’ per vedere che succede. Se non provoca proteste né rivolte, perché la maggior parte della gente non capisce niente di cosa è stato deciso, andiamo avanti passo dopo passo fino al punto di non ritorno".
Vabbè, voi "complottisti" italiani questa frase già la conoscete. Quello che si sono dimenticati però di tradurvi è un'altra perla del nostro elitista (o etilista):
“I am a Christian Democrat, a Catholic, but when it becomes serious you have to lie. Yes, I lie because it involves the survival of the euro.” fonte
Non conoscete l'inglese? Ripetiamo nella vostra lingua:
“Sono un Democristiano, un Cattolico, ma quando le cose diventano serie bisogna mentire. Sì, io mento perché ciò implica la sopravvivenza dell'Euro.”






Adesso avete capito? O bisogna tradurvela anche in latino? In quale salsa ancora vi dobbiamo spiegare quali sono le forze che vogliono la sopravvivenza dell'Euro? Comunque, non vi preoccupate, siamo dei complottisti, quindi non ascoltateci.

Ah! Non credete che Juncker si sia mai espresso in questi termini? Ma avete anche un video che lo dimostra, guardatevelo, e ascoltate bene cosa dice il nostro democristiano appena passati 14 secondi dall'inizio dello stesso; il video con Juncker protagonista si intitola “Economic policy of the eurozone needs to be decided in "dark, secret rooms



Nell'articolo collegato, dal titolo Eurogroup chief: 'I'm for secret, dark debates', tratto da euobserver.com, pubblicato nel 2011, si afferma:



“Mercoledì (20 aprile) il capo dell'Eurogruppo (a quel tempo Juncker, ndr) ha detto che le politiche economiche dell'eurozona dovrebbero essere condotte in“oscure stanze segrete” al fine di prevenire movimenti pericolosi dei mercati finanziari, aggiungendo che egli aveva spesso mentito nella sua carriera al fine di prevenire la diffusione di voci che avrebbero potuto alimentare speculazioni. Egli ha detto che, come nel caso della politica monetaria, tutte le decisioni in campo economico dovrebbero ora essere discusse a porte chiuse.
“La politica monetaria è una questione seria. Dovremmo discuterla in segreto, nell'Eurogruppo,” ha detto Jean-Claude Juncker alla conferenza di Bruxelles sulla governance economica, organizzata dal Movimento Europeo, un'organizzazione che promuove l'integrazione europea, riferendosi a quanto già da tempo esternato dai parlamenti nazionali e dalle banche centrali indipendenti.
“Lo stesso vale per le politiche economiche e monetarie dell'Unione. Se indichiamo possibili decisioni, stiamo alimentando speculazioni sui mercati finanziari e soprattutto stiamo gettando nella miseria le persone che stiamo cercando di salvaguardare.”
“Sono pronto ad essere insultato per non essere sufficientemente democratico, ma voglio essere serio”, ha detto.
Secondo la sua linea di pensiero i ministri e i leader dell'UE che discutono questioni finanziarie in pubblico mettono “milioni di perone a rischio” a causa di forti oscillazioni dei mercati finanziari, come conseguenza dei loro commenti pubblici.
Egli ha poi detto la seguente battuta “Io sono per i dibattiti occulti e segreti.”
Juncker ha osservato che “vi è insufficiente consapevolezza a livello europeo quando si tratta di questi temi, perché ognuno di noi vuole mostrare al suo pubblico nazionale che è lui il tizio più grande sotto il cielo.”
Avendo servito come ministro delle finanze e poi come primo ministro del Lussemburgo negli ultimi 22 anni, Juncker ha sottolineato che nel corso della sua carriera, nonostante la sua educazione cattolica, spesso ha “dovuto mentire” al fine di non alimentare voci.
Ad un partecipante alla conferenza che aveva suggerito che la rimozione del segreto nelle riunioni dell'UE avrebbe potuto impedire ai mercati di passare dai pettegolezzi alle speculazioni Juncker ha detto che ciò non si poteva fare perché i ministri e i leader UE hanno bisogno di tempo per prendere decisioni.
“Le azioni sui mercati finanziari hanno luogo in tempo reale. Noi non siamo sempre d'accordo ad ogni dibattito sulla politica monetaria, ma i mercati nel frattempo stanno reagendo.”
Jean Claude Juncker è stato presidente dell'Eurogruppo dal 1º gennaio 2005 al 30 aprile 2012. Ma cosa è l'Eurogruppo? Leggiamo:
“L'Eurogruppo è un centro di coordinamento europeo che riunisce i ministri dell'Economia e delle finanze degli Stati membri che adottano l'Euro, ovvero la cosiddetta Eurozona. Si tratta di una riunione informale che si svolge alla vigilia di un Consiglio dei ministri dell'Economia e delle finanze (Ecofin) e che permette di discutere di questioni economico-finanziarie legate all'Unione economica e monetaria dell'Unione europea (UEM).” fonte: Wikipedia
Quindi, era proprio in veste di difensore dell'Euro, che il nostro crociato Juncker “aveva da raccontare palle”.
Non c'è da stupirsi, quindi, che a questo popò di uomo sia stato conferito, tra le numerose onorificenze, anche il Collare pro Merito Melitensi «Di iniziativa del principe e gran maestro dell'Ordine di Malta», un'ordine, ricordiamolo, Cattolico Romano


Ma cos'è l'Ordine pro merito Melitensi? Leggiamo da Wikipedia:
“L'Ordine pro merito Melitensi è un ordine di merito cavalleresco del Sovrano Militare Ordine di Malta istituito nel 1920. Pro Merito Melitensi è assegnato a uomini a donne che hanno portato onore e prestigio al Sovrano Militare Ordine di Malta o hanno promosso attivamente i valori Cristiani o il lavoro di carità nella tradizione Cristiana così come definita dalla Chiesa Cattolica Romana.”
E sappiamo tutti che, per essere dei buoni elitisti cattolici, bisogna anche mentire ed essere dei fascisti antidemocratici...per questo sei stato premiato caro Juncker.
Anche il precedente presidente della Commissione Europea, il cattolico Barroso, era stato decorato dall'Ordine di Malta, come ampiamente spiegato nel nostro blog. Chiudiamo quindi con le sue citazioni:


“La Commissione Europea condivide i valori e la missione dell’Ordine di Malta e farà quanto possibile per sostenerne le attività."
"Giovanni Paolo II sarà ricordato come colui che ha giocato un ruolo essenziale nella riunificazione dell'Europa e nel progresso delle idee di libertà e democrazia nel nostro continente."
José Manuel Barroso, ex Presidente della Commissione Europea
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